giovedì 26 novembre 2009

Disturbo Ossessivo- Compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo d'ansia. Si tratta di una malattia che può durare per tutta la vita. Le persone che soffrono di DOC possono restare intrappolate in una serie di pensieri e comportamenti ripetitivi, che sono senza senso e angoscianti, ma anche estremamente difficili da superare. I sintomi possono variare da lievi a gravi, e se non è curato un DOC grave può distruggere la capacità di "funzionamento" di una persona sul lavoro, a scuola e perfino in casa.Il disturbo ossessivo-compulsivo consiste in pensieri ansiosi (ossessioni) o rituali (compulsioni) che la persona sente di non riuscire a controllare. Gli individui affetti da disturbo ossessivo-compulsivo spesso sono afflitti da immagini e pensieri persistenti e indesiderati, o dal bisogno impellente di innescare certi rituali. Ad esempio, l'ossessione dei germi e dello sporco, con la conseguenza di lavarsi le mani di continuo. Oppure controllare le cose ripetutamente o essere assillati da pensieri di violenza e paura. Il contare in modo ossessivo viene spesso osservato in persone affette da DOC.Per molti anni i medici hanno creduto che il'DOC fosse una malattia rara, perché vedevano pochi pazienti con questo disturbo. Invece spesso il disturbo non veniva riconosciuto perché le persone affette da DOC cercano di tenere segreti i propri pensieri e i comportamenti ripetitivi, e tendono a non cercare una cura. Oggi si pensa che circa due persone su cento ne siano affette, ciò significa che il DOC è più diffuso di malattie come la schizofrenia, il disturbo bipolare, o il disturbo di panico.Il DOC colpisce persone di tutti i gruppi etnici, e sia gli uomini che le donne ne sono affetti allo stesso modo.I sintomi del DOC generalmente iniziano durante l'adolescenza o nella prima età adulta, ma alcuni bambini sviluppano la malattia nei primi anni di vita, anche in età prescolare. Almeno un terzo degli adulti affetti da DOC ha sviluppato la malattia durante l'infanzia.Il DOC tende a durare per anni, anche per decenni. I sintomi possono diventare meno gravi per certi periodi e ci possono essere lunghi intervalli in cui i sintomi sono lievi, ma per la maggior parte dei pazienti i sintomi sono cronici.I sintomi del DOC OssessioniLe ossessioni sono idee o impulsi indesiderati, che affiorano di continuo alla mente delle persone affette da DOC. Queste temono spesso che possa succedere qualcosa di brutto a se stessi o alle persone care, hanno timori infondati di venire contaminati o un bisogno eccessivo di fare le cose in modo corretto e preciso. La persona sperimenta un pensiero disturbante più e più volte come ad esempio "Le mie mani possono essere contaminate: le devo lavare" o "Posso aver lasciato il gas aperto" oppure "Sto per fare del male al mio bambino." Questi pensieri angoscianti insinuano altri pensieri nei pazienti e causano ansia. A volte le ossessioni sono di natura violenta o sessuale, o riguardano una malattia.Compulsioni In risposta alle loro ossessioni la maggior parte delle persone affette da DOC ricorre a comportamenti ripetitivi chiamati compulsioni. Fra queste le più comuni sono lavarsi e controllare. Altri comportamenti compulsivi sono contare (spesso durante lo svolgersi di un'altra azione compulsiva come lavarsi le mani), ripetere, accumulare e mettere in ordine oggetti in continuazione, cercando di tenerli perfettamente allineati con gli altri. Sono diffusi anche sintomi come ripetere frasi e fare elenchi mentalmente. Tali comportamenti hanno lo scopo di allontanare il pericolo da se stessi o da altri. Alcune persone hanno rituali rigorosamente organizzati; altre hanno rituali complessi e sempre diversi. L'esecuzione di tali rituali comporta un sollievo dall'ansia solo temporaneo, ma se non si eseguono l'ansia aumenta.Presa di coscienza (Insight)Le persone con DOC possono accorgersi che le loro ossessioni e compulsioni sono irreali e senza senso (cioè mostrano di avere coscienza della malattia), specialmente quando i loro pensieri ossessivi sono sotto controllo. Altre volte possono non essere certi delle loro paure o perfino credere che i loro pensieri siano ragionevoli.ResistenzaLa maggior parte delle persone affette da DOC si sforza di allontanare i pensieri ossessivi indesiderati e di evitare di eseguire i comportamenti compulsivi. Molti sono capaci di mantenere sotto controllo i propri sintomi ossessivo-compulsivi quando si trovano al lavoro o a scuola, ma nel corso dei mesi o degli anni la loro resistenza può venire meno. Quando ciò accade, i sintomi possono diventare così gravi che i soggetti passano tutto il loro tempo ad eseguire i rituali, rendendo impossibile continuare le attività fuori di casa.Vergogna e segretezzaColoro che soffrono di DOC tentano di nascondere il loro disturbo invece di cercare aiuto, e spesso riescono a nascondere bene i sintomi ossessivo-compulsivi agli amici e ai colleghi. Sfortunatamente ciò significa che le persone affette da DOC generalmente non ricevono l'aiuto di uno psichiatra se non molti anni dopo il manifestarsi della loro malattia. Fino ad allora, i malati possono aver imparato a modellare le proprie vite, e quelle dei propri parenti e amici, attorno ai loro rituali.Le persone che soffrono di DOC non devono essere confuse con quelle che possono essere chiamate 'compulsive' perché mantengono un alto standard di prestazione, sono perfezioniste e molto organizzate nel lavoro e nelle attività ricreative. Questo tipo di compulsività spesso è vantaggiosa, contribuendo all'autostima della persona e al suo successo nel lavoro. Per questo aspetto essa è diversa dalle ossessioni autodistruttive e dai rituali della persona affetta da DOC.Le malattie che coesistono con il DOC Alcune persone affette da DOC possono soffrire anche di depressione, disturbi dell'alimentazione, abuso di sostanze, deficit di attenzione con iperattività (ADHD), o altri disturbi d'ansia. Quando sono presenti altri disturbi DOC è più difficile da diagnosticare e da curare. I sintomi dell'DOC si riscontrano anche in altri disturbi mentali, come la sindrome di Tourette. Diagnosi e cura corrette degli altri disturbi sono importanti per arrivare alla guarigione del DOC.In passato si pensava che il DOC fosse causato da esperienze di vita, ma c'è adesso l'evidenza che siano coinvolti fattori biologici e che il DOC sia legato ad un'anomalia nel funzionamento dei circuiti delle cellule nervose in specifiche aree del cervello. DOC non è causato da problemi familiari o da attitudini apprese durante l'infanzia, come un eccesso di pulizia o la convinzione che certi pensieri siano pericolosi o inaccettabili. Usando tecniche che permettono di vedere gli eventi all'interno del cervello umano vivente, come ad esempio la tomografia ad emissione di positroni (PET), i medici hanno potuto paragonare persone affette da DOC con persone non affette. I soggetti con DOC hanno un tipo di attività cerebrale diversa da quella di persone con altre malattie mentali e da quella di soggetti sani. Inoltre la PET rivela che nei pazienti affetti da OCD sia la terapia comportamentale che i farmaci producono modificazioni cerebrali. Queste possono rappresentare una spiegazione dei miglioramenti clinici prodotti dalla psicoterapia e dai farmaci. Altri studi sulla struttura cerebrale, effettuati attraverso la risonanza magnetica per immagini (MRI), hanno dimostrato che le persone affette da DOC hanno meno sostanza bianca dei soggetti normali, suggerendo così la presenza di un'anomalia cerebrale ampiamente distribuita.Altre teorie sulle cause di DOC evidenziano l'importanza dell'interazione tra comportamento e ambiente, delle convinzioni e le attitudini, nonché del modo di elaborazione delle informazioni. Sia le teorie comportamentale e cognitiva, che le spiegazioni biologiche sono importanti spiegazioni di aspetti diversi di come possa svilupparsi la malattia.La cura con i farmaci I farmaci che agiscono sulle azioni del neurotrasmettitore serotonina (5-HT) nel cervello possono ridurre in maniera significativa i sintomi del DOC. Di molti farmaci è stata comprovata l'efficacia (clomipramina, fluoxetina, fluvoxamina, sertralina e paroxetina). Più di tre quarti dei pazienti traggono almeno un minimo giovamento da tali farmaci; essi migliorano i sintomi del DOC in più della metà dei pazienti, riducendo la frequenza e la gravità delle ossessioni e delle compulsioni. Ci vogliono almeno tre settimane per notare il miglioramento. Se la risposta del paziente a uno di questi farmaci non è soddisfacente o si manifestano effetti collaterali inaccettabili, se ne può provare un altro per cercare di ottenere risultati migliori. I farmaci aiutano a tenere sotto controllo i sintomi, ma spesso se il paziente interrompe l'assunzione, può avvenire una ricaduta con conseguente rimanifestarsi dei sintomi. Anche dopo che i sintomi sono diminuiti molte persone devono continuare ad assumere i farmaci per un periodo indeterminato, anche se a un dosaggio minore.Terapia comportamentale La psicoterapia tradizionale, mirata ad aiutare il paziente a sviluppare una presa di coscienza (insight) dei suoi problemi, generalmente non è di grande aiuto per DOC. Tuttavia una terapia comportamentale specifica chiamata "esposizione e prevenzione della risposta" risulta efficace per molte persone. In tale approccio il paziente si confronta deliberatamente e volontariamente con l'idea o l'oggetto temuto, in realtà o attraverso l'immaginazione. Allo stesso tempo egli viene fortemente incoraggiato a non ripetere i suoi rituali, attraverso il sostegno e gli strumenti del terapeuta, e possibilmente di altre persone che il paziente coinvolge per assistenza. Ad esempio, un paziente che si lava le mani in maniera compulsiva può essere incoraggiato a toccare un oggetto che crede contaminato, e poi incitato a evitare di lavarsi per diverse ore, fino a che l'ansia sviluppata non diminuisce. La terapia, quindi, procede per fasi, regolate della capacità del paziente di tollerare l'ansia e controllare i rituali. Mentre la terapia procede, la maggior parte dei pazienti prova una graduale diminuzione dell'ansia causata dai pensieri ossessivi, ed è in grado di resistere agli stimoli compulsivi.Gli studi con la terapia comportamentale per DOC hanno provato che si tratta di una buona cura per la maggior parte dei pazienti che la portano a termine. E' importante per il paziente essere veramente motivato e assumere un atteggiamento positivo e determinato. Gli effetti positivi della terapia comportamentale persistono anche dopo che la cura è terminata.Anche la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può risultare efficace per DOC. Questa forma di terapia comportamentale si basa sul cambiamento delle idee e del modo di pensare del paziente.L'effetto dell'OCD sulle famiglie DOC ha delle conseguenze non solo sul paziente che ne è affetto, ma anche sui suoi parenti e amici. Le famiglie spesso hanno difficoltà ad accettare il fatto che la persona affetta da DOC non riesca ad interrompere un comportamento angoscioso. Se i parenti mostrano rabbia e risentimento, possono peggiorare tale comportamento. D'altronde, per mantenere la pace, possono aiutare nei rituali o cercare di rassicurare i malati. Tuttavia le famiglie possono imparare il modo di incoraggiare la persona affetta daDOC ad andare avanti con la terapia comportamentale e/o il trattamento farmacologico.FONTE: www.msd-italia.it 2006- edizione italiana del Manuale Merck di diagnosi e terapia

