mercoledì 27 maggio 2009

Limiti e pregiudizi del setting

Quando si parla di setting in termini teorici non sempre si ha un riscontro diretto con la realtà in cui il professionista si troverà nel contesto lavorativo.Ho scelto di proposito le foto in questione , perche si collegano ad un articolo pubblicato il lunedì 12 gennaio 2009, dal titolo:

Il Setting: Matrice di Significati
Il setting nel contesto e nella matrice delle relazioni.

Le immagini mostrano una realtà scolastica in cui bisogna analizzare e osservare l'ambiente per trarne tutte le risorse positive e valorizzarle.
Siamo ben lontani nelle scuole italiane delle sale attrezzate e gli spazi terapeutici descritti nei manuali, o quelli descritti dai grandi professionisti.
Per quanto ciò possa sembrare un paradosso in realtà non è un limite.
La consapevolezza del setting deve diventare un pregiudizio per potergli dare una connotazione positiva e tenere alto il livello dell'intervento.
Un approccio e un iter terapeutico deve andare oltre le mura e le cianfrusaglie di un aula. E' possibile agire in terapia andando oltre tutte le barriere architettoniche, verso una dimensione mentale , un fare musica che tende alla relazione d 'aiuto attraverso lo "strumento" della centralità del paziente. Come direbbe Bateson bisogna tenere sempre "alto"il contesto.
Giuliana Galante










domenica 3 maggio 2009


Pedagogia Interculurale:

La pedagogia interculturale fa il suo ingresso ufficiale in Europa nei documenti che riguardano la scuola, e più in generale i servizi educativi, più di vent'anni fa. Ne troviamo traccia in un importante studio del Consiglio d'Europa del 1978 e in alcuni scritti di pedagogisti ed esperti di educazione operanti in Francia, nei Paesi Bassi, in Svizzera, in Gran Bretagna. Da alcuni anni tuttavia costituiva già un tema dibattuto soprattutto da coloro che si occupavano di difficoltà scolastiche riconducibili agli svantaggi socioculturali conseguenti all’immigrazione.
La pedagogia è sempre, in generale, una forma di mediazione: lo è ancora di più quando si fa interculturale. Come si vede, la distanza tra la pedagogia compensativa (dalla quale comunque quella interculturale si origina) e la pedagogia interculturale è grande; non per questo, l'una deve dissociarsi dall'altra. Nelle politiche educative e scolastiche di molti paesi europei si è proceduto infatti mantenendo un'articolazione tra i due indirizzi pedagogici, perché l'alunno immigrato che non viene aiutato nei suoi bisogni specifici - di accoglienza, attenzioni didattiche e linguistiche - non sarà in grado di stabilire relazioni, comunicare la sua storia, capire e essere capito. Le culture possono incontrarsi in classe e altrove, se i soggetti sono messi nella condizione di poter disporre di capacità comunicative adeguate; il cui apprendimento richiede la messa in atto di dispositivi in grado di ridurre il più rapidamente possibile le distanze e i disequilibri. In secondo luogo, la pedagogia compensativa è però insufficiente a realizzare quell'obiettivo che i più recenti programmi di pedagogia interculturale auspicano. Esso consiste nella promozione scolastica ed extra-scolastica di iniziative e di azioni diffuse di formazione interculturale. Prospettiva che mira alla costruzione di nuovi modi di essere e di pensare rivolti a tutti, e non più soltanto, come nella versione compensativa, a chi è straniero. La pedagogia interculturale - che negli anni passati ha oscillato tra il polo della difesa delle differenze e delle specificità culturali e il polo dell'adattamento e dell'integrazione - trova qui una sintesi importante che si esprime soprattutto in due constatazioni. a) La pedagogia interculturale si prefigge di delineare le strategie migliori (dal punto di vista organizzativo e delle finalità) perché soggetti che fanno riferimento a culture e origini culturali diverse possano imparare a comunicare fra loro indipendentemente dalle differenze di lingua, comportamenti culturali e credenze. La scuola e i servizi educativi che condividono questa prospettiva si muovono riconoscendosi nel principio che la comunicazione è possibile e che lo scambio è fonte di sapere e di arricchimento. Perché l'estraneità e il suo superamento, sono il vero contenuto sul quale lavora una pedagogia che cerca di evidenziare tanto le differenze, quanto le affinità; che vuole far affiorare i contrasti e non rimuoverli, ora con la negazione delle diversità, ora con risposte di carattere riparatorio che rischiano talvolta di accentuare i disagi adattivi. b) La pedagogia interculturale delinea una linea di condotta contro i pericoli già evidenti, o sempre pronti ad esplodere, dell'intolleranza e del razzismo; che è compito dei luoghi educativi prevenire e contrastare, cercando di decostruire, attraverso l'esercizio di una reciprocità conoscitiva e della cooperazione, gli stereotipi e i pregiudizi.
Articolazione dei Progetti:
Nel suo più ampio significato, l'educazione interculturale opera dunque attraverso le seguenti articolazioni:
· in presenza di immigrati;
· in presenza di minoranze;
· nella dimensione europea dell'insegnamento;
· come prevenzione e contrasto del razzismo, della xenofo-bia, dell'antisemitismo e dell'intolleranza.

