Il campanile di Bruges
Il carillon (pronunciato in francese: carijòn) è uno strumento musicale automatico del diciannovesimo secolo che produce musica facendo vibrare con delle punte poste su un cilindro o su un disco rotante delle lamelle di acciaio disposte a pettine.
Alcuni di questi hanno inoltre dei piccoli piatti a percussione o dei campanelli (sempre meccanici). Tuttavia le dimensioni non sono sempre ridotte, infatti alcuni di questi strumenti raggiungono talvolta le dimensioni di un grosso mobile d'arredamento.
Alcuni storici ritengono che i carillon fossero in uso già in Cina; in qualunque caso furono molto in voga in Olanda ed in Belgio e proprio da qui vennero esportati in Inghilterra.
Gli elementi del carillon
La manovella fa ruotare il cilindro , le puntine poste sul cilidro mettono in vibrazione le lamelle che producono le relative note musicali. La base fa da struttura per tutti i pezzi.
La base, generalmente di metallo relativamente pesante, fa da struttura per tutti i pezzi, che sono solitamente fissati con delle viti.
La manovella è va messa un rotazione in un verso predefinito e va tenuta in rotazione costante. Altri carillon invece hanno una molla a spirale che va caricata tramite una chiave: ciò permette un funzionamento completamente automatico fino al termine della carica, la cui durata dipende dal genere di carillon.
Il pettine di lamelle può avere da poche a decine di lamele d'acciaio, ognuna delle quali, una volta messa in vibrazione, produce una differente nota a seconda della dimensione di metallo in vibrazione.
Il cilindro invece rappresenta la memoria del carillon su cui è registrata la sequenza da riprodurre: a seconda della disposizione delle puntine sul cilindro verrà messa in vibrazione una determinata lamella del pettine in un determinato momento producendo così la relativa nota. Tuttavia la riproduzione sarà ciclica poiché il cilindro ha una superficie limitata.
CollegBruges è uno dei luoghi turistici più importanti di tutto il Belgio. Il centro storico, circondato da canali, conserva ancora intatta la propria architettura medievale essendo stato risparmiato da guerre o grandi incendi; dal 2000 è un Patrimonio dell'umanità tutelato dall'UNESCO.
I canali sono chiamati dagli abitanti Reien (in olandese sarebbe Grachten). Servivano per il trasporto di merce, oggi sono utilizzati solamente a fini turistici.
Tra gli edifici più noti vi sono la chiesa di Nostra Signora, in stile gotico, con il campanile di mattoni alto 122 m, al suo interno si trova la scultura della Madonna col Bambino di Michelangelo.
Un altro simbolo della città è la Torre civica (Belfort), risalente al XIII secolo, al suo interno si trova un carillon costituito da 47 campane.
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Il campanile di Bruges, o Belfort, è una medievale torre campanaria nel centro storico di Bruges, Belgio. One of the city's most prominent symbols, [ 1 ] the belfry formerly housed a treasury and the municipal archives, and served as an observation post for spotting fires and other danger. Una delle città più importanti simboli, ] il campanile in precedenza ospitava un tesoro e di archivi comunali, e servito come un posto di osservazione per individuare gli incendi e le altre situazioni di pericolo. A narrow, steep staircase of 366 steps, accessible by the public for an entry fee, leads to the top of the 83-meter-high building, which leans about a meter to the east. Una stretta e ripida scala di 366 gradini, accessibili al pubblico per una commissione d'ingresso, conduce alla cima del 83-metro-alta, che si appoggia su un metro ad est.
To the sides and back of the tower stands the former market hall, a rectangular building only 44 m broad but 84 m deep, with an inner courtyard. Per i lati e il retro della torre sorge l'ex mercato coperto, un edificio rettangolare solo 44 m vasta, ma 84 m di profondità, con un cortile interno. The belfry, accordingly, is also known as the Halletoren (tower of the halls). Il campanile, di conseguenza, è anche conosciuta come la Halletoren (torre del sale).