Istituto MEME
Ente di formazione accreditato presso la
Regione Emilia Romagna
associato
Université Européenne Jean Monnet
a.i.s.b.l. Bruxelles
Scuola di Specializzazione Triennale in
Arti Terapie e Musicoterapia
www.istituto-meme.it Invito - Ingresso libero

Sabato 5 dicembre 2009 ore 16.30
Sala Conferenze 4° piano
ISTITUTO MEME
Via Elia Rainusso, 144 - Modena
Manuale di
Arti terapie e Musicoterapia
Teorie e pratiche
Presentazione e Workshop


Manuale di
Arti Terapie e Musicoterapia
Teorie e pratiche:
Edizioni Marco Del Bucchia
Contributi di:
Sara Alberini, Marco Alessandrini,Marco Catelli, Michela Ambrosin,Elisa Bioli, Silvia Cavatorta,
Francesca Curti Giardina,Stefania De Donno, Sonia Fabbrocino,Roberta Frison, Giuliana Galante, Francesca Polverini,Giorgia Pugiotto, Anna Rossi,Anna Maria Russo, Patrizia Savani,Silvina Selmin, Lara Simonazzi,Ana Spasic, Laura Spinazzè,Barabara Tarozzi, Daniela Vecchi

Chairperson
Roberta Frison
Direttore Istituto MEME
Intervengono
L’ARTE TERAPIA
Daniela Vecchi
Lavorare con le immagini
Francesca Polverini
Modelli, tecniche e materiali dell’Arteterapia
Patrizia Savani
I diapason emozionali
Silvina Selmin
Arte e autismo
Sonia Fabbrocino
“Rappresentazioni d’oggetto”
LA MUSICOTERAPIA
Silvia Cavatorta
I “materiali” del musicoterapeuta: corpo, voce, strumenti
Giorgia Pugiotto
Musica in gravidanza
Francesca Curti Giardina
L'energia della voce e del canto
Anna Rossi
Anziani in musica
Giuliana Galante
Nuovi orizzonti della musicoterapia
Ana Spasic
Modulazione della risposta fisiologica attraverso la musica

mercoledì 25 novembre 2009

Freddy Mercury: Un mito


FREDDIE MERCURY:LA STORIA DI UN MITO



Vedi il gruppo su facbook: We will rock you

http://www.facebook.com/topic.php?topic=10700&uid=183405001375#/group.php?gid=183405001375



