mercoledì 25 novembre 2009

Per non dimenticare: Freddy Mercury


Profilo vocale

Sebbene nel parlare il suo timbro di voce evidenziasse notevoli capacità da baritono, Mercury si esibiva preferibilmente su brani da tenore. Dopo la morte, Montserrat Caballé, memore della collaborazione con il frontman britannico, disse di lui: «La differenza tra Freddie e la maggior parte delle altre rock star era che lui stava vendendo la voce». Con il prosieguo della carriera con i Queen, Mercury avrebbe sempre più modificato le note alte dei propri brani live, spesso armonizzando per tre o cinque secondi; specialmente negli ultimi concerti, infatti, la sua voce patì alcuni problemi legati ai noduli vocali[1].
Era in grado di produrre un suono pari a tre ottave di estensione senza utilizzare il
falsetto, mentre avvalendosi di quest'ultimo avvicinava le quattro.

Compositore

Delle diciassette canzoni presenti nell'album-raccolta dei Queen
Greatest Hits, ben dieci furono scritte da Mercury: Bohemian Rhapsody, Seven Seas of Rhye, Killer Queen, Somebody to Love, Good Old-Fashioned Lover Boy, We Are the Champions, Bicycle Race, Don't Stop Me Now, Crazy Little Thing Called Love e Play the Game.
L'aspetto caratteristico del suo stile da compositore era la variegata gamma di stili che riusciva a incorporare nelle proprie opere; dal
rockabilly al rock progressivo, dall'heavy metal alla disco music. In un'intervista del 1986 dichiarò: «Odio fare le stesse cose più volte. Mi piace osservare il modo in cui si evolve il mondo della musica, del cinema, del teatro e integrare gli elementi caratteristici di ognuno di essi[44]». Rispetto ad altri celebri cantautori, l'artista britannico tendeva a creare anche complesse melodie[45]. Per esempio in Bohemian Rhapsody si rilevano un'articolata struttura di base e una molteplicità di accordi, mentre Crazy Little Thing Called Love è un brano incentrato sul ripetersi di alcuni semplici suoni.
La maggior parte dei suoi pezzi si abbinava a un accompagnamento al pianoforte
[45].
Esibizioni dal vivo [
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Il leader dei Queen con la bandiera del Brasile durante il Rock in Rio del 1985
Freddie Mercury è ricordato, tra le altre cose, per le performance live nelle quali era solito esibirsi con una particolare mezz'asta di sostegno al microfono. I concerti si tenevano in stadi ed erano animati dallo stesso artista con atteggiamenti teatrali che mandavano in visibilio la folla
. David Bowie al Freddie Mercury Tribute Concert ricordò l'esperienza con i Queen per Under Pressure e descrisse il leader della band come «un uomo capace di tenere il pubblico nel palmo della propria mano».
L'esibizione dei Queen al
Live Aid del 1985, che chiamò a raccolta oltre 72.000 fan, è stata giudicata da un gruppo di esperti come la miglior performance live nella storia della musica rock; tali risultati furono trasmessi da un programma televisivo britannico, intitolato The World's Greatest Gigs.
Nel corso della carriera il cantante di Stone Town tenne circa 700 concerti con il proprio complesso. I Queen furono tra i primi a suonare nell'
America del Sud, battendo in questo luogo il record di pubblico per un concerto (250.000 paganti), nel 1981 allo Stadio Cícero Pompeu de Toledo. Cinque anni più tardi significativi furono gli spettacoli a Budapest, nei pressi della Cortina di ferro e a Knebworth Park, ultima esibizione dal vivo di Mercury.

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

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