L'Italia è arrivata più tardi, quando il dibattito e il confronto tra voci diverse era già consolidato e ha potuto quindi prendere le mosse a partire dal cammino percorso da altri per evitare errori e confusioni, perlomeno nelle dichiarazioni e negli intenti. La storia fin qui percorsa dell'idea interculturale ha consentito, ad esempio, di chiarire i termini e le definizioni. Molto spesso, i termini "multiculturale" e "interculturale" sono stati utilizzati come sinonimi e in maniera indifferente. In realtà, le due definizioni rimandano a significati diversi e a modelli educativi e di integrazione differenti. Il termine "multiculturale" può essere utilizzato come aggettivo e riferirsi alla pluralità degli elementi in gioco, alle situazioni di coesistenza di fatto fra culture diverse. Si dice allora che "la scuola X o la classe Y sono multiculturali" per la presenza di bambini e di ragazzi che hanno altre appartenenze e altri riferimenti culturali
Ogni anno entrano nella scuola italiana tra i 30. 000 e i 40. 000 "nuovi" alunni, mentre i nati di nazionalità straniera rappresentano in alcune città già il 15/20% dei bambini che annualmente vengono al mondo (21, 3% a Milano). La curiosità iniziale per le culture degli altri, che si è nel tempo trasformata in una pluralità delle attenzioni, costituisce dunque il nucleo iniziale della pedagogia interculturale anche in Italia. Non teorico, ma composto dalle pratiche scaturite dagli interrogativi, dalle incertezze sulle scelte e dunque dalla ricerca di percorsi didattici che potessero e possano rispondere sia ai bisogni specifici, sia favorire l'incontro tra infanzie e adolescenze di qui e d'altrove.
L'educazione interculturale nei programmi scolastici " pubblicato nel 1995 negli Annali della Pubblica Istruzione. In esso si riafferma il principio che l'educazione interculturale non riguarda solo alcune materie, ma che siamo di fronte ad una dimensione dell'insegnamento che accompagna il percorso formativo ed orientativo attraverso tutte le discipline. Si ritorna ancora al tema dell'inserimento degli alunni stranieri con il DPR n° 394 (31/8/1999) che delinea le modalità di iscrizione, accoglienza e inserimento dei minori e della formazione degli adulti immigrati, affermando il loro diritto/obbligo all'istruzione scolastica e prevedendo i dispositivi mirati e le risorse da attivare per l'apprendimento dell'italiano e per facilitare l'accesso alle strutture e al curricolo comuni, anche attraverso intese con gli enti locali, le comunità, le associazioni. Nel testo si afferma inoltre che: " Il Ministero della Pubblica Istruzione, nell'emanazione della direttiva sulla formazione e l'aggiornamento in servizio del personale ispettivo, direttivo e docente detta disposizioni per attivare i progetti nazionali e locali sul tema dell'educazione interculturale". Il regolamento contenente le norme in materia di autonomia scolastica (m° 275 dell'8/3/1999) che delinea le linee portanti della scuola del futuro, afferma inoltre che "gli obiettivi nazionali dei percorsi formativi, funzionali alla realizzazione del diritto di apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità. lo "sfondo integratore" per il piano di offerta formativa delle singole scuole. Entrando nel merito delle strategie operative, necessarie per passare dalle idee alla pratica e alla didattica, vengono inoltre delineati quattro possibili percorsi e obiettivi:
· l'attenzione alla relazione, attraverso l'attivazione nella scuola di un clima di apertura e di dialogo;
· l'attenzione ai saperi, attraverso l'impegno interculturale nell'insegnamento disciplinare e interdisciplinare;
· l'attenzione all'interazione e allo scambio attraverso lo svolgimento di interventi integrativi delle attività curricolari, anche con il contributo di Enti e di Istituzioni varie;
· l'attenzione all'integrazione attraverso l'adozione di strategie mirate, in presenza di alunni stranieri.
· La scuola può "fare intercultura" attraverso la programmazione di attività aggiuntive. Queste possono essere rivolte ai soli alunni immigrati e dare risposta ai bisogni di apprendimento linguistico in italiano L2 e sono impropriamente collocate nell'ambito dell'educazione interculturale. Possono essere rivolte a tutti gli alunni e prevedere ad esempio, un percorso di conoscenza di un paese, di una lingua e di una cultura d'origine. Gli obiettivi possono essere quindi di tipo compensativo o informativo. Un esempio di tali attività aggiuntive può essere il laboratorio di lingua cinese, o di lingua araba, che viene offerto a tutti gli alunni e che si pone come obiettivo principale la valorizzazione della L1 e l'apertura plurilingue.
· La scuola pratica l' intercultura attraverso la didattica di una disciplina: in una materia di studio vengono inseriti contenuti nuovi, o vengono rivisitati i contenuti tradizionali, con lo scopo di promuovere la conoscenza, il confronto, lo scambio tra punti di vista diversi. Sottolineando ad esempio, il tema delle "convenzioni" e la metodologia basata sulla problematizzazione vengono proposti i modi diversi di definire il tempo, la data, il calendario; oppure per rappresentare lo spazio, attraverso cartografie e rappresentazioni del mondo differenti; vengono presentati eventi storici visti dal punto di vista degli altri. Riprendendo le indicazioni della circolare ministeriale n°73 del 1994 gruppi di insegnanti hanno cercato in questi anni di rivedere/integrare i contenuti disciplinari di alune aree del sapere.
Dott.ssa Galante Giuliana