Freddie Mercury (Stone Town, Zanzibar, Tanzania, 5 settembre 1946 - Londra, Inghilterra, 24 novembre 1991), pseudonimo di Farrokh Bulsara, è stato uno dei più grandi cantanti rock di tutti i tempi.Figlio di Jer e Bomi Bulsara, il padre era un funzionario inglese di origine Parsi (una comunità di antica stirpe persiana residente in alcune zone dell'India e praticante un derivato dell'antica religione Zoroastriana). Freddie, nato a Stone Town, Zanzibar, si ritrovò a svolgere gli studi a Panchagani (Bombay), presso la Saint Peter's Boarding School. Ottimo studente dotato di un notevole talento artistico (era un ottimo disegnatore), Freddie eccelse anche nello sport: fu infatti un abile velocista e un discreto pugile, raggiungendo buoni risultati anche in altre discipline sportive come l'hockey su ghiaccio, il cricket e il tennis da tavolo.Questo comunque non gli impedì di farsi notare per la passione musicale che già nutriva, infatti dopo che il preside ne parlò con i genitori, Freddie prese parte alla classe di musica, entrando nel coro della scuola e imparando a suonare il pianoforte.L'Inghilterra poteva soddisfare la sua passione per l'arte, così mentre occupava le vacanze con dei lavoretti all'aeroporto di Londra Heathrow, concentrava la sua attenzione sulla pittura e sul design. Nel 1966 si iscrive alla scuola d'arte di Ealing e i suoi studi in illustrazione, grafica e design sono accompagnati dalla passione per Jimi Hendrix e per il suo idolo: John Lennon. Il suo gruppo preferito sono The Jacksons.Suo compagno di scuola in quel periodo fu Tim Staffell, bassista e cantante degli Smile, completati da Roger Taylor alla batteria e Brian May alla chitarra. Conobbe anche Cris Smith con il quale incominciò a scrivere canzoni. Terminò gli studi accademici nel giugno del 1969.Nello stesso anno si unirà agli Ibex di Liverpool, mentre lavora presso alcuni periodici di Kensington; gli Ibex cambieranno nome in Wreckage, ma si scioglieranno con l'arrivo degli anni settanta, che vedranno Freddie raccogliere un annuncio dei Sour Milk Sea che cercavano il cantante. Avendolo sentito in prova restano impressionati dalla voce di Freddie Bulsara, e partono per Oxford dove ci sono alcuni concerti ad attenderli. Dopo questa esperienza deciderà di seguire la band dell'amico Tim Staffell, dando alcuni consigli su come fare i concerti; dopo non molto Tim Staffell accetterà un'ottima proposta in un altro gruppo lasciando così gli Smile.Freddie - che condivideva una bancarella di abiti usati con Roger Taylor - accoglie l'invito dell'amico e sostituisce Tim Staffell negli Smile, ai quali cambierà nome in Queen, cambierà anche il suo in Freddie Mercury, in onore di Mercurio, il messaggero degli dei. Durante questo periodo conosce e si innamora di Mary Austin (con la quale convivrà per sei anni). Nel 1971, Freddie opta per John Deacon come bassista; la scelta si rivelerà favorevole per il successo del gruppo.Sul palco, Mercury si esibiva con gestualità teatrale incantando il pubblico, trascinato da un personaggio tanto carismatico. La sua carriera musicale lo vede al centro dell'attenzione di tutto e tutti, media compresi. Sebbene sul palco Freddie si mostrasse come una persona spregiudicata e energica, lontano dalla luci dei riflettori era una persona timida e riservata.Dopo numerosi propositi nel 1985, il 29 aprile esce il primo album solista di Freddie, Mr. Bad Guy. L'opera lasciò dubbiosa la stampa, anche per il fatto che si trattava di un mix di elementi musicali eterogenei. Il disco si ricorda per canzoni comunque belle e importanti quali Made in Heaven (che ritroveremo nell'omonimo disco del 1995 dei Queen, in versione diversa) e la title-track.Nel 1987 esce Barcelona, famosissimo duetto con la soprano Montserrat Caballé, un disco per molti versi innovativo che per la prima volta unisce il rock all'opera (strada che verrà seguita da Luciano Pavarotti e altri in seguito). La title-track diventa inno ufficiale dei giochi olimpici di Barcellona 1992 .Nel 1980, un'altra importante svolta nella sua carriera musicale e nella sua vita privata. Freddie, probabilmente conscio di non essere totalmente eterosessuale, trasforma il suo rapporto di amore e passione con Mary Austin in un rapporto di amore fraterno.Si mostrerà al pubblico con un look vistosamente differente, capelli corti e baffi secondo il look detto "clone", come a segnare una rottura con il passato. Il 1981, sarà un anno di transizione, la vita pazza e sregolata di Monaco mette a dura prova la sua persona e alcune sue amicizie.Dopo una parentesi solistica con l'album Mr. Bad Guy (in riferimento a sé stesso) che non ottenne molto successo, tornò a lavorare sul progetto Queen, vivendo liberamente la propria omosessualità, spesso schernendo gli intervistatori che gli chiedevano se fosse gay, a volte negando e altre volte ammiccando e dicendo frasi come "sono gay come una giunchiglia"; insomma non ammise mai apertamente di essere omosessuale, ma non fece nulla per smentirlo. Arrivò addirittura a girare un videoclip in cui lui e tutti i componenti dei Queen apparivano provocatoriamente travestiti da donne (sebbene la proposta originale fu di Roger Taylor, il batterista, da un'idea della sua ragazza, cfr. Gunn-Jenkins 1992 "Queen la biografia ufficiale" pg.188), smentendo però la connotazione omosessuale del video con questa frase: "Ma il travestimento del video di "I Want to Break Free" non è affatto una dichiarazione di appartenenza gay. Se avessi fatto una cosa del genere, la gente si sarebbe messa a sbadigliare. Mio Dio, guarda Freddie che dice di essere gay perché è una cosa di moda."Tuttavia il Freddie Mercury vero era quello del palcoscenico, autore di successi musicali che superano tempo e culture differenti, quello che accolse la sfida di produrre la colonna sonora di Highlander (oltre che di Flash Gordon di Dino De Laurentiis), e che cantò con Montserrat Caballé quando ancora Pavarotti non aveva ideato il suo Pavarotti and FriendsNel 1987, aveva ormai abbandonato la sua vita ricca di eccessi. Difatti non partecipò più a concerti live, dicendo che un uomo di 40 anni non poteva saltare con una calzamaglia indosso, non volendo dichiarare pubblicamente di avere l'AIDS; alcune testate scandalistiche cominciavano a sospettare che qualcosa non andasse.Si fecero sempre più rare le apparizioni pubbliche, quasi nulle, ed egli visse sempre più nella sua villa a Kensington. Freddie nascose il terribile segreto della sua malattia anche agli altri membri dei Queen, per evitare che si potessero preoccupare per lui, impedendogli di cantare.Il canto, infatti, era la cosa che più gli dava sollievo, e così dall'Inghilterra si trasferì in Svizzera a Montreux, dove acquistò una villa sul lago, nella quale incise alcune tra le più intense canzoni dei Queen. Cantò quasi fino alla fine, fece l'impossibile per i suoi fan, spesso, facendosi pregare di smettere dagli altri componenti del gruppo, ma la musica e l'amore della gente erano le cose più importanti per lui. Memorabile la sua ultima apparizione in pubblico nel video della canzone "These are the days of our lives" del suo ultimo album Innuendo: Freddie appare in uno stato a dir poco pietoso: è molto dimagrito, ha le occhiaie, veste elegante e non porta più i suoi celebri baffi.Rientrò in Inghilterra pochi mesi prima della fine, per stare vicino ai suoi cari. Solo 24 ore prima dell'annuncio della sua morte era stato diffuso un comunicato stampa con l'ammissione di avere l'AIDS:Il sipario cala alle 18:48 di domenica 24 novembre 1991. Morì nella sua casa ed il suo corpo, cremato, è conservato dalla famiglia (un'altra tesi ritiene le ceneri disperse nel lago di Ginevra, davanti alla "sua" Montreux). Il suo funerale ebbe luogo in forma privata secondo rito zoroastriano.
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Dominion - Londra

