domenica 30 agosto 2009



Projectwork
Titolo:

Il significato del coro in chiesa
di Giuliana Galante
Data: 30 Agosto 2009

Introduzione


Mentre mi trovavo ad organizzare il mio matrimonio, col mo amore Paolo, mi sono imbattuta in un gruppo di donne, direi piuttosto anziane, e per motivi che spiegherò dopo ho iniziato piacevolmente a frequentarle.
Pian piano andando in chiesa tutti i giorni alla messa delle 18:30,in un paese vicino al mio,che si chiama Monforte Marina (ME), ho scoperto un mondo nuovissimo, ricco di rituali, schemi comportamentali severi e rigidi, che da qui a qualche anno, in seguito ai cambiamenti imprevedibili e veloci di questo mondo non esisteranno più.
Il mondo di cui voglio conoscere il più possibile è quello delle donne del luogo,
casalinghe, lavoratrici, emigranti tornate al paese d’origine dopo anni di lavoro e sacrifici, nate tra la prima e la seconda guerra mondiale, tutte madri, e non tutte nonne.
Loro, che non si sono mai truccate, che comprano ancora oggi qualche vestito nuovo di tanto in tanto, dedite alla famiglia, non sanno cosa sia l’indipendenza, lo shopping, una carta di credito; sono donne senza pretese, loro che a 50 anni si consideravano già anziane… e chi direbbe oggi che a 50 o 60 anni si possa considerare una donna già vecchia?
Il momento più importante e principale della loro giornata è la messa del pomeriggio, ciò che le accomuna è il momento di ritrovo in chiesa; l’indagine verte sul significato che ha per loro il comune canto in chiesa, e non solo.
L’obiettivo del Projectwork è ricostruire la storia della loro vita attraverso le fasi storiche, dall’infanzia all’età adulta, fino ad oggi, ripercorrendo con le canzoni le esperienze e le fasi di vita vissuta legate a momenti particolarmente significativi, soprattutto i brani ecclesiastici. Tutte le interviste sono state condotte in italiano, ma le risposte sono sempre arrivate in dialetto siciliano, quindi ho dovuto tradurre alcuni contenuti e alcune frasi molto simpatiche in italiano, in quanto sarebbero state incomprensibili al lettore.
Torregrotta, (ME), Luglio 2009

Il Significato del coro in chiesa
Utente: Signora Sara R.
Età: 80 anni
Stato: Coniugata
Luogo: Monforte Marina (ME)
Professione: Casalinga
Attualmente: Pensionata
Dove ha vissuto: nata a 1928 a Monforte San Giorgio (ME), un paesino in montagna, dai 25 anni in poi si è trasferita a Monforte Marina (ME), lo stesso comune, a 7 km di distanza, sul mare.
Incontro la Sig.ra e le propongo un intervista da pubblicare sul mio blog. Arrivo a casa della Sig.ra Sara alle 16:30 del 01/08/2009.
Ho anticipato la mia visita 2 giorni fa, chiedendo di mostrarmi del materiale o di scrivere su un foglio una parola, una frase dei brani che si ricordava quando lei era ragazza, quelli che si cantavano in chiesa, o che avessero rappresentato dei momenti significativi della sua vita, lei ridendo con imbarazzo mi ha detto “ma chi se li ricorda…sono cose antiche…”, dopo si è messa immediatamente a lavoro.
Appena entro in casa mi ospita in cucina, osservo immediatamente sul tavolo e trovo due testi. Uno è un librino scritto a penna, sono tanti fogli bianchi messi insieme, e la copertina è composta da fogli di giornali piegati. All’interno sono trascritte a mano le canzoni che provava in chiesa da giovane, quando aveva circa 16 anni, nella parrocchia di origine, a Monforte San Giorgio.
Mi mostra anche un Messale, un testo simile alla Bibbia con tutte le parti della Messa in latino ed in italiano, questo libro è stato pubblicato nel 1943, all’interno vi è la firma del Vescovo di Alba, Luigi Maria Grassi, e vi è una data, 08 dicembre.
Dall’età di nove anni ha sempre partecipato alla vita ecclesiastica, invitata da una Monaca di casa, una signorina cosi chiamata perchè viveva chiusa in casa, non frequentava nessuno, e vestiva con abiti lunghi come una suora. LA Sign.na, di cui Sara non ricorda nemmeno il nome, invitava le ragazze del luogo a frequentare l’oratorio parrocchiale e far parte del coro.
La Sig.ra Sara ha continuato a far parte del coro anche dopo il matrimonio, quando a 25 anni si è sposata con il marito,che è molto anziano, ancora vivente, e si è trasferita nello stesso comune a circa 7 Km di distanza sul mare, ecco perché il paese dove vive attualmente si chiama Monforte Marina, inoltre ha un figlio di 53 anni, single.

Apre il librino, che sembra più un diario personale, e inizia a leggermi alcuni brani. Prima li legge, dopo li canta, anche se non li ricorda tutti. Il motivo per cui li scriveva era che amava scrivere, e non poteva permettersi di comprare un libro, quindi lo ha creato da sé..
Ecco alcuni brani che si cantavano più spesso, alcune di queste canzoni oggi fanno parte di un patrimonio andato perso.

Sei il nostro Rè
Sei il nostro Re , tu grande Dio,
vivo presente qui sull’altar,
or questo grido oh ridente e pio
dei figli tuoi voglio ascoltar
Rit.:Noi ti giuriamo amore e ti giuriamo fedeltà,
te sorvegliamo sei nostro padre, te sorvegliamo sei nostro re.
Forse questo brano si cantava durante la comunione, ma la signora non lo ricorda.

Ecco un altro brano antico:
Oh Gesù Rè dei cuori
Venga presto il tuo regno verace,
torni un’era di fede e di pace
d’Israele alle afflitte tribù.
Si ridesti quel grido giocondo, nostro Rè, nostro Duce, Gesù.