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Dott.ssa Giuliana Galante

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Sedute di Musicoterapia - Modena e provincia

Info: 3476655657

E- Mail: giulygala@tiscali.it

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“La musicoterapia è una disciplina scientifica che ha come obiettivo quello di instaurare una relazione terapeutica stabile tra musicoterapista e paziente attraverso il canale non-verbale e l'uso del canale corporo-sonoro-musicale, con l'obiettivo di far acquisire al paziente nuove modalità di comunicazione con se stesso, il proprio nucleo famigliare, il mondo esterno, al fine di migliorare la qualità di vita del paziente."

Roland O. Benenzon

Il concetto sopra citato permette di cogliere analogie e differenze tra i vari modi di vivere e gestire l’esperienza in termini preventivo- abilitativo. L’esperto, infatti, nel suo lavoro cerca di far ri-suonare in un’area di ascolto, area paragonabile a uno spazio armonico interiore, qualcosa di non-dicibile e quindi di non-ascoltabile, come gli affetti, i sentimenti…le emozioni, e trasforma ciò in prodotto/materiale sonoro. Ciò, al fine di dar voce ad ogni lato della creatività interiore e ancora, di fortificarsi attraverso il contatto con le emozioni. Questa caratteristica interdisciplinare della Musicoterapia si connette alle nuove scoperte delle neuroscienze, alla teoria della mente, alla semiotica, alla musicologia e alla teoria della creatività, oltre che alle epistemologie dei processi di cura. Tutto ciò concorre a sviluppare le capacità musicali e di potenziare le competenze dell’individuo dal punto di vista cinestesico.





Dott.ssa Giuliana Galante
Info: 3476655657
E-mail: giulygala@tiscali.it



Laureata in Scienze dell'Educazione presso l'Università degli Studi di Messina, Insegnante di sostegno abilitata nella Scuola d 'Infanzia, Musicista con licenza in teoria e solfeggio diplomata al conservatorio di Reggio Calabria "Fratelli Cilea" in Canto, ha svolto una significativa attività come cantante jazz.
Ha conseguito la Specializzazione in Musicoterapia presso l’Istituto MEME s.r.l." a Modena, Scuola triennale di Musicoterapia, associata alla Universite Europeennee "Jean Monnet" di Bruxelles, ha partecipato al corso di “Diritto Penale Minorile” e “Diritto Civile Minorile”promosso dal Ministero di Grazie e Giustizia presso il tribunale di Messina, corso di “Psicologia scolastica”, presso Centro studi Logos a Messina.
E’ autrice di numerose pubblicazioni tecnico scientifiche.
VEDI: http://www.musicoterapia-anziani.eu/author/giuliana-galante

sabato 2 maggio 2009

L’ accoglienza, analisi richieste – bisogni, la presa in carico, l’ipotesi di lavoro, il percorso

L’accoglienza è l’elemento primario all’interno della definizione di un intervento di musicoterapia:è il primo momento del rapporto che si stabilisce tra paziente e musicoterapeuta, dove il linguaggio per comunicare è quello dei suoni.
La situazione terapeutica si avvale di una comunicazione agita prevalentemente verso il linguaggio non-verbale della musica, dove per “musica” s’intende l’intero mondo del suono e cioè: musica propriamente detta, suono/ritmo, suono/movimento, vocalità.
I principi base dell’accoglienza sono:
il lavoro centrato sulla persona e sulla valorizzazione di tutte le sue potenzialità residue (il paziente è parte attiva della terapia);
la centralità del rapporto di fiducia e l’accettazione incondizionata rispetto al paziente;
l’adattamento e la personalizzazione della seduta
l’accoglimento delle proposte della persona che vengono ampliate ed arricchite in uno scambio reciproco tra paziente e musicoterapeuta.