We will rock you
Dominion Teathre- Londra

BohmianRapsody- Testo

Bohemian Rapsody

Is this the real life Is this just fantasy Caught in a landslide No escape from reality Open your eyes Look up to the skies and see I'm just a poor boy, I need no sympathy Because I'm easy come, easy go, A little high, little low, Anyway the wind blows, doesn't really matter to me - to me,
Mama, just killed a man, Put a gun against his head, Pulled my trigger, now he's dead, Mama, life had just begun, But now I've gone and thrown it all away, Mama, ooo, Didn't mean to make you cry If I'm not back again this time tomorrow Carry on, carry on, as if nothing really matters
Too late, my time has come, Sends shivers down my spine, Body's aching all the time, Goodbye everybody - I've got to go Gotta leave you all behind and face the truth Mama, ooo, I don't want to die, I sometimes wish I'd never been born at all
I see a little silhouetto of a man, Scaramouch, scaramouch will you do the Fandango Thunderbolt and lightning - very very frightening me Gallileo, Gallileo, Gallileo, Gallileo, Gallileo figaro - Magnifico But I'm just a poor boy and nobody loves me He's just a poor boy from a poor family Spare him his life from this monstrosity Easy come easy go, will you let me go Bismillah! No-, we will not let you go-, let him go, Bismillah! We will not let you go-, let him go, Bismillah! We will not let you go-, let him go, Will not let you go-, let me go, Will not let you go-, let me go, No, no, no, no, no, no, no Mama mia, mama mia, mama mia let me go Beelzebub has a devil put aside for me, for me, for me-
So you think you can stone me and spit in my eye So you think you can love me and leave me to die Oh Baby - Can't do this to me baby Just gotta get out - just gotta get right out of here
Nothing really matters, Anyone can see, Nothing really matters, nothing really matters to me,
Anyway the wind blows...

Bohemian Rapsody

E' la vita reale questa?O è solo fantasia?Intrappolato in una franaNessuna via di fuga dalla realtàApri gli occhiGuarda il cieloSono solo un povero bambino, non ho bisogno di compassionePerchè vengo preso e vengo perso facilmenteUn po' in alto un po' in bassoIn qualsiasi direzione soffi il vento, a me non importa - a me
Mamma ho appena ucciso un uomoGli ho puntato una pistola alla testaHo premuto il grilletto ed ora è mortoMamma la vita era appena iniziataMa ora me ne sono andato ed ho buttato via tuttoMamma ooohNon volevo farti piangereSe domani a quest'ora non sarò ritornatoTira avanti, tira avanti, come se nulla avesse importanza
Troppo tardi, è giunta la mia oraSento dei brivi sulla mia schienaIl corpo mi fa male in continuazioneAddio a tutti - devo andarmeneDevo lasciarvi tutti indietro e affrontare la veritàMamma ooohNon voglio morireA volte non vorrei nemmeno essere mai nato
Vedo una piccola silhoutte di un uomoFurfante furfante farai ilFandangoTuoni e fulmini - mi spaventano tantoGalileo GalileoGalileo GalileoGalileo figaro - MagnificoMa sono solo un povero bambino e nessuno mi vuole beneLui è solo un povero bambino di una famiglia poveraRisparmia la sua vita da questa mostruositàPresto preso e presto perso, lasciami andareBismillah!(*)No - non ti lasceremo andare - lasciatelo andare!Bismillah! Non ti lasceremo andare - lasciatelo andare!Bismillah! Non ti lasceremo andare - lasciatelo andare!Non ti lasceremo andare, lasciatemi!Non ti lasceremo andare, lasciatemi!No, no, no, no, no, no, noMamma mia, mamma mia, mamma mia lasciatemi andareBelzebù ha messo al mio fianco un demone per me, per me, per me
Così pensi di potermi lapidare e sputarmi negli occhiCosì credi di potermi amare e lasciarmi morireOh baby, non puoi farmi questo babyDevo solo andarmene - devo solo andarmene di qui
Niente ha alcuna importanzaChiunque lo può capireNiente importa veramente, niente mi importa veramente
In qualsiasi direzione soffi il vento...

Dott.ssa Giuliana Galante

Per non dimenticare: Freddy Mercury


Profilo vocale

Sebbene nel parlare il suo timbro di voce evidenziasse notevoli capacità da baritono, Mercury si esibiva preferibilmente su brani da tenore. Dopo la morte, Montserrat Caballé, memore della collaborazione con il frontman britannico, disse di lui: «La differenza tra Freddie e la maggior parte delle altre rock star era che lui stava vendendo la voce». Con il prosieguo della carriera con i Queen, Mercury avrebbe sempre più modificato le note alte dei propri brani live, spesso armonizzando per tre o cinque secondi; specialmente negli ultimi concerti, infatti, la sua voce patì alcuni problemi legati ai noduli vocali[1].
Era in grado di produrre un suono pari a tre ottave di estensione senza utilizzare il
falsetto, mentre avvalendosi di quest'ultimo avvicinava le quattro.

Compositore

Delle diciassette canzoni presenti nell'album-raccolta dei Queen
Greatest Hits, ben dieci furono scritte da Mercury: Bohemian Rhapsody, Seven Seas of Rhye, Killer Queen, Somebody to Love, Good Old-Fashioned Lover Boy, We Are the Champions, Bicycle Race, Don't Stop Me Now, Crazy Little Thing Called Love e Play the Game.
L'aspetto caratteristico del suo stile da compositore era la variegata gamma di stili che riusciva a incorporare nelle proprie opere; dal
rockabilly al rock progressivo, dall'heavy metal alla disco music. In un'intervista del 1986 dichiarò: «Odio fare le stesse cose più volte. Mi piace osservare il modo in cui si evolve il mondo della musica, del cinema, del teatro e integrare gli elementi caratteristici di ognuno di essi[44]». Rispetto ad altri celebri cantautori, l'artista britannico tendeva a creare anche complesse melodie[45]. Per esempio in Bohemian Rhapsody si rilevano un'articolata struttura di base e una molteplicità di accordi, mentre Crazy Little Thing Called Love è un brano incentrato sul ripetersi di alcuni semplici suoni.
La maggior parte dei suoi pezzi si abbinava a un accompagnamento al pianoforte
[45].
Esibizioni dal vivo [
modifica]

Il leader dei Queen con la bandiera del Brasile durante il Rock in Rio del 1985
Freddie Mercury è ricordato, tra le altre cose, per le performance live nelle quali era solito esibirsi con una particolare mezz'asta di sostegno al microfono. I concerti si tenevano in stadi ed erano animati dallo stesso artista con atteggiamenti teatrali che mandavano in visibilio la folla
. David Bowie al Freddie Mercury Tribute Concert ricordò l'esperienza con i Queen per Under Pressure e descrisse il leader della band come «un uomo capace di tenere il pubblico nel palmo della propria mano».
L'esibizione dei Queen al
Live Aid del 1985, che chiamò a raccolta oltre 72.000 fan, è stata giudicata da un gruppo di esperti come la miglior performance live nella storia della musica rock; tali risultati furono trasmessi da un programma televisivo britannico, intitolato The World's Greatest Gigs.
Nel corso della carriera il cantante di Stone Town tenne circa 700 concerti con il proprio complesso. I Queen furono tra i primi a suonare nell'
America del Sud, battendo in questo luogo il record di pubblico per un concerto (250.000 paganti), nel 1981 allo Stadio Cícero Pompeu de Toledo. Cinque anni più tardi significativi furono gli spettacoli a Budapest, nei pressi della Cortina di ferro e a Knebworth Park, ultima esibizione dal vivo di Mercury.