The building is a central feature of the 2008 film In Bruges . L'edificio è un elemento centrale del 2008 il film In Bruges.
ostruire storia
The belfry was added to the main market square around 1240, when Bruges was prospering as an important center of the Flemish cloth industry. Il campanile è stato aggiunto alla principale piazza del mercato intorno al 1240, quando è stato Bruges prospera come un importante centro del fiammingo panno industria. After a devastating fire in 1280, the tower was largely rebuilt. Dopo un devastante incendio nel 1280, la torre è stata in gran parte ricostruita. The city archives, however, were forever lost to the flames. La città archivi, tuttavia, sono stati persi per sempre le fiamme.
L'ottagonale stadio superiore del campanile è stato aggiunto tra 1483 al 1487, e con un massimale di legno guglia recanti l'immagine di San Michele, striscione in mano e sotto drago. The spire did not last long: a lightning strike in 1493 reduced it to ashes, and destroyed the bells as well. La guglia non durò a lungo: un fulmine nel 1493 ridotto a cenere, e distrutti e le campane. A wooden spire crowned the summit again for some two-and-a-half centuries, before it, too, fell victim to flames in 1741. Un legno guglia coronato il vertice di nuovo per circa due-e-un-mezzo secolo, prima che, troppo, è caduto vittima di fiamme nel 1741. The spire was never replaced again, thus making the current height of the building somewhat lower than in the past; but an openwork stone parapet in Gothic style was added to the rooftop in 1822. La guglia di nuovo non è mai stato sostituito, in modo da rendere l'attuale altezza di un edificio un po 'più basso rispetto al passato, ma uno openwork pietra parapetto in gotico stile è stato aggiunto al tetto nel 1822.
A poem by Henry Wadsworth Longfellow , titled "The Belfry of Bruges," refers to the building's checkered history: Una poesia di Henry Wadsworth Longfellow, dal titolo "Il campanile di Bruges," si riferisce alla costruzione di scacchi della storia:
In the market-place of Bruges stands the belfry old and brown;
Nel mercato, luogo di Bruges sorge il vecchio campanile e marrone;
Thrice consumed and thrice rebuilded, still it watches o'er the town. Tre volte e tre volte rebuilded consumato, ancora che gli orologi o'er città.
[ edit ] Bells e campane
The bells in the tower regulated the lives of the city dwellers, announcing the time, fire alarms, work hours, and a variety of social, political, and religious events. Le campane della torre regolato la vita degli abitanti delle città, che annuncia
il tempo, l'incendio, le ore di lavoro, e una varietà di servizi sociali, politiche, religiose e manifestazioni. Eventually a mechanism ensured the regular sounding of certain bells, for example indicating the hour. Infine un meccanismo ha garantito il regolare suono di alcune campane, per esempio indicando l'ora.
In the 16th century the tower received a carillon , allowing the bells to be played by means of a hand keyboard. Nel 16 ° secolo, la torre ha ricevuto un carillon, che consente le campane ad essere svolto per mezzo di una mano tastiera. Starting from 1604, the annual accounts record the employment of a carilloneur to play songs during Sundays, holidays and market days. A partire dal 1604, i conti annuali record per l'occupazione di un carilloneur di riprodurre brani durante la domenica, giorni festivi e di mercato.
In 1675 the carillon comprised 35 bells, designed by Melchior de Haze of Antwerp . Nel 1675 il carillon composto da 35 campane, progettato da Melchior de Haze di Anversa. After the fire of 1741 this was replaced by a set of bells cast by Joris Dumery, 26 of which are still in use. Dopo l'incendio del 1741 questo è stato sostituito da una serie di campane espressi da Joris Dumery, 26 dei quali sono ancora in uso. There were 48 bells at the end of the 19th century, but today the bells number 47, together weighing about 27.5 tonnes . Ci sono state 48 le campane, alla fine del 19 ° secolo, ma oggi le campane numero 47, nonché del peso di circa 27,5 tonnellate. The bells range from weighing two pounds to 11,000 pounds. [ 2 ] Le campane di peso variano da due libbre in 11.000 libbre. [2]
Dunton, Larkin (1896). Il mondo e la sua gente. Silver, Burdett. Silver, Burdett. p. 161. p. 161.
^ Dunton, Larkin (1896). The World and Its People . ^ Dunton, Larkin (1896). Il mondo e la sua gente. Silver, Burdett. Silver, Burdett. p. 161. p. 161.