Odo suonar la squilla della sera
Odo suonar la squilla della sera,
che dolcemente invita alla preghiera,
per rallegrare il cuore, anima mia.
Quest’ultimo brano si cantava alla fine della messa.
I pezzi da cantare erano scelti dall’organista, che suonava l’organo, detto l’armonio, e chiamato cosi ancora oggi dalla Signora. Le ragazze e le signore più grandi, anche le anziane non potevano scegliere i brani, ma era solo l’organista che decideva, nessuno si contrapponeva alla scelta, perché lui era un uomo, e quindi era il più competente .
Loro accettavano senza contrapporsi, anche se i brani non erano graditi.
Alla domanda:” Come si sentiva nel momento in cui vi incontravate per provare?Può descrivermi la scena?” E cosa provava durante il canto?”
La Sig.ra Sara sorride, quasi imbarazzata, inizia a raccontarmi che le prove avvenivano ogni due settimane, l’appuntamento era in chiesa. Le ragazze erano felici di poter partecipare a queste, assieme alle donne e alle signore anziane, era come entrare a far parte di un mondo a loro distante. Il momento del ritrovarsi essere gruppo mi sembra determinante , a quei tempi le ragazze fino al giorno del matrimonio non potevano accedere al mondo degli adulti.
I ricordi e le emozioni più forti erano di felicità, di gioia, gioia per i brani e il contesto in cui si realizzavano, viene più volte citata la frase:” era un divertimento, ma quanto ci divertivamo…e poi eravamo belle, in salute e felici nel cantare, senza altre pretese. Non come oggi che sono tutti tristi…A quei tempi era cosi bello”. Forse questo riferimento è in relazione alla condizione del figlio, solo, per cui lei si preoccupa molto…
Attualmente la Sig.ra frequenta la chiesa tutti i giorni, cuce e ricama personalmente gli abiti talari, e continua a cantare alla messa del pomeriggio.
Utente: Agata M.
Età: 82
Stato: Vedova
Luogo: Monforte Marina (ME)
Professione: Pensionata
Anni di lavoro: 19 come operaia, lavorava in una fabbrica di biscotti, in Svizzera
Dove ha vissuto: nata nel 1927, fino al 1946 ha vissuto a Monforte S. Giorgio, (ME), a 19 anni si è sposata e trasferita in Svizzera.
Nel 1987 è tornata in Italia, in seguito alla morte del marito, affetto da cancro, e nel contempo la scoperta di un tumore al seno da parte della figlia, morta a soli 37 anni nel 1994.
Arrivo a casa della Sig.ra il 7 agosto 2009, alle 19:30. Ho già anticipato la mia visita da qualche giorno, e dopo qualche titubanza mi accorgo che questo appuntamento è atteso, la Sig.ra mi ospita in cucina, e sul tavolo trovo libri e testi con canti liturgici.
La Sig.ra Agata non viene da una famiglia molto praticante, ricorda che a 5 anni andava in chiesa la domenica con la madre, ma nessuno dei familiari cantava, erano contadini e tutti i giorni si andava in campagna a zappare la terra. Lei da ragazzina seguiva i suoi 5 fratelli più piccoli, 3 fratelli e 2 sorelle. Intorno ai 15 anni cantava nel coro della parrocchia, ma non partecipava mai alle prove, perché non era brava, non aveva una bella voce, mi parla di una sua amica che invece lo era.
Le viene in mente una strofa, cantata in dialetto siciliano che si cantava durante il lavoro duro della terra, e la canta davanti a me in dialetto siciliano, ecco il significato letterale:
Affacciati alla finestra se ci sei,
dammi un bicchiere d’acqua se c’è l’hai
se non c’è l’hai vallo a prendere,
cosi fai contento il mio cuor.
Appena trasferita in Svizzera non ricorda molto dei brani ascoltati in chiesa, ma partecipava alla messa della domenica.
Dopo la morte della figlia si è molto avvicinata al gruppo del coro, dunque le chiedo:” Ad oggi come si sente nel momento del canto con le altre signore ?Può descrivermi le sue emozioni ?”
“….è una bella sensazione…..io vado dietro le altre, perché non mi sento sicura….a me piace molto, di quello che so canto anch’io…mi fa sentire serena”.
“Qual’è il brano che gradisce di più?”
“Il santo ( inizia a cantare)
…santo santo…santo è il signore
Dio dell’universo..i cieli e la terra
sono pieni della tua gloria
Osanna osanna osanna
Nell’alto dei cieli..
“A me i brani piacciono tutti, mi piace sentirli ….”
Continua a citare brani che si cantavano durante la sua giovinezza in campagna, lo ricorda come il periodo più felice della vita, uno di questi è Quel mazzolin di fiori..
Mi canta le prime due strofe con una grinta…, è molto contenta dell’intervista, a me ha fatto piacere vederla cosi partecipe e attiva dal punto di vista cognitivo.
La Sig.ra Agata conosce da sempre la Sig.ra Sara, l’utente della prima intervista, in quanto native dello stesso luogo, si sono poi ritrovate dopo parecchi anni a vivere nello stesso comune, e ancora oggi sono molto amiche.

