domenica 9 marzo 2014

Il manicomio di Reggio Emilia: una storia per tutti

Il manicomio di Sant'Orsola Visitando quel luogo si sente tanta solitudine, le stanze sembrano della celle di un carcere, tutto circondato da sbarre, uno spazio minimo con un letto di ferro...nessun angolo ai muri, nulla di personale che appartenga al paziente, e tanto freddo, un freddo che non è solo fuori, ma ti entra dentro ancora adesso, nonostante quel luogo sia ormai inesistente. Gli strumenti di tortura che sembra siano li per essere ancora usati contro le persone, è come se avessero ancora voglia di far male. Gli spazi angusti dei bagni, con cosi poca dignità...questa sembra una parola grossa in un posto del genere, ma se ne è restata un po': a chi? Per non parlare degli esperimenti condotti su persone che forse, ma dico forse, non è detto che fossero pazze...non è credibile che avessero voglia di esprimersi in modo diverso, di correre, urlare, scappare, sentirsi in pace con se stessi senza far male a nessuno? "Mi hanno rinchiuso perché ero innamorata della persona che non piaceva a mio padre... Mi hanno rinchiusa perché avevo voglia di studiare, scoprire il mondo e viaggiare Mi hanno rinchiuso perché volevo essere un artista Mi hanno rinchiuso perché ero un uomo che amava creare abiti da donna Mi hanno rinchiuso perché mi ero innamorato di qualcuno come me Mi hanno rinchiusa perché avevo della idee Mi hanno rinchiuso perché non volevo farmi sottomettere dagli altri" Giuliana Galante

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...