"Le forme del Pensiero Musicale" Questo blog si occupa di Musicoterapia,di musica, dell'importanza del canto nella vita dell'uomo, e di tutte le forme di Arte ad essa correlate. In alto: "Picassiana" 2008
lunedì 6 luglio 2009
Curriculum Vitae- Giuliana Galante
Curriculum vitae
Informazioni personali
Nome
Giuliana Galante
Carpi- 41012 (MO)
Telefono
3476655657
E-mail
giulygala@tiscali.it
BLOG: giulygala.blogspot.com
Nazionalità
italiana
Data di nascita
19/05/1980 Milazzo
Esperienza lavorativa
• Date (da – a)
2005 ad Oggi
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Ministero della Pubblica Istruzione
• Tipo di azienda o settore
Pubblico
• Tipo di impiego
Insegnante d’Infanzia- Sostegno
• Principali mansioni e responsabilità
Organizzazione e gestione attività didattiche
• Date (da – a)
2007 ad Oggi
Libera professionista
• Tipo di azienda o settore
Privato
• Tipo di impiego:
Musicoterapeuta
• Principali mansioni e responsabilità
Interventi individuali / o di gruppo finalizzati ad un percorso
abilitativo- terapeutico
Istruzione e formazione
• Date (da – a)
1999- 2006
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Università degli Studi di Messina- Scienze della formazione
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (V.O.)- 110 e Lode
• Qualifica conseguita
Educatrice Professionale
• Date (da – a)
2006- 2009
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Scuola di Specializzazione in Musicoterapia- Istituto Meme s.r.l.- Modena
Fondazione Jean Monnet- Bruxelles- 110/110
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Psicologia, Psichiatria, Metodi e Tecniche di Musicoterapia
Laboratori Pratici
• Qualifica conseguita
Musicoterapeuta
• Livello nella classificazione nazionale (se pertinente)
Capacità e competenze personali
Acquisite nel corso della vita e della carriera ma non necessariamente riconosciute da certificati e ufficiali.
Prima lingua
Italiano madrelingua
Altre lingue
Inglese- Tedesco- Spagnolo
• Capacità di lettura
Ottima- Buona-Sufficiente
• Capacità di scrittura
Ottima- Buona - Sufficiente
• Capacità di espressione orale
Ottima- Buona- Sufficiente
Capacità e competenze relazionali
Vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra (ad es. cultura e sport), ecc.
mi piace confrontarmi con gli altri e affrontare situazioni nuove, sia a livello personale che lavorativo.
Capacità e competenze organizzative
Ad es. coordinamento e amministrazione di persone, progetti, bilanci; sul posto di lavoro, in attività di volontariato (ad es. cultura e sport), a casa, ecc.
Lavoro da anni in equipe, ho praticato sport per anni, e ho fatto 3 anni di volontariato in un Centro di Igiene Mentale.
Servizio civile 2003/04 presso la F.A.R.O., centro di disintossicazione bassa soglia per tossicodipendenti.
Capacità e competenze tecniche
Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc.
Ottimo uso di internet, programmi di office
Capacità e competenze artistiche
Musica, scrittura, disegno ecc.
Dipingo su tela, scrivo poesie, ho frequentato il conservatorio, suono il pianoforte, la chitarra e alcuni strumenti a percussione. Canto da professionista da 15 anni.
Ballo latino – americano e standard – Country Line dance
Altre capacità e competenze
Competenze non precedentemente indicate.
Dal 2004 lavoro come hostess per fiere, congressi, concerti e iper per diverse agenzie.
Dal 1998 piano bar e animazione.
Patente o patenti
B - Automunita
Ulteriori informazioni
Corso professionale Operatrice tossicodipendenze 2000/2001
Abilitazione scuola del’infanzia 2000
Stage risorse Umane 2006
Corso Psicologia Rogersiana 2005/2006
Specializzione Musicoterapia
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.