Dott.ssa Giuliana Galante





mercoledì 26 agosto 2009










Il Messale - Stampa del 1943
Il Significato del coro in chiesa


Utente: Sig.ra Sara R.
Stato: Coniugata
Luogo: Monforte Marina (ME)
Professione: Casalinga
Attualmente: Pensionata
Dove ha vissuto: nata a 1928 a Monforte San Giorgio (ME), un paesino in montagna, dai 25 anni in poi si è trasferita a Monforte Marina (ME), lo stesso comune, a 7 km di distanza, sul mare.
Incontro la Sig.ra e le propongo un intervista da pubblicare sul mio blog. Arrivo a casa della Sig.ra Sara alle 16:30 del 01/08/2009.
Ho anticipato la mia visita 2 giorni fa, chiedendo di mostrarmi del materiale o di scrivere su un foglio una parola, una frase dei brani che si ricordava quando lei era ragazza, quelli che si cantavano in chiesa, o che avessero rappresentato dei momenti significativi della sua vita, lei ridendo con imbarazzo mi ha detto “ma chi se li ricorda…sono cose antiche…”, dopo si è messa immediatamente a lavoro.
Appena entro in casa mi ospita in cucina, osservo immediatamente sul tavolo e trovo due testi. Uno è un librino scritto a penna, sono tanti fogli bianchi messi insieme, e la copertina è composta da fogli di giornali piegati. All’interno sono trascritte a mano le canzoni che provava in chiesa da giovane, quando aveva circa 16 anni, nella parrocchia di origine, a Monforte San Giorgio.
Mi mostra anche un Messale, un testo simile alla Bibbia con tutte le parti della Messa in latino ed in italiano, questo libro è stato pubblicato nel 1943, all’interno vi è la firma del Vescovo di Alba, Luigi Maria Grassi, e vi è una data, 08 dicembre.
Dall’età di nove anni ha sempre partecipato alla vita ecclesiastica, invitata da una Monaca di casa, una signorina cosi chiamata perchè viveva chiusa in casa, non frequentava nessuno, e vestiva con abiti lunghi come una suora. LA Sign.na, di cui Sara non ricorda nemmeno il nome, invitava le ragazze del luogo a frequentare l’oratorio parrocchiale e far parte del coro.
La Sig.ra Sara ha continuato a far parte del coro anche dopo il matrimonio, quando a 25 anni si è sposata con il marito, ancora vivente, e si è trasferita nello stesso comune a circa 7 Km di distanza sul mare, ecco perché il paese dove vive attualmente si chiama Monforte Marina, inoltre ha un figlio di 53 anni.
Apre il librino, che sembra più un diario personale, e inizia a leggermi alcuni brani. Prima li legge, dopo li canta, anche se non li ricorda tutti. Il motivo per cui li scriveva era che amava scrivere, e non poteva permettersi di comprare un libro, quindi lo ha creato da sé..
Ecco alcuni brani che si cantavano più spesso, alcune di queste canzoni oggi fanno parte di un patrimonio andato perso.

Sei il nostro Rè
Sei il nostro Re , tu grande Dio,
vivo presente qui sull’altar,
or questo grido oh ridente e pio
dei figli tuoi voglio ascoltar
Rit.:Noi ti giuriamo amore e ti giuriamo fedeltà,
te sorvegliamo sei nostro padre, te sorvegliamo sei nostro re.
Forse questo brano si cantava durante la comunione, ma la signora non lo ricorda.
Ecco un altro brano antico:
Oh Gesù Rè dei cuori
Venga presto il tuo regno verace,
torni un’era di fede e di pace
d’Israele alle afflitte tribù.
Si ridesti quel grido giocondo, nostro Rè, nostro Duce, Gesù.
Odo suonar la squilla della sera
Odo suonar la squilla della sera,
che dolcemente invita alla preghiera,
per rallegrare il cuore, anima mia.
Quest’ultimo brano si cantava alla fine della messa.
I pezzi da cantare erano scelti dall’organista, che suonava l’organo, detto l’armonio, e chiamato cosi ancora oggi dalla Signora. Le ragazze e le signore più grandi, anche le anziane non potevano scegliere i brani, ma era solo l’organista che decideva, nessuno si contrapponeva alla scelta, perché lui era un uomo, e quindi era il più competente .
Loro accettavano senza contrapporsi, anche se i brani non erano graditi.
Alla domanda:” Come si sentiva nel momento in cui vi incontravate per provare?Può descrivermi la scena?” E cosa provava durante il canto?”
La Sig.ra Sara sorride, quasi imbarazzata, inizia a raccontarmi che le prove avvenivano ogni due settimane, l’appuntamento era in chiesa. Le ragazze erano felici di poter partecipare a queste, assieme alle donne e alle signore anziane, era come entrare a far parte di un mondo a loro distante. Il momento del ritrovarsi essere gruppo mi sembra determinante , a quei tempi le ragazze fino al giorno del matrimonio non potevano accedere al mondo degli adulti.
I ricordi e le emozioni più forti erano di felicità, di gioia, gioia per i brani e il contesto in cui si realizzavano, viene più volte citata la frase:” era un divertimento, ma quanto ci divertivamo…e poi eravamo belle, in salute e felici nel cantare, senza altre pretese. Non come oggi che sono tutti tristi…A quei tempi era cosi bello”.
Attualmente la Sig.ra frequenta la chiesa tutti i giorni, cuce e ricama personalmente gli abiti talari, e continua a cantare alla messa del pomeriggio.