La radice greca della parola “therapeia”, significa “assistere”, “aiutare”, “prendersi cura” dell’altro, natura e di quanto possa essere ad una definizione molto allargata di “musica”: l’arte dell’organizzazione temporale dei suoni e delle sue varie componenti fisiche ed esperienziali, allo scopo di creare ed interpretare forme espressive che rinforzino, elaborino, diano significato all’esperienza della vita umana, ha nella musicoterapia il suo concetto più ampio.
Questa caratteristica della disciplina le viene anche dal fatto che come corpo di conoscenza essa è multidisciplinare. È ad un tempo arte, scienza e processo interpersonale, divisa in tre grandi aree di pratica: terapeuticaIl di laboratorio tende a stimolare le capacità di auto/attivazione dei partecipanti attraverso l’uso del linguaggio sonoro-musicale. Il lavoro, articolato in diverse fasi si muove nel macro ambito del “NON VERBALE” in cui la musica è il mezzo per raggiungere il corpo biologico e per toccare, attraverso quest’ultimo, il corpo nella sua dimensione emozionale. Si integrano e si superano i parametri spazio-temporali e si pensa alle motivazioni inconsce, ai desideri, ai significati del corpo, recuperando le sue potenzialità espressive in una globalità dei linguaggi: ….”il mio corpo è anche il mio simbolo (segno) e mi fa ri-conoscere tra altri corpi”. Quindi l’esperienza tende a recuperare la ricchezza di questa globalità che la musica, nell’auto-attivazione dei singoli, mette in moto, aprendoli all’inesauribile ricchezza del simbolico e iniziandoli ad un’avventura che rompe il confine del silenzio (e in alcuni casi dell’ isolamento), per avventurarsi nell’universo del segno e del suono.
Giuliana Galante

martedì 28 aprile 2009

Dott.ssa Galante Giuliana
Cell: 3476655657

Disturbi mentali

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Introduzione
Anteprima della sezione
Disturbi mentali Sindromi o condizioni psicologiche e comportamentali che deviano significativamente da quelle caratteristiche delle persone che godono di buona salute mentale.
In diversi periodi storici e in tutte le culture sono stati riscontrati problemi relativi al pensiero, ai sentimenti e al comportamento. Nei tempi passati, i disturbi mentali erano considerati perlopiù derivanti da cause soprannaturali o non naturali, opera di spiriti diabolici o della depravazione umana. Dopo timide apparizioni nel XVI e XVII secolo, tuttavia, lo studio della mente umana, poi chiamato psichiatria, acquistò pieno riconoscimento nel 1790. In questa data il medico parigino Philippe Pinel abolì il contenimento fisico per i malati mentali, istituì il trattamento morale (psicologico) e diede avvio agli studi clinici oggettivi. In seguito, attraverso il lavoro clinico con ampi campioni di pazienti, si definirono i principali tipi di disturbi mentali e si svilupparono tecniche di trattamento differenziate.
2

Sistemi di classificazione
Anteprima della sezione
Dal momento che la suddivisione dei disturbi mentali in classi variava da paese a paese, si pose la necessità di adottare un sistema di riferimento comune. Due sono i modelli di classificazione internazionale, formulati su base statistica: quello dell’Organizzazione mondiale della sanità (l’International Classification of Diseases, oggi giunto alla decima revisione, e comunemente indicato con la sigla ICD-10) e quello dell’American Psychiatric Association (Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders, oggi giunto alla quarta edizione, e comunemente indicato con la sigla DSM-IV).
I due modelli, pur differenti per certi aspetti, sono tra loro integrabili e confrontabili. Il primo è utilizzato soprattutto per motivi di ricerca, mentre il secondo è ampiamente adottato anche in ambito clinico.
La maggior parte dei sistemi di classificazione distingue i disturbi caratteristici dell’infanzia (incluso il ritardo mentale) da quelli dell’adulto, e i disturbi organici (riferibili ad alterazioni cerebrali o somatiche) da quelli non organici (riferibili a cause psicologiche).
Un’altra distinzione importante nell’ambito dei disturbi mentali è quella tra disturbi psicotici (in cui è alterato il rapporto del soggetto con la realtà circostante) e nevrotici (in cui il livello di menomazione del rapporto con la realtà è meno grave). In realtà, a causa dei problemi concettuali che permangono a proposito del termine nevrosi, solo l’ICD-10 ha conservato questa dizione, specificandone l’eterogeneità. La distinzione rimane, tuttavia, degna di nota, in quanto viene comunemente utilizzata da molti clinici. La descrizione dei disturbi qui presentata segue quella del DSM-IV.
3