Dott.ssa Giulana Galante
Informazioni personali
Nome
Giuliana Galante
Carpi- 41012 (MO)
Telefono
3476655657
giulygala@tiscali.it
BLOG: giulygala.blogspot.com
Nazionalità
italiana
Data di nascita
19/05/1980 Milazzo
Esperienza lavorativa
• Date (da – a)
2005 ad Oggi
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Ministero della Pubblica Istruzione
• Tipo di azienda o settore
Pubblico
• Tipo di impiego
Insegnante d’Infanzia- Sostegno
• Principali mansioni e responsabilità
Organizzazione e gestione attività didattiche
• Date (da – a)
2007 ad Oggi
Libera professionista
• Tipo di azienda o settore
Privato
• Tipo di impiego:
Musicoterapeuta
• Principali mansioni e responsabilità
Interventi individuali / o di gruppo finalizzati ad un percorso
abilitativo- terapeutico
Istruzione e formazione
• Date (da – a)
1999- 2006
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Università degli Studi di Messina- Scienze della formazione
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (V.O.)- 110 e Lode
• Qualifica conseguita
Educatrice Professionale
• Date (da – a)
2006- 2009
• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione
Scuola di Specializzazione in Musicoterapia- Istituto Meme s.r.l.- Modena
Fondazione Jean Monnet- Bruxelles- 110/110
• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio
Psicologia, Psichiatria, Metodi e Tecniche di Musicoterapia
Laboratori Pratici
• Qualifica conseguita
Musicoterapeuta
• Livello nella classificazione nazionale (se pertinente)
Capacità e competenze personali
Acquisite nel corso della vita e della carriera ma non necessariamente riconosciute da certificati e ufficiali.
Prima lingua
Italiano madrelingua
Altre lingue
Inglese- Tedesco- Spagnolo
• Capacità di lettura
Ottima- Buona-Sufficiente
• Capacità di scrittura
Ottima- Buona - Sufficiente
• Capacità di espressione orale
Ottima- Buona- Sufficiente
Capacità e competenze relazionali
Vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra (ad es. cultura e sport), ecc.
mi piace confrontarmi con gli altri e affrontare situazioni nuove, sia a livello personale che lavorativo.
Capacità e competenze organizzative
Ad es. coordinamento e amministrazione di persone, progetti, bilanci; sul posto di lavoro, in attività di volontariato (ad es. cultura e sport), a casa, ecc.
Lavoro da anni in equipe, ho praticato sport per anni, e ho fatto 3 anni di volontariato in un Centro di Igiene Mentale.
Servizio civile 2003/04 presso la F.A.R.O., centro di disintossicazione bassa soglia per tossicodipendenti.
Capacità e competenze tecniche
Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc.
Ottimo uso di internet, programmi di office
Capacità e competenze artistiche
Musica, scrittura, disegno ecc.
Dipingo su tela, scrivo poesie, ho frequentato il conservatorio, suono il pianoforte, la chitarra e alcuni strumenti a percussione. Canto da professionista da 15 anni.
Ballo latino – americano e standard – Country Line dance
Altre capacità e competenze
Competenze non precedentemente indicate.
Dal 2004 lavoro come hostess per fiere, congressi, concerti e iper per diverse agenzie.
Dal 1998 piano bar e animazione.
Patente o patenti
B - Automunita
Ulteriori informazioni
Corso professionale Operatrice tossicodipendenze 2000/2001
Abilitazione scuola del’infanzia 2000
Stage risorse Umane 2006
Corso Psicologia Rogersiana 2005/2006
Specializzione Musicoterapia
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.
Dott.ssa Giulana Galante
"Alle Porte del bel canto"
"Alle Porte del bel canto", pubblicato sul sit di Roberto Bellavigna:
http://www.musicoterapia-anziani.eu/gruppo-corale-polifonico%E2%80%9Calle-porte-del-bel-canto%E2%80%9D
Ecco il link del blog Parkinsonmodena, per poter condividere l'esperienza del gruppo di musicoterapia dell'anno 2007/2008
http://parkmo.splinder.com/archive/2008-06
Dott.ssa Giuliana Galante
cell. 3476655657
http://www.musicoterapia-anziani.eu/gruppo-corale-polifonico%E2%80%9Calle-porte-del-bel-canto%E2%80%9D
Ecco il link del blog Parkinsonmodena, per poter condividere l'esperienza del gruppo di musicoterapia dell'anno 2007/2008
http://parkmo.splinder.com/archive/2008-06
Dott.ssa Giuliana Galante
cell. 3476655657
Questo articolo nasce dall’ esigenza personale di ringraziare il coro “Alle Porte del bel Canto”, composto da un gruppo di 15 anziani con una gran volontà di affrontare le difficoltà che comporta essere affetti da Morbo di Parkinson, far sentire la propria “VOCE” comunque e sempre; a proposito posso solo dire di aver imparato moltissimo da persone stupende.