Dott.ssa Giuliana Galante












lunedì 6 luglio 2009

Il campanile di Bruges

Il campanile di Bruges


Il carillon (pronunciato in francese: carijòn) è uno strumento musicale automatico del diciannovesimo secolo che produce musica facendo vibrare con delle punte poste su un cilindro o su un disco rotante delle lamelle di acciaio disposte a pettine.
Alcuni di questi hanno inoltre dei piccoli piatti a percussione o dei campanelli (sempre meccanici). Tuttavia le dimensioni non sono sempre ridotte, infatti alcuni di questi strumenti raggiungono talvolta le dimensioni di un grosso mobile d'arredamento.
Alcuni storici ritengono che i carillon fossero in uso già in Cina; in qualunque caso furono molto in voga in Olanda ed in Belgio e proprio da qui vennero esportati in Inghilterra.
Gli elementi del carillon
La manovella fa ruotare il cilindro , le puntine poste sul cilidro mettono in vibrazione le lamelle che producono le relative note musicali. La base fa da struttura per tutti i pezzi.
La base, generalmente di metallo relativamente pesante, fa da struttura per tutti i pezzi, che sono solitamente fissati con delle viti.
La manovella è va messa un rotazione in un verso predefinito e va tenuta in rotazione costante. Altri carillon invece hanno una molla a spirale che va caricata tramite una chiave: ciò permette un funzionamento completamente automatico fino al termine della carica, la cui durata dipende dal genere di carillon.
Il pettine di lamelle può avere da poche a decine di lamele d'acciaio, ognuna delle quali, una volta messa in vibrazione, produce una differente nota a seconda della dimensione di metallo in vibrazione.
Il cilindro invece rappresenta la memoria del carillon su cui è registrata la sequenza da riprodurre: a seconda della disposizione delle puntine sul cilindro verrà messa in vibrazione una determinata lamella del pettine in un determinato momento producendo così la relativa nota. Tuttavia la riproduzione sarà ciclica poiché il cilindro ha una superficie limitata.
CollegBruges è uno dei luoghi turistici più importanti di tutto il Belgio. Il centro storico, circondato da canali, conserva ancora intatta la propria architettura medievale essendo stato risparmiato da guerre o grandi incendi; dal 2000 è un Patrimonio dell'umanità tutelato dall'UNESCO.
I canali sono chiamati dagli abitanti Reien (in olandese sarebbe Grachten). Servivano per il trasporto di merce, oggi sono utilizzati solamente a fini turistici.
Tra gli edifici più noti vi sono la chiesa di Nostra Signora, in stile gotico, con il campanile di mattoni alto 122 m, al suo interno si trova la scultura della Madonna col Bambino di Michelangelo.
Un altro simbolo della città è la Torre civica (Belfort), risalente al XIII secolo, al suo interno si trova un carillon costituito da 47 campane.
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Il campanile di Bruges, o Belfort, è una medievale torre campanaria nel centro storico di Bruges, Belgio. One of the city's most prominent symbols, [ 1 ] the belfry formerly housed a treasury and the municipal archives, and served as an observation post for spotting fires and other danger. Una delle città più importanti simboli, ] il campanile in precedenza ospitava un tesoro e di archivi comunali, e servito come un posto di osservazione per individuare gli incendi e le altre situazioni di pericolo. A narrow, steep staircase of 366 steps, accessible by the public for an entry fee, leads to the top of the 83-meter-high building, which leans about a meter to the east. Una stretta e ripida scala di 366 gradini, accessibili al pubblico per una commissione d'ingresso, conduce alla cima del 83-metro-alta, che si appoggia su un metro ad est.
To the sides and back of the tower stands the former market hall, a rectangular building only 44 m broad but 84 m deep, with an inner courtyard. Per i lati e il retro della torre sorge l'ex mercato coperto, un edificio rettangolare solo 44 m vasta, ma 84 m di profondità, con un cortile interno. The belfry, accordingly, is also known as the Halletoren (tower of the halls). Il campanile, di conseguenza, è anche conosciuta come la Halletoren (torre del sale).
The building is a central feature of the 2008 film In Bruges . L'edificio è un elemento centrale del 2008 il film In Bruges.
ostruire storia
The belfry was added to the main market square around 1240, when Bruges was prospering as an important center of the Flemish cloth industry. Il campanile è stato aggiunto alla principale piazza del mercato intorno al 1240, quando è stato Bruges prospera come un importante centro del fiammingo panno industria. After a devastating fire in 1280, the tower was largely rebuilt. Dopo un devastante incendio nel 1280, la torre è stata in gran parte ricostruita. The city archives, however, were forever lost to the flames. La città archivi, tuttavia, sono stati persi per sempre le fiamme.

L'ottagonale stadio superiore del campanile è stato aggiunto tra 1483 al 1487, e con un massimale di legno guglia recanti l'immagine di San Michele, striscione in mano e sotto drago. The spire did not last long: a lightning strike in 1493 reduced it to ashes, and destroyed the bells as well. La guglia non durò a lungo: un fulmine nel 1493 ridotto a cenere, e distrutti e le campane. A wooden spire crowned the summit again for some two-and-a-half centuries, before it, too, fell victim to flames in 1741. Un legno guglia coronato il vertice di nuovo per circa due-e-un-mezzo secolo, prima che, troppo, è caduto vittima di fiamme nel 1741. The spire was never replaced again, thus making the current height of the building somewhat lower than in the past; but an openwork stone parapet in Gothic style was added to the rooftop in 1822. La guglia di nuovo non è mai stato sostituito, in modo da rendere l'attuale altezza di un edificio un po 'più basso rispetto al passato, ma uno openwork pietra parapetto in gotico stile è stato aggiunto al tetto nel 1822.
A poem by Henry Wadsworth Longfellow , titled "The Belfry of Bruges," refers to the building's checkered history: Una poesia di Henry Wadsworth Longfellow, dal titolo "Il campanile di Bruges," si riferisce alla costruzione di scacchi della storia:
In the market-place of Bruges stands the belfry old and brown;
Nel mercato, luogo di Bruges sorge il vecchio campanile e marrone;
Thrice consumed and thrice rebuilded, still it watches o'er the town. Tre volte e tre volte rebuilded consumato, ancora che gli orologi o'er città.
[ edit ] Bells e campane
The bells in the tower regulated the lives of the city dwellers, announcing the time, fire alarms, work hours, and a variety of social, political, and religious events. Le campane della torre regolato la vita degli abitanti delle città, che annuncia
il tempo, l'incendio, le ore di lavoro, e una varietà di servizi sociali, politiche, religiose e manifestazioni. Eventually a mechanism ensured the regular sounding of certain bells, for example indicating the hour. Infine un meccanismo ha garantito il regolare suono di alcune campane, per esempio indicando l'ora.
In the 16th century the tower received a carillon , allowing the bells to be played by means of a hand keyboard. Nel 16 ° secolo, la torre ha ricevuto un carillon, che consente le campane ad essere svolto per mezzo di una mano tastiera. Starting from 1604, the annual accounts record the employment of a carilloneur to play songs during Sundays, holidays and market days. A partire dal 1604, i conti annuali record per l'occupazione di un carilloneur di riprodurre brani durante la domenica, giorni festivi e di mercato.
In 1675 the carillon comprised 35 bells, designed by Melchior de Haze of Antwerp . Nel 1675 il carillon composto da 35 campane, progettato da Melchior de Haze di Anversa. After the fire of 1741 this was replaced by a set of bells cast by Joris Dumery, 26 of which are still in use. Dopo l'incendio del 1741 questo è stato sostituito da una serie di campane espressi da Joris Dumery, 26 dei quali sono ancora in uso. There were 48 bells at the end of the 19th century, but today the bells number 47, together weighing about 27.5 tonnes . Ci sono state 48 le campane, alla fine del 19 ° secolo, ma oggi le campane numero 47, nonché del peso di circa 27,5 tonnellate. The bells range from weighing two pounds to 11,000 pounds. [ 2 ] Le campane di peso variano da due libbre in 11.000 libbre. [2]