Disturbi dell’infanzia
Anteprima della sezione
Si tratta di disturbi che si presentano per la prima volta prevalentemente durante l’infanzia e l’adolescenza. Il ritardo mentale è caratterizzato dall’incapacità di apprendere e acquisire le abilità personali e sociali proprie di soggetti della stessa età, nell’ambito della stessa cultura. Convenzionalmente, si parla di ritardo mentale quando il quoziente d’intelligenza (QI) è pari o inferiore a 70.
L’“iperattività con deficit di attenzione” è una condizione di marcata incapacità di mantenere l’attenzione, di impulsività e di iperattività comportamentale. I bambini con questo disturbo appaiono molto irrequieti e non sono in grado di svolgere compiti, portare avanti attività ricreative e seguire delle istruzioni.
I disturbi d’ansia, durante l’infanzia, sono prevalentemente legati alla difficoltà di lasciare la propria casa e i genitori (angoscia di separazione) e alla paura nei confronti degli estranei.
Disturbi più gravi implicano l’alterazione di numerose funzioni essenziali per la crescita, come l’attenzione, la percezione, l’esame di realtà e il movimento. Un esempio di questo tipo di disturbi è l’autismo infantile, caratterizzato dall’impossibilità di stabilire dei rapporti con gli altri, da comportamenti bizzarri e da una grave incapacità di comunicare.
Altri tipi di disturbi infantili riguardano più strettamente il comportamento. Tra questi si ricordano: la bulimia (l’eccessiva assunzione di cibo), l’anoressia (il rifiuto di assumere cibo), i tic (movimenti involontari, ripetuti), la balbuzie (la difficoltà a iniziare a pronunciare le parole che porta a un caratteristico “inceppamento” nel parlare) e l’enuresi (l’impossibilità di controllare lo stimolo a urinare, soprattutto durante il sonno).
4

Disturbi mentali organici
Anteprima della sezione
Si tratta di disturbi in cui si presentano anomalie psicologiche e comportamentali associate a danni cerebrali, transitori o permanenti. I sintomi possono variare a seconda dell’area cerebrale colpita, della causa della lesione, della sua gravità e della durata.
I danni cerebrali possono derivare da malattie o sostanze (droghe o altro) che distruggono direttamente le cellule cerebrali oppure da cause che danneggiano il cervello in modo indiretto (ad esempio, un restringimento delle arterie che interrompe l’afflusso di sangue).
I sintomi psichici caratteristici di questi disturbi possono derivare direttamente dalla lesione oppure dalla consapevolezza, da parte del paziente, di avere perduto delle funzioni. Uno dei sintomi principali è il “delirium”, uno stato di coscienza alterato che si manifesta con difficoltà a mantenere l’attenzione, disturbi sensoriali e disturbi di pensiero.
Un altro disturbo organico molto frequente è la demenza, che costituisce la sintomatologia tipica di molte malattie, come quella di Alzheimer. La demenza è costituita da una serie di disturbi di memoria, pensiero, percezione, giudizio e attenzione, che rendono progressivamente impossibile sostenere dei ruoli sociali e lavorativi. Quando si presenta nelle persone anziane, assume il nome di demenza senile. Ai sintomi sopra elencati si accompagnano sempre disturbi nell’espressione delle emozioni (instabilità, euforia, apatia, irritabilità).
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Schizofrenia
Anteprima della sezione
Sindrome che può presentarsi durante l’adolescenza o all’inizio dell’età adulta, la schizofrenia è caratterizzata da gravi disturbi nell’ambito del pensiero, della percezione, delle emozioni e delle relazioni interpersonali, da un disturbo nella capacità di percepire il sé, da una perdita del senso di realtà e dal deterioramento del funzionamento sociale. Il significato del termine, che richiama lo “sdoppiamento della mente”, si riferisce alla dissociazione tra emozioni e pensieri (da non confondere con lo “sdoppiamento di personalità”, che è invece caratteristico delle personalità multiple).
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Disturbi deliranti
Anteprima della sezione
Si tratta di disturbi la cui caratteristica centrale è la presenza di un delirio (una credenza falsa, ma di cui il soggetto è fermamente convinto) di vari contenuti (paranoide, di gelosia, erotico, di grandiosità, mistico). A differenza di quanto accade nella schizofrenia, spesso il delirio rimane confinato a un’area ristretta della vita del paziente, che può essere in grado di svolgere attività sociali e lavorative.
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Disturbi dell’umore
Anteprima della sezione
Sono costituiti da diverse sindromi, caratterizzate dall’alterazione del tono di umore. Nella depressione, il sintomo principale è l’abbassamento del tono di umore e un complessivo rallentamento del pensiero e delle attività. La mania è l’innalzamento del tono di umore, accompagnato da un’accelerazione del pensiero e delle attività. I disturbi unipolari sono caratterizzati da uno o più episodi di depressione, che possono avere o meno anche elementi psicotici (deliri e allucinazioni); i disturbi bipolari sono invece caratterizzati dall’alternanza di episodi depressivi e maniacali, che possono avere o meno anche elementi psicotici.
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Disturbi d’ansia
Anteprima della sezione
L’ansia costituisce il sintomo centrale in due disturbi: il disturbo da “attacchi di panico” (episodi in cui si presenta un attacco di ansia acuta, che porta il soggetto a provare dei disturbi fisici oltre che psicologici) e il disturbo da “ansia generalizzata” (il permanere di una condizione di ansia stabile, che può durare a lungo).
Altri disturbi d’ansia sono le fobie (paure irrazionali di specifici oggetti, attività o situazioni, che comportano una serie di comportamenti finalizzati a evitare lo stimolo temuto) e il disturbo “ossessivo-compulsivo” (presenza di pensieri e impulsi ripetitivi, che il soggetto avverte come estranei e cui deve sottostare al fine di placare l’ansia).
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Disturbi somatoformi, fittizi e dissociativi
Anteprima della sezione
Comprendono quei disturbi che, un tempo, facevano parte del concetto, oggi in disuso, di isteria: le reazioni di conversione, il dolore psicogeno, l’ipocondria e i disturbi dissociativi. Tra questi ultimi si ricordano in particolare le forme di amnesia e fuga psicogena e il disturbo da personalità multipla.
10