Sin dal primo incontro sono tutti molto motivati, alcuni di loro hanno seguito un percorso lo scorso anno, è presente anche una signora affetta da Distrofia Miotonica. Ognuno prende uno strumento a scelta, ci presentiamo anticipando il nome con un suono . L’assistente che li accompagna mi spiega cosa hanno fatto in precedenza, non interviene e partecipa all’incontro.
Il sig. Carlo mi da un fascicolo con dei brani che hanno cantato l’anno scorso, mi fanno capire che oltre a suonare la loro esigenza è cantare , solo pezzi in italiano, cantiamo e suoniamo sulla marcia turca di Mozart.
Alla fine mi chiedono di cantare per loro, introduco una strofa di Summertime al piano. Mi salutano dicendo che ci vediamo la settimana prossima. Mi sono accorta che questo gruppo ha bisogno di essere guidato, se non si sentono accompagnati non vedo alcun input da parte loro. Probabilmente è una questione legata non tanto all’età quanto alla loro condizione di vita quotidiana, facendo Ginnastica, Logopedia, che sono attività strutturate, non sono abituati ad esprimersi liberamente.
Quindi ogni momento sarà più strutturato e il ruolo della terapeuta direttivo, dunque anche la metodologia.
Uno degli obiettivi è lasciare loro uno spazio in cui si sentano liberi, facciano proposte, si attivino, mi dicano cosa vogliono e come vogliono farlo. Ovvio che a questo ci arriveremo tra un bel po’ di tempo. Iniziamo con esercizi di respirazione, percepiamo il nostro respiro e l’aria che attraversa il nostro corpo, dalle cavità nasali allo stomaco. Io li aiuto, mi avvicino a ognuno di loro e li regolo, dando il via e mettendo la mano sulla pancia, spiego a cosa serve l’esercizio e spiego che quando cantiamo è importante respirare nei punti giusti, abbassando il più possibile il diaframma, e come dosare il respiro in uscita.
Un pezzo che a loro piaceva molto è stato: l’ Inno d’Italia- Mameli(1847).
Ogni parte veniva letta è ststa letta, una frase a testa, poi si cantava senza musica, solo alla fine si introduceva la tastiera. Si è Cantato insieme, con l’aggiunta di parti solo suonate, in cui si suonava, e si ripeteva il ritornello alla fine, ma l’inno è molto sentito da tutti( alcuni di loro hanno visto nascere la Prima repubblica); mi dicono che l’inno bisogna conoscerlo a fondo e studiarlo, quindi mi informerò al meglio, e sarà l’argomento che tratteremo al prossimo incontro.
Mi sembrano contenti del canto, si impegnano molto e mi seguono, quindi il percorso di fondo sarà non solo Musicoterapeutico, ma anche basato sulla Cantoterapia, tecniche di canto, tecniche di mimica facciale e di respirazione. [...]
Leggiamo l’inno a turno, fino alla fine, iniziamo a cantarlo. Sono poco attenti, lo eseguiamo tutto, devo condurli fino alla fine, altrimenti c’è un calo di tono. Nell’ultima parte mi chiedono di suonare Romagna mia, un pezzo che sentono molto, c’è il Sig. Giovanni che non parla più, ma canta con tutta la voce che può, e si emoziona diventando uno dei più partecipativi. Dalla prossima volta ci sarà un momento creativo, in cui ognuno leggerà una parola o un pensiero che ha pensato/ scritto durante la settimana, potranno anche cantarlo, inventare una melodia, l’idea è creare una raccolta di pensieri- brani che potrebbe anche diventare un libriccino da dare tutti alla fine degli incontri. [...]