We will rock you

Londra: 16 /11/ 2009 Spettacolo dei Queen
We Will Rock You

martedì 24 novembre 2009

Corsi on line - Formazione per terapeuti- Musicoterapeuti


Ecco un sito per pofessionisti che vogliono continuare la formazione senza spendere delle migliaia di euro, ecco la pagine per iscriversi ai corsi:




Dott. Stefano Sirri- Psicologo Clinico - Consulente Marketing- Master in PNL - Certified Hypnotherapist- Responsabile settore Marketing e Collaboratori - Cesena- e-mail: mailto:ssirri@humantrainer.com


Dott.ssa Giuliana Galante
cell. 376655657

Pubblicazioni- Musicoterapia e psicoterapia

Pubblicazioni di Articoli di Musicoterapia
Uno dei problemi di chi ha appena terminato una scuola di specializzazione spesso è quello di farsi conoscere rispetto alle proprie esperienze, è come sentirsi un pò soli, ma esperti, una sensazione che chiunque si occupa di terapia ha provato almeno una volta nella vita, me compresa.
Il mio invito invece è quelo di far sentire la propria voce attraverso articoli, spunti professionali e personali, insomma essere presenti nel panorama dei media, per fare autopromozione web, per questo ho creato il mio blog, chiunque voglia pubblicare su questo blog deve solo mandare una mail al seguente indirizzo:
con i seguenti dati:
nome- mail- blog (Chi ne ha uno) e di conseguenza l'articolo.
Inoltre per chi si occupa di psicoterapia consiglio il segunte link riportato di sotto. Grazie.

Richiedere la pubblicazione di un proprio articolo su www.nienteansia.it è semplice.
Poco più sotto è riportato il nostro indirizzo di posta elettronica: per inviarci i propri scritti è sufficiente cliccare su di esso in modo da aprire il proprio programma di posta predefinito e spedirci una email con l’articolo (o più articoli) in allegato.
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Dott.ssa Giuliana Galante
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martedì 10 novembre 2009

Cupola di vetro Reichstag


Vacanze a Berlino - Luglio 2008



Muro di Berlino- Centro di Documentazione nella Bernauerstraße
Muro di Berlino (16 novembre 1989)


Il muro di Berlino e la "striscia della morte", fotografia del 1986, si intravede una squadra di pionieri che ripulisce la striscia da rifiuti gettati oltre il muro

One - U2

Is it getting betterOr do you feel the sameWill it make it easier on you now You got someone to blameYou say...One loveOne lifeWhen it's one needIn the nightOne loveWe get to share itLeaves you baby if you Don't care for itDid I disappoint youOr leave a bad taste in your mouthYou act like you never had loveAnd you want me to go withoutWell it's...Too lateTonightTo drag the past out into the lightWe're one, but we're not the sameWe get to Carry each otherCarry each otherOne...Have you come here for forgivenessHave you come to raise the deadHave you come here to play JesusTo the lepers in your headDid I ask too muchMore than a lotYou gave me nothingNow it's all I gotWe're oneBut we're not the sameWell we Hurt each otherThen we do it againYou sayLove is a templeLove a higher lawLove is a templeLove the higher lawYou ask me to enterBut then you make me crawlAnd I can't be holding onTo what you gotWhen all you got is hurtOne loveOne bloodOne lifeYou got to do what you should One lifeWith each otherSistersBrothersOne lifeBut we're not the sameWe get to Carry each otherCarry each otherOne...lifeOne
Non c'è altro da aggiungere.
Dott.ssa Giuliana Galante
cell 3476655657





"La Culla Sonora"

Ecco la culla sonora che la Dott.ssa Monica Maccaferri, Musicologa, Musicoterapista. Responsabile del Centro Comunale di Musico- terapia “M. Uboldi” di Novellara, ha fornito alla scuola dell'Infanzia "Arcobaleno" di Carpi (MO), per la realizzaione di un progetto di Musicoterpia a cura delle insegnanti, in particolar modo l'insegnante di sostegno di S., Giuliana Galante, musicoterapeuta e specializzanda in Counseling Scolastico.
Si tratta di un vero e proprio corpo vibrante che riproduce la sensazione di contenimento del corpo materno (battito cardiaco, flusso sanguigno, respirazione, contrazioni muscolari) suoni e vibrazioni che riempiono l'universo del bambino seduto all'interno. Ogni vibrazione si propaga nelle pareti di legno, il movimento a doldolo porta al bambino il messaggio della presenza del terapeuta, presenza che non ha solo un valore fisiologico e funzionale, ma che si carica di valenze emotive ed affettive molto profonde. Allo stesso modo il suono è il veicolo privilegiato del contatto d'amore tra madre e bambino.
Dott.ssa Giuliana Galante
ce.. 3476655657
e- mail: giulygala@tiscali.it

Da dove parte il suono......
"...tutto è suono, null'altro che suono. Sono suoni gli astri, i loro pianeti e il loro contenuto. Gli elementi appartengono al suono come pure ciò che formano, dai corpi più semplici a quelli più complessi: il mondo vegetale e il regno animale. L'essere umano è suono, anche se non lo sa o lo ha dimenticato".
Alfred Tomatis