Disturbi sessuali e d’identità di genere
Anteprima della sezione
Comprendono i disturbi sessuali su base organica (ad esempio, l’impotenza dovuta a malattie) e psicologica (sadismo, masochismo, feticismo) e i disturbi d’identità di genere come la transessualità.
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Disturbi alimentari
Anteprima della sezione
Sono i disturbi che riguardano, specificamente, il comportamento alimentare, sia nel senso del rifiuto di assumere cibo (anoressia nervosa), sia nel senso dell’assunzione smodata di cibo (bulimia). Le due forme sono frequentemente associate nello stesso soggetto.
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Disturbi del sonno
Anteprima della sezione
Comprendono sia le difficoltà nel mantenimento di un corretto ciclo sonno-veglia, come l’insonnia (fatica ad addormentarsi) e la narcolessia (accessi di sonno improvvisi), sia i disturbi che insorgono durante il sonno (incubi notturni, sonnambulismo).
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Disturbi di personalità
Anteprima della sezione
I disturbi di personalità sono condizioni stabili nella vita dell’individuo, caratterizzate dalla presenza di aspetti di personalità rigidi e disadattativi al punto da compromettere l’adattamento alla vita quotidiana e le relazioni interpersonali. I principali disturbi di personalità sono quello paranoide (caratterizzato da estrema sfiducia e sospettosità), schizoide (il cui tratto prevalente è la chiusura nei rapporti sociali), schizotipico (caratterizzato da chiusura relazionale e dalla presenza di pensieri bizzarri), antisociale (il cui tratto distintivo è la presenza di comportamenti devianti dalle norme e dalle leggi sociali), borderline (disturbo in cui sono presenti marcate oscillazioni comportamentali e difficoltà nel controllo degli impulsi), istrionico (in cui prevalgono condotte e atteggiamenti di tipo teatrale, con una caratteristica esagerazione delle emozioni), narcisistico (caratterizzato dal continuo bisogno di approvazione e ammirazione da parte degli altri), evitante (in cui è prevalente un atteggiamento teso a evitare il mondo esterno e la paura di assumersi responsabilità), dipendente (in cui vi è una marcata difficoltà ad autonomizzarsi), ossessivo-compulsivo (caratterizzato da perfezionismo e meticolosità).
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Diagnosi e trattamento
Anteprima della sezione
La multiformità dei disturbi mentali rende evidentemente necessario un accurato lavoro diagnostico per determinare all’interno di quale quadro psicopatologico possa essere collocata la sintomatologia presentata dal paziente. La diagnosi serve anche a stabilire l’indicazione per i trattamenti psicoterapeutici più opportuni: fra questi, la terapia psicofarmacologica e le diverse forme di psicoterapia. In anni più recenti è stata posta particolare attenzione anche al tema della riabilitazione, ossia alla possibilità di favorire il riadattamento e il reinserimento sociale di individui che hanno manifestato disturbi mentali anche assai gravi e per lunghi periodi della vita.