Dunton, Larkin (1896). Il mondo e la sua gente. Silver, Burdett. Silver, Burdett. p. 161. p. 161.
^ Dunton, Larkin (1896). The World and Its People . ^ Dunton, Larkin (1896). Il mondo e la sua gente. Silver, Burdett. Silver, Burdett. p. 161. p. 161.

Curriculum Vitae- Giuliana Galante

Curriculum vitae

Informazioni personali
Nome
Giuliana Galante
Carpi- 41012 (MO)
Telefono
3476655657
E-mail
giulygala@tiscali.it
BLOG: giulygala.blogspot.com
Nazionalità
italiana
Data di nascita
19/05/1980 Milazzo
Esperienza lavorativa
• Date (da – a)
2005 ad Oggi
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Ministero della Pubblica Istruzione
• Tipo di azienda o settore
Pubblico
• Tipo di impiego
Insegnante d’Infanzia- Sostegno
• Principali mansioni e responsabilità
Organizzazione e gestione attività didattiche
• Date (da – a)
2007 ad Oggi
Libera professionista
• Tipo di azienda o settore
Privato
• Tipo di impiego:
Musicoterapeuta
• Principali mansioni e responsabilità
Interventi individuali / o di gruppo finalizzati ad un percorso
abilitativo- terapeutico
Istruzione e formazione
• Date (da – a)
1999- 2006
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Università degli Studi di Messina- Scienze della formazione
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (V.O.)- 110 e Lode
• Qualifica conseguita
Educatrice Professionale
• Date (da – a)
2006- 2009
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Scuola di Specializzazione in Musicoterapia- Istituto Meme s.r.l.- Modena
Fondazione Jean Monnet- Bruxelles- 110/110
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Psicologia, Psichiatria, Metodi e Tecniche di Musicoterapia
Laboratori Pratici
• Qualifica conseguita
Musicoterapeuta
• Livello nella classificazione nazionale (se pertinente)
Capacità e competenze personali
Acquisite nel corso della vita e della carriera ma non necessariamente riconosciute da certificati e ufficiali.
Prima lingua
Italiano madrelingua
Altre lingue
Inglese- Tedesco- Spagnolo
• Capacità di lettura
Ottima- Buona-Sufficiente
• Capacità di scrittura
Ottima- Buona - Sufficiente
• Capacità di espressione orale
Ottima- Buona- Sufficiente
Capacità e competenze relazionali
Vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra (ad es. cultura e sport), ecc.
mi piace confrontarmi con gli altri e affrontare situazioni nuove, sia a livello personale che lavorativo.
Capacità e competenze organizzative
Ad es. coordinamento e amministrazione di persone, progetti, bilanci; sul posto di lavoro, in attività di volontariato (ad es. cultura e sport), a casa, ecc.
Lavoro da anni in equipe, ho praticato sport per anni, e ho fatto 3 anni di volontariato in un Centro di Igiene Mentale.
Servizio civile 2003/04 presso la F.A.R.O., centro di disintossicazione bassa soglia per tossicodipendenti.
Capacità e competenze tecniche
Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc.
Ottimo uso di internet, programmi di office
Capacità e competenze artistiche
Musica, scrittura, disegno ecc.
Dipingo su tela, scrivo poesie, ho frequentato il conservatorio, suono il pianoforte, la chitarra e alcuni strumenti a percussione. Canto da professionista da 15 anni.
Ballo latino – americano e standard – Country Line dance
Altre capacità e competenze
Competenze non precedentemente indicate.
Dal 2004 lavoro come hostess per fiere, congressi, concerti e iper per diverse agenzie.
Dal 1998 piano bar e animazione.
Patente o patenti
B - Automunita
Ulteriori informazioni
Corso professionale Operatrice tossicodipendenze 2000/2001
Abilitazione scuola del’infanzia 2000
Stage risorse Umane 2006
Corso Psicologia Rogersiana 2005/2006
Specializzione Musicoterapia
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.
Dott.ssa Giulana Galante

"Alle Porte del bel canto"

"Alle Porte del bel canto", pubblicato sul sit di Roberto Bellavigna:
http://www.musicoterapia-anziani.eu/gruppo-corale-polifonico%E2%80%9Calle-porte-del-bel-canto%E2%80%9D