Fin dal primo momento, l’embrione comincia a essere immerso in un universo sonoro che lo accompagna durante i nove mesi di gestazione. Comincia così un massaggio sonoro che lo aiuterà a crescere. Il primo tentativo di ‘udito’ che compie l’embrione a poche settimane di vita altro non è che una “carezza vibratoria”.Nel corpo della madre si propagano tante sonorità da creare un vero e proprio concerto ritmico, avvolgente e vitale. Innanzi tutto il battito cardiaco che “culla” l’embrione con la sua presenza costante e rassicurante; poi il flusso sanguigno, il suono della respirazione e dei movimenti diaframmatici, i borborigmi intestinali, il rumore delle articolazioni e lo svuotamento dello stomaco sono tutte fonti sonore che costituiscono una stimolazione per il feto.
E poi la voce materna che giunge all’embrione dall’interno stesso del corpo, primo grande generatore della relazione mamma/bambino. Non appare strano, quindi, che il suono abbia un effetto così stimolante sullo sviluppo dell’embrione e del suo sistema nervoso.Al sesto mese di gestazione il feto è realmente in grado di udire i suoni, ma non tutte le frequenze giungono al suo orecchio. Il liquido amniotico agisce da filtro che trasmette solamente determinate frequenze provenienti dall’esterno. Tra i suoni udibili dal feto vi sono quelli molto gravi e alcuni suoni acuti. I suoni troppo forti non sono graditi dal bambino in utero. Ci sono testimonianze di madri che si sono dovute allontanare da fonti sonore troppo forti, obbligate dalle scalcianti proteste del loro bimbo.Il momento in cui la madre comincia ad avvertire i movimenti del bambino segna un notevole cambiamento nella loro relazione. Essa comincia a parlargli in una forma più profonda e diretta. E il suono che gli arriva è di conseguenza senza dubbio più intenso.
IL MONDO SONORO DELLA MAMMA
Abbiamo visto come i suoni materni riempiono l’universo vitale del feto. Ognuno di questi suoni è, per il bambino, portatore del messaggio della presenza della madre, presenza che non ha solo un valore fisiologico e funzionale, ma si carica anche di valenze emotive ed affettive molto profonde. L’attività fisica della madre, i suoi pensieri, le sensazioni che prova e le emozioni che vive si rispecchiano all’interno del suo corpo con sonorità variabili. L’accelerazione del battito cardiaco e del flusso sanguigno, la velocità respiratoria e le contrazioni muscolari modificano le vibrazioni ritmico-sonore in cui è avvolto il bambino, con le quali empaticamente entra in risonanza e ne percepisce le variazioni.
Lo stato d’animo della madre e il suo tono vibratorio sono percepiti perfettamente dal bambino, cosicché vibrando la mamma di gioia, fa vibrare anche il bambino di gioia, mentre calmandosi e rassicurandosi dopo una forte emozione, rassicura anche lui.Ecco perché è così importante parlare e cantare al bambino, perché si instaura una vera e propria consonanza, in cui il suono è l’oggetto intermediario che permette e facilita la relazione, il dialogo e l’empatia.Il suono è il veicolo privilegiato del contatto d’amore tra madre e bambino.Nell’ultimo trimestre di gestazione, quando i movimenti del bambino sono maggiormente evidenti, l’ascolto di se stessa come madre si trasforma sempre più in ascolto del bimbo e nel suo dialogo con lui.Per la madre diventa sempre più facile rendersi conto che il proprio bambino realmente percepisce, sente, ode. Egli riceve il suono materno ma anche gran parte dei suoni del mondo esterno.È in questo periodo che l’orecchio del bambino mette in funzione processi cognitivi di riconoscimento e di memorizzazione. Infatti, si è dimostrato che egli sa riconoscere determinate voci alle quali offre precise risposte motorie e fisiologiche (frequenza del battito cardiaco) e sembra prediligere alcune musiche piuttosto che altre. Un fatto è certo: che egli, una volta venuto alla luce, sa riconoscere perfettamente le musiche ascoltate frequentemente durante la gestazione, e spesso reagisce rilassandosi e tranquillizzandosi al loro ascolto, come se lo riportassero verso il mondo accogliente e protettivo del ventre materno.Ricapitolando, possiamo affermare che la madre vibra per il suo bambino come uno strumento musicale, offrendogli così la sua energia e la sua poesia, mentre egli vibra in lei in un dialogo sonoro che rende entrambi “per-sona”, dialogo che rappresenta la culla sonora della vita.
E I PAPÀ?
Anche i papà vibrano profondamente con il loro bambino. I nove mesi costituiscono una gestazione anche per loro, un tempo e un cammino necessari per essere condotti dall’identità di uomo a quella di padre.Il suono dell’uomo è indispensabile per il buon decorso della gestazione e un pieno equilibrio di crescita del bambino nella pancia della mamma.Come la madre incorpora il bambino nel vero senso della parola nel proprio essere fisico, così il padre lo “incorpora” nel proprio nucleo psichico e immaginario, avvolgendolo in una sorta di abbraccio mentale e affettivo.
Il pensare e l’amare il bimbo da parte del padre rappresentano una “musica” sottile che sicuramente giunge al feto, preparando per lui la migliore accoglienza che si possa immaginare. Ma se questi pensieri e questo amore si fanno voce, allora l’accoglienza diventa un vero legame precoce in cui padre e bambino possono realmente percepirsi reciprocamente ed entrare in risonanza.Sappiamo che le frequenze basse sono quelle che giungono con maggior facilità al feto attraverso il filtro del liquido amniotico. Le voci maschili entrano bene in questo raggio di frequenze per cui il bambino può udire facilmente la voce del papà. La percezione più chiara è possibile quando la voce risuona a una distanza di 10-20 cm. dalla pancia. Il padre può così parlare vicino al bambino, cantare per lui, e se al suono della voce si aggiunge il contatto della mano sul ventre, la sua presenza sarà ancora più diretta e gradita. Allora le risposte del feto non mancheranno, risposte anche qui di carattere fisiologico e motorio, alcune molto evidenti come i calcetti e le capriole che permettono al bimbo di spostarsi in utero per avvicinarsi al punto di provenienza del suono e del contatto. Questo può essere uno dei primi giochi divertenti da fare con il papà!Si è riscontrato che le frequenze più gravi vibrano nella parte bassa del corpo e soprattutto a livello osseo e muscolare, così come le frequenze acute vibrano nella parte altra e a livello nervoso. Potremmo dire, quindi, che la voce maschile contribuisce a un consolidamento della struttura corporea del bambino, offrendo così forza e stabilità al fisico in crescita.Il suono della voce paterna è importante anche perché rappresenta la prima porta verso una realtà esterna.
Mentre i suoni uterini e la voce della madre permettono al feto, a poco a poco, di differenziarsi dall’ambiente fluido che lo avvolge e lo aiutano a plasmare una prima identità del sé come essere separato da lei, la voce del padre è il primo suono affettivo e vibrante che gli parla dal mondo esterno che dischiude per lui le porte che separano il dentro dal fuori e che lo accoglie in modo invitante alla vita che lo attende. Una volta nato, il bimbo riconoscerà questa voce fra tutte le altre e saprà che un legame è già esistente.
MUSICA E CANTO IN GRAVIDANZA
Durante la gravidanza è consigliabile condurre attività artistiche ed espressive. Data l’importanza del suono nel processo di gestazione, il canto e la musica sono tra le attività più indicate.
Ogni essere umano possiede una propria “identità sonora” che lo caratterizza. Ciò significa che ognuno entra in risonanza con certi stili musicali piuttosto che con altri dando la preferenza alle proprie modalità di espressione. Molte madri sono coscienti di ascoltare determinate musiche non solo perché piacciono loro, ma anche perché piacciono al bambino.Abituarsi a comunicare con i suoni, con il corpo, con lo sguardo significa ampliare incredibilmente il proprio
vocabolario, utilizzare un linguaggio intuitivo e affettivo che sarà poi la base del sistema comunicativo con il neonato.Il canto è vita e nessuna madre è stonata per il proprio bambino. Nell’emissione vocale tutto il corpo entra in vibrazione. Le vibrazioni sonore aiutano il rilassamento dei tessuti e provocano l’autoanalgesia. Ma la voce umana non è solo pura frequenza sonora e vibratoria, ma si carica anche di valenze affettive ed emotive che la rendono preziosa.Naturalmente questi processi avvengono automaticamente, al di fuori della coscienza, ma è pur sempre interessante conoscerli e sapere che una voce vibrante e piena di amore mette in movimento e in risonanza l’essere intero.Per concludere:
La musica aiuta nello sviluppo di un carattere aperto, socievole, cooperativo, tollerante e ben disposto all’ascolto degli altri.
La musica è una ricchezza culturale che offrirà al bimbo un’identità sociale e un rassicurante senso di appartenenza e al tempo stesso una possibilità di avvicinamento ad altre culture con apertura e tolleranza.
Fare musica con il proprio bambino. Ascoltare tanta musica, ma soprattutto cantare con lui, perché nessuna registrazione può sostituire la vitalità e il significato affettivo della voce.
Giocare, improvvisare, inventare e creare musica.
Vivere un’intera vita armoniosa e musicale!