Anteprima della sezione
È molto difficile stabilire quante persone soffrano di disturbi mentali, in quanto solo in parte esse giungono, nella loro vita, a chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale. Solo negli Stati Uniti, è stata stimata nel 15% circa la quantità di popolazione che, in un anno, ha sofferto per un disturbo mentale.
Il rischio di sviluppare una forma di schizofrenia nell’arco della vita è di 1 a 100 (cioè di una persona ogni cento) mentre quello di depressione è di 1 a 10. Con l’aumento dell’età media di sopravvivenza, negli ultimi decenni è cresciuta notevolmente l’incidenza dei disturbi mentali organici.




" I diapason Emozionali"

Diapason per la Suonoterapia (Cyberkinetics Healing Tuning Forks)


I Diapason sono sempre stati assunti per definizione nell'ambito musicale quali riferimenti di precisione e di purezza di intonazione. Ciò diventa particolarmente rilevante nell'ambito terapeutico, ove gli equilibri con cui si viene ad interagire risultano così delicati ed importanti.
I Diapason considerati per la Suonoterapia (Cyberkinetics Healing Tuning Forks) sono stati sviluppati in lunghi anni di ricerche dall'Institute of Cyberkinetics in Inghilterra, sotto la direzione del Dr. Alan Sales, il Fondatore della Kinesiologia Cyberkinetics. L'attività di ricerca del Dr. Sales ha permesso di sviluppare sino ad oggi ben venticinque differenti Set di Diapason, che consentono di operare con facilità e precisione su una vasta gamma di fattori individuali.
Per la produzione di strumenti terapeutici così esclusivi è stata selezionata una fabbrica inglese con oltre quattro secoli di esperienza nel settore. Il risultato finale è costituito da Diapason forgiati con la migliore lega armonica e che offrono un suono puro e cristallino di lunga durata, con uno spettro armonico ricco e perfettamente bilanciato nelle frequenze terapeutiche richieste, le quali si estendono anche al di là della soglia fisicamente udibile. I maggiori esperti del settore hanno subito riconosciuto il loro livello superiore da 'stato dell'arte', e terapeuti affermati in ambito internazionale li hanno immediatamente introdotti nella loro pratica, come ad esempio il Dr. Charles Krebs, Hugo Tobar, Alfred Schatz.
I singoli elementi di tutti i Set di Diapason Cyberkinetics Healing Tuning Forks sono chiaramente identificati tramite opportuni codici di colore, in modo da garantire una loro rapida e precisa individuazione. Inoltre la loro specifica impugnatura, sagomata in modo particolare, consente di utilizzarli facilmente in ognuna delle trentadue configurazioni terapeutiche sviluppate dall'Institute of Cyberkinetics in collaborazione con l'Accademia di Kinesiologia.
Tra i differenti Set di Diapason disponibili, due rivestono una particolare importanza per l'ampiezza e la portata del loro utilizzo generale. Si tratta dei Set di Diapason Acu-Sound e Chakra-Sound. Acu-Sound permette infatti di riequilibrare la persona coinvolgendo direttamente il Sistema dei Meridiani Energetici Principali, mentre Chakra-Sound svolge un lavoro analogo con il Sistema dei Chakra Principali. Entrambi tali due Sistemi Energetici ricoprono un'enorme importanza per il benessere individuale, ed estendono la loro influenza su tutti gli aspetti fisici, mentali, emozionali ed energetici della persona.
Il set di Diapason Acu-Sound
Il Set 'Acu-Sound' è costituito da quattordici Diapason che mantengono una affinità vibratoria con i quattordici Meridiani Principali studiati nella Medicina Tradizionale Cinese: Zu Yang Ming; Zu Tai Yin; Shou Shao Yin; Shou Tai Yang; Zu Tai Yang; Zu Shao Yin; Shou Jue Yin; Shou Shao Yang; Zu Shao Yang; Zu Jue Yin; Shou Tai Yin; Shou Yang Ming; Ren Mai; Du Mai. I primi dodici costituiscono il Sistema dei Jing Mai, mentre gli ultimi due rappresentano i Meridiani Centrali nel più articolato Sistema degli otto Ji Jing Ba Mai. Tale Set consente così di operare un profondo lavoro di riequilibrio a vari livelli, avvalendosi di questi fondamentali canali energetici presenti in ciascun individuo.
Il set di Diapason Chakra-Sound