Ecco il link del blog Parkinsonmodena, per poter condividere l'esperienza del gruppo di musicoterapia dell'anno 2007/2008

http://parkmo.splinder.com/archive/2008-06

Dott.ssa Giuliana Galante
cell. 3476655657

Questo articolo nasce dall’ esigenza personale di ringraziare il coro “Alle Porte del bel Canto”, composto da un gruppo di 15 anziani con una gran volontà di affrontare le difficoltà che comporta essere affetti da Morbo di Parkinson, far sentire la propria “VOCE” comunque e sempre; a proposito posso solo dire di aver imparato moltissimo da persone stupende.
Sin dal primo incontro sono tutti molto motivati, alcuni di loro hanno seguito un percorso lo scorso anno, è presente anche una signora affetta da Distrofia Miotonica. Ognuno prende uno strumento a scelta, ci presentiamo anticipando il nome con un suono . L’assistente che li accompagna mi spiega cosa hanno fatto in precedenza, non interviene e partecipa all’incontro.
Il sig. Carlo mi da un fascicolo con dei brani che hanno cantato l’anno scorso, mi fanno capire che oltre a suonare la loro esigenza è cantare , solo pezzi in italiano, cantiamo e suoniamo sulla marcia turca di Mozart.
Alla fine mi chiedono di cantare per loro, introduco una strofa di Summertime al piano. Mi salutano dicendo che ci vediamo la settimana prossima. Mi sono accorta che questo gruppo ha bisogno di essere guidato, se non si sentono accompagnati non vedo alcun input da parte loro. Probabilmente è una questione legata non tanto all’età quanto alla loro condizione di vita quotidiana, facendo Ginnastica, Logopedia, che sono attività strutturate, non sono abituati ad esprimersi liberamente.
Quindi ogni momento sarà più strutturato e il ruolo della terapeuta direttivo, dunque anche la metodologia.
Uno degli obiettivi è lasciare loro uno spazio in cui si sentano liberi, facciano proposte, si attivino, mi dicano cosa vogliono e come vogliono farlo. Ovvio che a questo ci arriveremo tra un bel po’ di tempo. Iniziamo con esercizi di respirazione, percepiamo il nostro respiro e l’aria che attraversa il nostro corpo, dalle cavità nasali allo stomaco. Io li aiuto, mi avvicino a ognuno di loro e li regolo, dando il via e mettendo la mano sulla pancia, spiego a cosa serve l’esercizio e spiego che quando cantiamo è importante respirare nei punti giusti, abbassando il più possibile il diaframma, e come dosare il respiro in uscita.
Un pezzo che a loro piaceva molto è stato: l’ Inno d’Italia- Mameli(1847).
Ogni parte veniva letta è ststa letta, una frase a testa, poi si cantava senza musica, solo alla fine si introduceva la tastiera. Si è Cantato insieme, con l’aggiunta di parti solo suonate, in cui si suonava, e si ripeteva il ritornello alla fine, ma l’inno è molto sentito da tutti( alcuni di loro hanno visto nascere la Prima repubblica); mi dicono che l’inno bisogna conoscerlo a fondo e studiarlo, quindi mi informerò al meglio, e sarà l’argomento che tratteremo al prossimo incontro.
Mi sembrano contenti del canto, si impegnano molto e mi seguono, quindi il percorso di fondo sarà non solo Musicoterapeutico, ma anche basato sulla Cantoterapia, tecniche di canto, tecniche di mimica facciale e di respirazione. [...]
Leggiamo l’inno a turno, fino alla fine, iniziamo a cantarlo. Sono poco attenti, lo eseguiamo tutto, devo condurli fino alla fine, altrimenti c’è un calo di tono. Nell’ultima parte mi chiedono di suonare Romagna mia, un pezzo che sentono molto, c’è il Sig. Giovanni che non parla più, ma canta con tutta la voce che può, e si emoziona diventando uno dei più partecipativi. Dalla prossima volta ci sarà un momento creativo, in cui ognuno leggerà una parola o un pensiero che ha pensato/ scritto durante la settimana, potranno anche cantarlo, inventare una melodia, l’idea è creare una raccolta di pensieri- brani che potrebbe anche diventare un libriccino da dare tutti alla fine degli incontri. [...]
Durante gli incontri il lavoro è diventato più specifico e impegnativo.L’ultima volta avevo proposto di scrivere qualcosa a casa, anche una parola, una frase, se è possibile anche in rima. Lo hanno fatto solo 2 del gruppo. Ma se in uno la rima c’era l’altro era un bellissimo pensiero di ringraziamento. Iniziamo con la respirazione. Dopo leggiamo “Bella ciao” una frase per uno alla volta. La ripetiamo cadenzata, come se stessimo cantando senza modulare. Distribuisco gli strumenti, oggi decido io, in modo da far provare diversi strumenti a tutti.Proviamo la canzone, io vado alla tastiera, conoscono bene la canzone, dopo si continua con ” Io vagabondo”, accompagnando con gli strumenti, io do gli stacchi. La proviamo più volte, e migliora. Alla fine leggiamo le cose che hanno scritto, e sono molto belle e impegnate. [...]Oggi introduco alla respirazione l’ Esperienza tattile, si va a tempo dal collo alla spalla, ci soffermiamo sulla mano lentamente, ascoltando la musica e seguendo il ritmo. Ascoltiamo il Gloria di Bach e Haleluia di Hendel. Riprendiamo il Và Pensiero, una versione di Albano, ritmata. La sig.ra Francesca ha portato un cd delNabucco, sentiamo la versione classica.
La tonalità non va bene, la eseguiamo in la M,con una base , io non canto, eseguo dei gesti che loro devono seguire, pugni chiusi non si canta, ondeggi medi intensità bassa, ondeggi alti canto trionfale. Iniziano a entrare , solo alcuni mi guardano, ma ognuno trova il suo spazio e sono perfetti, si ascoltano nel gruppo, regolano la respirazione e il volume, intensità, buona l’ intonazione. Il progetto si è concluso con un concerto in cui si sono esibiti “come un’occasione unica”, tutti i membri del gruppo, anche chi per motivi di salute si trovava in una condizione di difficoltà, i brani eseguiti sono stati: ” Aggiungi un posto a tavola”; “Va pensiero”; ” Romagna Mia”, la manifestazione si è tenuta il 23 Maggio presso la Polisportiva “G. Pini” , organizzata dall’Associazione Parkinson di Modena.
Il Concerto:
Non ci sono parole per descrivere questo momento, io ero emozionata ma loro sono stati bravissimi, massimo impegno da parte di tutti e grande risonanza, non credevano di farcela, ma il risultato è stato al di sopra delle aspettative, con progetti futuri che si spera di poter realizzare, infine posso descrivere questa esperienza ricca di sorprese, e indimenticabile!
La Musicoterapeuta
Dott.ssa Giuliana Galante