Tratto da: www.gravidanzaconsapevole.org/course3-6.html -

lunedì 9 novembre 2009

Da:http://www.voce.it/edicola/index.html?section=articolo&id=237&artid=7488

VOCE del 10 gennaio 2008 » Lista articoli » Scheda articolo» Persone:

Ha insegnato a generazioni di allievi la lingua delle note - Maria Luisa Cavazzoli Lugli
Carpi - Ha lasciato nella storia dell'insegnamento della musica a Carpi un segno appena un po' più breve della sua intera esistenza. Se n'è andata nei giorni scorsi a 87 anni, Maria Luisa Cavazzoli Lugli, fondatrice della Corale "Giuseppe Savani" e, successivamente, della "Pierluigi Da Palestrina": due istituzioni che hanno inserito Carpi fra le città italiane più attive nel canto corale. Ma prima ancora di un'organizzatrice di iniziative nel campo della musica, Cavazzoli Lugli è stata una musicista, autentica e appassionata, diplomata al Conservatorio di Parma in compimento superiore di pianoforte e autrice anche di diverse composizioni. Il suo nome, tuttavia, resterà per sempre legato alla promozione didattica che mise in pratica la prima volta da ragazza, durante il periodo bellico, facendo conoscere la musica alle ospiti della Casa della Divina Provvidenza dove lei prestava attività di volontariato. Docente all'Istituto San Tomaso d'Aquino di Correggio e con supplenze a Modena in cui ebbe come allievo anche il cugino Francesco Guccini, approderà successivamente alla media "Guido Fassi" di Carpi. In quello che sarebbe divenuto il suo lavoro principale, lasciato a 62 anni, Maria Luisa Cavazzoli Lugli si rivelerà un'insegnante impegnata e innovativa, arrivando subito a introdurre il flauto dolce per la lettura della musica, a supporto di quella che si chiamava l'"alfabetizzzazione musicale" di allievi che non avevano la minima idea di che cosa significasse il linguaggio delle note. Proprio per questo, in quel decennio di intense sperimentazioni ed esplorazioni didattiche nel campo dell'espressività non verbale, diventò un fondamentale punto di riferimento della didattica musicale per allievi, docenti, genitori e istituzioni. In parallelo all'attività scolastica, sempre in quegli anni Settanta che l'hanno vista promotrice instancabile, sviluppò un corso musicale femminile, prima di dar vita, nel 1974, alla Corale "Savani" e, subito dopo, alla formazione del coro dei piccoli cantori carpigiani, al quale lavorerà per un decennio. E' del 1987, infine, la creazione della Corale "Da Palestrina" che lascerà poi alla direzione di Andrea Beltrami. La sua esperienza e professionalità nella direzione di coro le valsero inviti a convegni in diverse località della Penisola. Una delle sue ultime immagini ce la restituiscono, alla festa della casa di riposo Tenente Marchi del settembre scorso, mentre accompagna un improvvisato coro di anziane ospiti della struttura: china sulla tastiera e intenta al suo lavoro, con la dedizione e la passione di sempre e come fosse la prima volta.
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venerdì 6 novembre 2009







Projectwork

“Il tappeto dei sensi”

AMBITO DI INTERVENTO

Scuola dell’Infanzia …………., (MO)

Ambito riabilitativo - terapeutico di Gruppo( Piccoli gruppi)

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Utente:….L.

Anni: …

Diagnosi: Paralisi cerebrale infantile…

Neuropsichiatra: Dott.ssa….

Luogo: (MO)

L'intervento di Counseling Espressivo è stato richiesto dalla famiglia.

OBIETTIVI

Promuovere il riconoscimento di L. come componente della sezione
Favorire l’integrazione all’interno della sezione col gruppo classe
Tradurre costantemente i contenuti sensoriali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:CorpoVoce - stimoli VocaliAmpliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze tattili
Associare l’oggetto visivo alla componente verbale – Abbinamento nome / materialeCreare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi visuo- tattili) fuori dalla sezione in momenti non didatticiMODELLI DI RIFERIMENTO
La metodologia utilizzata è “centrata” sul paziente, dall’ascolto passivo all’esplorazione dei materiali, fino ad arrivare gradualmente all’accompagnamento tattile- vocale, lavorando insieme al gruppo come facilitatore d’apprendimento .I momenti individuali sono stati importanti per stabilire un rapporto e la comunicazione con L. in modo significativo.

SETTING

Un’aula polivalente della scuola adibita al progetto, con uno spazio ampio centrale e

un tappeto morbido (quadrato) posizionato al centro della stanza.


TECNICHE E MATERIALI UTILIZZATI

· Ascolto Passivo- attivo

· Lavoro in piccoli gruppi con la classe in momenti non didattici

· Il dialogo tonico: alla base della relazione primaria madre-bambino e della

costruzione dell’alfabeto primario emotivo

· Prima della comparsa dello scambio verbale, il tono rappresenta il principio

informatore della relazione del soggetto con il mondo, ciò che trasforma una

posizione in postura, un suono in un vocalizzo, un lamento in una richiesta ad

un bisogno.

· Il tappeto è costruito dal gruppo dei pari durante l’attività didattica per donarlo

a L. una volta ultimato.



MATERIALI:

· Tappeto morbido
· Cuscino ad aria
· Plastica, stoffa, carta, etc…
· Teli morbidi
· Stereo: basi /CD



TEMPI:

gennaio ‘10/ Giugno 2010


VERIFICA:

Sono previsti 3 incontri di verifica in itinere con le insegnanti della sezione nel mese

di gennaio e marzo, infine un ultimo incontro all’inizio di giugno.

RIFLESSIONI E CONCLUSIONI:

Alla fine dell’anno scolastico il lavoro svolto sarà reso alla famiglia come

restituzione del percorso svolto durante l’anno


La Musicoterapeuta

Dott.ssa Giuliana Galante
Cell. 376655657
E. Mail: giulygala@tiscali.it

giovedì 5 novembre 2009

AMBITO DI INTERVENTO - Cantoterapia
……………………..

Ambito riabilitativo - Cantoterapia di Gruppo

………………………


DESCRIZIONE DEL PROGETTO

………………….

OBIETTIVI

………………………

SETTING

…………


TECNICHE E MATERIALI UTILIZZATI

………………….