I Diapason del Set 'Chakra-Sound' sono stati specificamente sviluppati per risuonare con i Chakra Principali, inducendo un processo di 'intonazione armonica' che riporta l'equilibrio nella persona a vantaggio delle sue caratteristiche energetiche, mentali, emozionali e fisiche. Esso è composto da otto Diapason. Sette di essi corrispondono ai Chakra Primari studiati nella tradizione culturale orientale: Muladhara, Swadhisthana, Manipura, Anahata, Vishuddhi, Ajna, Sahasrara. Un ottavo Diapason, associato alla Frequenza Cubitale, esalta l'effetto terapeutico ottenuto in corrispondenza a ciascun Chakra.
Sia il Set di Diapason Acu-Sound che il Set di Diapason Chakra-Sound vengono sempre forniti completi di custodie professionali appositamente studiate per proteggere, conservare e trasportare questi preziosi strumenti.
Tali custodie sono costruite con tripli rinforzi in un particolare tipo di tessuto ad elevata resistenza. La loro pratica chiusura, grazie a due ampie strisce di velcro, protegge i diapason durante il trasporto e con un semplice gesto permette di svolgere immediatamente il fodero, esponendo in tal modo i singoli Diapason ordinatamente disposti all'interno dei loro rispettivi scomparti, già pronti per l'uso. Viene inoltre così favorita la dispersione di eventuali energie residue presenti dopo il trattamento.
Una tasca trasparente posta sulla parte esterna del fodero consente infine di personalizzare la propria custodia, o di riporre comodamente biglietti da visita ed altro materiale di documentazione.
Ulteriori Set di Diapason sviluppati dall'Institute of Cyberkinetics
Come indicato in precedenza, le ricerche svolte dall'Institute of Cyberkinetics hanno portato attualmente allo sviluppo di ben venticinque distinti Set di Diapason per utilizzo terapeutico. Oltre agli Acu-Sound e ai Chakra-Sound già considerati, gli ulteriori Set di questi speciali Diapason, citati con la loro denominazione originale, sono i seguenti: Acu-Sound [Vessel Meridians]; Spinal Sound; Vital Sound; Cubit Sound [Om]; Cosmic Sound; Muscle Sound; Jaw Sound; Brain Sound; Genetic Sound; Amino Sound; Body Sound; Angelic Sound; Earth Sound; Nutri Sound [Vitamins and Minerals]; Crystal / Gem Sound; Sonic Sound; Healing Sound [Sacred Frequencies]; Universal Sound; Trinity Sound; Nucleic Sound; Hormone Sound; Divinity Sound [Mystical Numbers]; Sounds of God [Sacred Kabbalah – Bible Codes]. Al di là della loro individuale validità terapeutica, in sé specifica e mirata, essi costituiscono nel loro insieme la viva testimonianza di una ricerca attuata a livelli di assoluta eccellenza, unici al mondo.
Come apprendere l'utilizzo terapeutico dei Diapason per Suonoterapia - Cyberkinetics Healing Tuning Forks
Strumenti terapeutici così precisi e sofisticati meritano un uso altrettanto attento e professionale.
A questo scopo è stato sviluppato uno specifico Corso di Apprendimento per l'utilizzo in ambito terapeutico dei Diapason per Suonoterapia - Cyberkinetics Healing Tuning Forks. Tale Corso, della durata di un fine settimana, si sofferma particolarmente sull'impiego specifico dei due Set di uso più generale, e cioè Acu-Sound e Chakra-Sound, e guida all'utilizzazione delle tecniche più sofisticate sviluppate in anni di ricerca da parte dell'Institute of Cyberkinetics. Queste modalità avanzate possono essere direttamente impiegate anche con gli altri Set di Diapason.
Per consentire valutazioni rapide, precise e affidabili degli squilibri sui quali operare, vengono introdotte all'interno di questo Corso varie tecniche proprie della Kinesiologia. Per tale motivo ne viene raccomandata una sua precedente conoscenza, ottenibile frequentando il Corso consigliato.
Link ad articoli sulla Suonoterapia con i Diapason - Cyberkinetics Healing Tuning Forks
Vengono qui di seguito messi a disposizione dei link ad articoli italiani sulla Suonoterapia con i Diapason - Cyberkinetics Healing Tuning Forks, tratti dal sito della Accademia di Kinesiologia:


New Age, aprile 2004
Esthetitaly, gennaio 2004
Il Giornale della Natura, ottobre 2003
Centri Benessere - Magazine, giugno 2003

Dott.ssa Galante Giuliana

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...