Projectwork - Scuola: Area Infanzia

Dott.ssa Giuliana Galante
Musicoterapeuta - Modena

Servizio di Musicoterapia “Le Forme del Pensiero Musicale”
Privato su appuntamento
Info: 3476655657

giulygala@tiscali.it

Blog: giulygala.blogspot.com

Projectwork
Utente: O. C. E.
Età: 3 Anni
Diagnosi: Tetraplegia Spastico-Distonica
Neuropsichiatra: Dott.ssa B, B.NPI AUSL M. (MO)
Organizzazione degli incontri: un incontro settimanale a scuola da 60’
Luogo: Scuola dell’Infanzia “Gianni Rodari”, F.(MO)
Durata: 10 incontri
L’intervento di musicoterapia è stato richiesto dalla scuola
Premessa
E. un bambino nigeriano di 3 anni, è affetto da Tetraplegia Spastico-Distonica con atteggiamento estensorio degli arti inferiori, ipertonico flessorio degli arti superiori, non ha ancora raggiunto il controllo del capo a causa di una marcata ipotonia assiale, e presenta epilessia sintomatica.
Il deficit di produzione di movimento è soprattutto sul lato destro, con disturbi della regolazione del tono muscolare (spasticità ipertonica), della coordinazione e del controllo posturale del capo.
È stato seguito dai Servizi sociali dal luglio del 2008, appena giunto in Italia. La famiglia, compresa la gravità della situazione, è intervenuta seguendo il bambino per operare su diversi fronti. Nel gennaio del 2008 E. ha iniziato un percorso di fisioterapia, con la frequenza di 2 incontri settimanali, in orario scolastico.
Il bambino non ha mai svolto attività espressive, per cui il lavoro che si è pensato di svolgere a scuola ha visto la partecipazione del gruppo classe, all’interno di un progetto Psico-motorio, con l’insegnante di classe, l’insegnante di sostegno/Musicoterapeuta, come componente attiva.
E. è un bambino abituato a stare assieme ad altre persone, con una buona capacità uditiva, ed è abituato ad ascoltare musica.
È stato importante per E. l'attività musicale come momento strutturato, di ascolto attivo, di esplorazione sensoriale, in maniera olistica, con l'aggiunta del movimento, la pratica strumentale, centrata sull'ascolto, sull'espressività, sull’associazione stimolo-risposta, dei suoni vocali e di quelli onomatopeici.
Gli incontri sono stati pensati e strutturati con un assetto triangolare-circolare, assieme all' insegnante di sezione, che è stata parte attiva nei momenti di canto d’insieme e in tutte le altre fasi del Progetto, con lo scopo di favorire la relazione tra E. con la classe e di armonizzarla.
Obiettivi
· Promuovere la Circolarità della relazione coi pari.
· Stimolare all’Orientamento Sonoro-Spaziale.
· Utilizzare lo strumento musicale associato all’aspetto motorio.
· Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività.
· Corpo - Giochi motori.
· Uso dello Strumento (Attivo-Passivo).
· Ampliare i canali di comunicazione attraverso esperienze globali.
Strumenti e Metodi
L’ambiente in cui si è svolto il PW è stato la palestra.
Si è proposto un setting statico, un tappeto morbido al centro, dove E. poteva esser sdraiato, e all’esterno dinamico, grazie agli altri bambini della sezione, aperto e flessibile, con una disposizione dello spazio-strumentario circolare, vicino E, mentre gli altri potevano muoversi liberamente, con movimenti lenti, relazionandosi con E. attraverso lo strumento, la Metodologia usata era direttiva/semi-direttiva.
Per integrare il campo di esperienza sono state proposte attività vocali, lavorato sulla percezione del corpo, sulla respirazione, modulazione vocale, reazione feedback alle proposte sonore, ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività musicali e proposte che consentono di sviluppare diversi linguaggi. Il ruolo dei compagni di classe è stato determinante perche i bambini hanno imparato ad avere con E. un contatto corporeo adeguato alla sua problematica, stabilendo con E. un rapporto solidale e una migliore collaborazione in sezione.
Materiali
· Chitarra.
· Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, … etc.).
· Stereo.
· Suoni onomatopeici.
· Palloncini, corde, stoffe.
· Tappeti morbidi-cuscini, percorsi guidati.
Documentazione
La documentazione si è svolta attraverso l'utilizzo di un Protocollo e una Scheda di Lettura Vocale da compilare a ogni seduta, integrata in momenti diversi degli incontri.
Si è proposto a metà percorso un questionario per documentare il punto di vista delle insegnanti.
Verifica
Gli incontri di verifica sono stati necessari per confrontarsi sulle nuove dinamiche messe in atto dal bambino.
E’ stata molto utile la collaborazione con le insegnanti di sezione, l’educatrice comunale, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti.


Projectwork


Utente: G. B.

Anni: 8

Diagnosi: Disturbo Pervasivo dello sviluppo- Disturbo Autistico

Neuropsichiatra: Dott.ssa B. NPI AUSL Modena

Organizzazione degli incontri: Martedi 9:00- 10.00

Luogo: Scuola Elementare M. P. - Modena

Durata: Dicembre ‘08 – Giugno ‘09

L'intervento di Musicoterapia è stato richiesto dalla famiglia.