TEMPI

…………………….
RIFLESSIONI E CONCLUSIONI


CATAMNESI


Tecniche riscaldamento vocale
Durata dell’incontro circa 45’

Proporre una base di ascolto (Es. musica classica) come sottofondo

Il paz. Chiude gli occhi, proporre di rilassare le parti del corpo singole:
piedi
gambe
pancia
dorso
braccia
collo
capo
proporre di continuare a respirare liberamente ( 3 min)
proporre di percepire il battito cardiaco
dopo:
5 respiri brevi
5 respiri lunghi (trattenere l’aria nello stomaco)
Disporre le breccia in avanti:
3 resp. Brevi
3 resp. Lunghi

Dopo si propone il brano
Si legge
Si commenta
Si canta senza musica (Per singola strofa)
Solo alla fine musica o base come sottofondo( Restituzione positiva e gratificazione)









Giuliana Galante- Musicoterapeuta
CELL. 3476655657
E- mail: giulygala@tiscali.it

Questo articolo nasce dall’ esigenza personale di ringraziare il coro “Alle porte del bel Canto”, composto da un gruppo di 15 anziani con una gran volontà di affrontare le difficoltà che comporta essere affetti da Morbo di Parkinson, far sentire la propria “VOCE” comunque e sempre; a proposito posso solo dire di aver imparato moltissimo da persone stupende. Sin dal primo incontro sono tutti molto motivati, alcuni di loro hanno seguito un percorso lo scorso anno, è presente anche una signora affetta da Distrofia Miotonica. Ognuno prende uno strumento a scelta, ci presentiamo anticipando il nome con un suono . L’assistente che li accompagna mi spiega cosa hanno fatto in precedenza, è anche un po’ invasiva, ma non interviene e partecipa all’incontro. Il sig. Carlo mi da un fascicolo con dei brani che hanno cantato l’anno scorso, mi fanno capire che oltre a suonare la loro esigenza è cantare , solo pezzi in italiano, cantiamo suoniamo sulla marcia turca di Mozart. Alla fine mi chiedono di cantare per loro, introduco una strofa di Summertime al piano. Mi salutano dicendo che ci vediamo la settimana prossima. Mi sono accorta che questo gruppo ha bisogno di essere guidato, se non si sentono accompagnati non vedo alcun input da parte loro. Probabilmente è una questione legatoa non tanto all’età quanto alla loro condizione di vita quotidiana, facendo Ginnastica, Logopedia, che sono attività strutturate, non sono abituati ad esprimersi liberamente. Quindi ogni momento sarà più strutturato e il ruolo della terapeuta direttivo, dunque anche la metodologia. Uno degli obiettivi è lasciare loro uno spazio in cui si sentano liberi, facciano proposte, si attivino, mi dicano cosa vogliono e come vogliono farlo. Ovvio che a questo ci arriveremo tra un bel po’ di tempo. Iniziamo con esercizi di respirazione, percepiamo il nostro respiro e l’aria che attraversa il nostro corpo, dalle cavità nasali allo stomaco. Io li aiuto, mi avvicino a ognuno di loro e li regolo, dando il via e mettendo la mano sulla pancia, spiego a cosa serve l’esercizio e spiego che quando cantiamo è importante respirare nei punti giusti, abbassando il più possibile il diaframma, e come dosare il respiro in uscita. Un pezzo che a loro piaceva molto è stato: l’ Inno d’Italia- Mameli- Mameli(1847). Ogni parte veniva letta letto, una frase a testa, poi lo si cantava senza musica, dopo si introduceva la tastiera. Si è Cantato insieme, con l’aggiunta di parti solo suonate, in cui si suonava, e si ripeteva il ritornello alla fine, ma l’inno è molto sentito da tutti( alcuni di loro hanno visto nascere la Prima repubblica) mi dicono che l’inno bisogna conoscerlo a fondo e studiarlo, quindi mi informerò al meglio, e sarà l’argomento che tratteremo. Mi sembrano contenti del discorso del canto, si impegnano molto e mi seguono, quindi il percorso di fondo sarà non solo Musicoterapeutico, ma anche basato sulla Cantoterapia, tecniche di canto, tecniche di mimica facciale e di respirazione. [...] Leggiamo l’inno a turno, fino alla fine, iniziamo a cantarlo. Sono poco attenti, lo eseguiamo tutto, devo condurli fino alla fine, altrimenti c’è un calo di tono. Nell’ultima parte mi chiedono di suonare Romagna mia, un pezzo che sentono molto, c’è il Sig. Giovanni che non parla più, ma canta con tutta la voce che può, e si emoziona diventando uno dei più partecipativi. Dalla prossima volta ci sarà un momento creativo, in cui ognuno leggerà una parola o un pensiero che ha pensato/ scritto durante la settimana, potranno anche cantarlo, inventare una melodia, l’idea è creare una raccolta di pensieri- brani che potrebbe anche diventare un libriccino da dare tutti alla fine degli incontri. [...] Durante gli incontri il lavoro è diventato più specifico e impegnativo.L’ultima volta avevo proposto di scrivere qualcosa a casa, anche una parola, una frase, se è possibile anche in rima. Lo hanno fatto solo 2 del gruppo. Ma se in uno la rima c’era l’altro era un bellissimo pensiero di ringraziamento. Iniziamo con la respirazione. Dopo leggiamo “Bella ciao” una frase per uno alla volta. La ripetiamo cadenzata, come se stessimo cantando senza modulare. Distribuisco gli strumenti, oggi decido io, in modo da far provare diversi strumenti a tutti.Proviamo la canzone, io vado alla tastiera, conoscono bene la canzone, dopo si continua con ” Io vagabondo”, accompagnando con gli strumenti, io do gli stacchi. La proviamo più volte, e migliora. Alla fine leggiamo le cose che hanno scritto, e sono molto belle e impegnate. [...]Oggi introduco alla respirazione l’ Esperienza tattile, si va a tempo dal collo alla spalla, ci soffermiamo sulla mano lentamente, ascoltando la musica e seguendo il ritmo. Ascoltiamo il Gloria di Bach e Haleluia di Hendel. Riprendiamo il Và Pensiero, una versione di Albano, ritmata. La sig.ra Francesca ha portato un cd col Nabucco, sentiamo la versione Classica. La tonalità non va bene, la eseguiamo in la M,con una base , io non canto, eseguo dei gesti che loro devono seguire, pugni chiusi non si canta, ondeggi medi intensità bassa, ondeggi alti canto trionfale. Iniziano a entrare , solo alcuni mi guardano, ma ognuno trova il suo spazio e sono perfetti, si ascoltano nel gruppo, regolano la respirazione e il volume, intensità, buona l’ intonazione. Il progetto si è concluso con un concerto in cui si sono esibiti “come un’occasione unica”, tutti i membri del gruppo, anche chi per motivi di salute si trovava in una condizione di difficoltà, i brani eseguiti sono stati: ” Aggiungi un posto a tavola”; “Va pensiero”; ” Romagna Mia”, la manifestazione si è tenuta il 23 Maggio presso la Polisportiva “G. Pini” , organizzata dall’Associazione Parkinson di Modena.Il Concerto:Non ci sono parole per descrivere questo momento, io ero emozionata ma loro sono stati bravissimi, massimo impegno da parte di tutti e grande risonanza, non credevano di farcela, ma il risultato è stato al di sopra delle aspettative, con progetti futuri che si spera di poter realizzare, infine posso descrivere questa esperienza ricca di sorprese, e indimenticabile!
Giuliana GalanteSpecializzanda in Musicoterapia Scuola di specializzazione triennale Istituto MEME ModenaProject Work c/o CEMU Centro Europeo di Musicoterapia Modena

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...