Premessa

G. è un bambino affetto da Disturbo pervasivo dello Sviluppo, nella sua forma più grave, ovvero l'Autismo.
Frequenta la classe seconda elementare, ha il sostegno scolastico coperto per tutte le ore.
E' stato seguito dalla famiglia sin da piccolo, appena è stata realizzata la diagnosi. E’ seguito dall’Usl da quando aveva 2 anni, sono previsti due incontri annuali con la neuropsichiatra: la Dott.ssa B.
Dal mese di dicembre 2008 ha intrapreso con frequenza settimanale le seguenti attività riabilitative:
un incontro di ippoterapia il mercoledi mattina, il nuoto al venerdi mattina (gli piace molto stare nell’acqua), un incontro di Arteterapia il giovedi mattino dalle 9:30 alle 10:30, e uno di Musicoterapia il martedi mattina a scuola dalle ore 9:00 alle 10:00.
E' un bambino affettuoso, ama il contatto fisico, talvolta, soprattutto nei contesti che sono per lui nuovi si mostra agitato e iperattivo .
Una caratteristica di G. è il comportamento 'insistentemente ripetitivo' o 'insistentemente perseverante. Diventa estremamente insistente sulle routine; all’inizio del percorso (per i primi 2 incontri) portava con se una bottiglia di plastica vuota, ruotandola ininterrottamente, abitudine modificata negli incontri successivi.
Un aspetto del progetto su cui lavorare è stato modificare in itinere le abitudini, come il tempo di permanenza all’interno della sezione, per poi raggiungere a lungo termine l’obiettivo della socializzazione con gruppo classe.
G. trascorreva molto tempo fuori dalla sezione con l’insegnante di sostegno, in una sala mensa, posizionandosi alla finestra nell’angolo della stanza, non guardava fuori, teneva gli occhi chiusi ed emetteva dei vocalizzi lunghi, simili ad un lamento continuo, che iniziavano con un verso stridulo fino a diventare cupo e grave.
Una possibilità da sfruttare è sta quella di lavorare assieme all’insegnante di sostegno a cui G. è molto affezionato.
Attraverso attività brevi, dall’esplorazione musicale all’ascolto passivo, alla produzione svolgere l'attività musicale è stato per il bambino un momento di accoglienza ed espressione del suo mondo.
L’obiettivo principale era far sentire G era senta accettato durante gli incontri di Musicoterapia in maniera globale, con l'aggiunta graduale del movimento, la pratica strumentale centrata sull'ascolto.


Obiettivi


l Osservazione dello strumentario

l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo

l Tradurre i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:


l Voce - stimoli Vocali

l Strumento

l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali

l Aumentare il tempo all’interno della sezione

l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali) fuori dalla sezione in momenti non didattici

l Favorire l’interesse del linguaggio sonoro-musicale

l Rafforzare i tempi e il livello di attenzione

l Favorire gli atteggiamenti emotivi e le capacità di socializzazione

Strumenti e Metodi

Gli incontri sono stati effettuati a scuola, in ambienti diversi, in classe, nella sala di musica, alternando gli spazi per rompere le routine, con momenti all’interno della stanza che la scuola ha riservato per il bambino, con tappeti morbidi e alcuni dei suoi giochi, tra cui un peluche di Winnie the Pooh, il suo orsetto preferito.
Si propone un setting strutturato ma dinamico, una disposizione circolare dello spazio- strumentario , in cui possa muoversi liberamente e riconoscerlo come familiare, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante e un Metodologia direttiva.

Per ottimizzare il lavoro si è proceduto dal generale al particolare, creando una situazione- gioco e poter avvicinarsi a G, al suo spazio senza violarlo.
L’ attivazione passivo- recettiva musicale, con strumenti melodici, e lo strumentario Orff, ha permesso il coivolgimento del bambino, fino a renderlo attiva, con momenti circolari in cui hanno partecipato i compagni di classe, e la sorella, Matilde, che frequenta la classe 5 elementare nella stessa scuola.

Per integrare il suo campo di esperienza sono proposte attività ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività ludico musicali e proposte che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. L’ approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi.
Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali non convenzionali con materiali di diverso tipo che favoriscono gli aspetti Sinestesici.


Materiali

l Chitarra,
l Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, etc.)
l Letture
l Stereo
l Materiali da disegno
l Collane- corde- lenzuola- palloncini



Documentazione

La documentazione è stata svolta utilizzando un Diario di bordo, attraverso l'utilizzo di un protocollo da compilare a ogni seduta, l’utilizzo di una Scheda di lettura vocale, un questionario compilato dai genitori in itinere, e integrata con foto in momenti diversi degli incontri.

Verifica

Il progetto si è svolto in parallelo ad un percorso di Arteterapia, per cui è stato utile poter confrontarsi con l’esperta sulle modifiche del comportamento di G, sia all’inizio dl percorso, dopo il primo colloquio con la madre del bambino, che in itinere.
Sono stati previsti momenti di verifica in itinere, con le insegnanti di sezione, l’insegnante di sostegno e la Preside della scuola, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti e del percorso seguito.

Dott.ssa Giuliana Galante
Specializzata in Musicoterapia
Cell 3476655657

giovedì 2 luglio 2009

In memoria di Manfredini Aldo

In questo articolo voglio citare una persona, che non c'è più, il suo nome era Manfredini Aldo.
Ecco un poeta che nessuno conosce, ma dalla carica tipica di chi scrive ciò che sente,
ed esprime le sue emozioni legate al mondo del ballo, della musica, con passione. Sono poche le sue opere in giro, per lo più auguri di compleanno, ma ho trovato quattro poesie in rima baciata, scritte da lui, su un semplice foglio bianco, con il bordo ornato, una calligrafia elegante, una sensibilità stilistica non comune.
Parlano della vita, di come poterla affrontare con pazienza e umiltà temi attuali più che mai oggi.
Del sorriso, dato e ricevuto, senza alcun costo.
Del ballo, che accende tutte le passioni, e rende vivi.
Dell'Amore, per il ballo e per il partner, che non segue regole.










Dott.ssa Giuliaa Galante
Cell. 3476655657 - Modena

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...