Durante gli incontri il lavoro è diventato più specifico e impegnativo.L’ultima volta avevo proposto di scrivere qualcosa a casa, anche una parola, una frase, se è possibile anche in rima. Lo hanno fatto solo 2 del gruppo. Ma se in uno la rima c’era l’altro era un bellissimo pensiero di ringraziamento. Iniziamo con la respirazione. Dopo leggiamo “Bella ciao” una frase per uno alla volta. La ripetiamo cadenzata, come se stessimo cantando senza modulare. Distribuisco gli strumenti, oggi decido io, in modo da far provare diversi strumenti a tutti.Proviamo la canzone, io vado alla tastiera, conoscono bene la canzone, dopo si continua con ” Io vagabondo”, accompagnando con gli strumenti, io do gli stacchi. La proviamo più volte, e migliora. Alla fine leggiamo le cose che hanno scritto, e sono molto belle e impegnate. [...]Oggi introduco alla respirazione l’ Esperienza tattile, si va a tempo dal collo alla spalla, ci soffermiamo sulla mano lentamente, ascoltando la musica e seguendo il ritmo. Ascoltiamo il Gloria di Bach e Haleluia di Hendel. Riprendiamo il Và Pensiero, una versione di Albano, ritmata. La sig.ra Francesca ha portato un cd delNabucco, sentiamo la versione classica.
La tonalità non va bene, la eseguiamo in la M,con una base , io non canto, eseguo dei gesti che loro devono seguire, pugni chiusi non si canta, ondeggi medi intensità bassa, ondeggi alti canto trionfale. Iniziano a entrare , solo alcuni mi guardano, ma ognuno trova il suo spazio e sono perfetti, si ascoltano nel gruppo, regolano la respirazione e il volume, intensità, buona l’ intonazione. Il progetto si è concluso con un concerto in cui si sono esibiti “come un’occasione unica”, tutti i membri del gruppo, anche chi per motivi di salute si trovava in una condizione di difficoltà, i brani eseguiti sono stati: ” Aggiungi un posto a tavola”; “Va pensiero”; ” Romagna Mia”, la manifestazione si è tenuta il 23 Maggio presso la Polisportiva “G. Pini” , organizzata dall’Associazione Parkinson di Modena.
Il Concerto:Non ci sono parole per descrivere questo momento, io ero emozionata ma loro sono stati bravissimi, massimo impegno da parte di tutti e grande risonanza, non credevano di farcela, ma il risultato è stato al di sopra delle aspettative, con progetti futuri che si spera di poter realizzare, infine posso descrivere questa esperienza ricca di sorprese, e indimenticabile!
La Musicoterapeuta
Dott.ssa Giuliana Galante
Projectwork - Scuola: Area Infanzia
Dott.ssa Giuliana Galante
Musicoterapeuta - Modena
Servizio di Musicoterapia “Le Forme del Pensiero Musicale”
Privato su appuntamento
Info: 3476655657
giulygala@tiscali.it
Blog: giulygala.blogspot.com
Projectwork
Utente: O. C. E.
Età: 3 Anni
Diagnosi: Tetraplegia Spastico-Distonica
Neuropsichiatra: Dott.ssa B, B.NPI AUSL M. (MO)
Organizzazione degli incontri: un incontro settimanale a scuola da 60’
Luogo: Scuola dell’Infanzia “Gianni Rodari”, F.(MO)
Durata: 10 incontri
L’intervento di musicoterapia è stato richiesto dalla scuola
Premessa
E. un bambino nigeriano di 3 anni, è affetto da Tetraplegia Spastico-Distonica con atteggiamento estensorio degli arti inferiori, ipertonico flessorio degli arti superiori, non ha ancora raggiunto il controllo del capo a causa di una marcata ipotonia assiale, e presenta epilessia sintomatica.
Il deficit di produzione di movimento è soprattutto sul lato destro, con disturbi della regolazione del tono muscolare (spasticità ipertonica), della coordinazione e del controllo posturale del capo.
È stato seguito dai Servizi sociali dal luglio del 2008, appena giunto in Italia. La famiglia, compresa la gravità della situazione, è intervenuta seguendo il bambino per operare su diversi fronti. Nel gennaio del 2008 E. ha iniziato un percorso di fisioterapia, con la frequenza di 2 incontri settimanali, in orario scolastico.
Il bambino non ha mai svolto attività espressive, per cui il lavoro che si è pensato di svolgere a scuola ha visto la partecipazione del gruppo classe, all’interno di un progetto Psico-motorio, con l’insegnante di classe, l’insegnante di sostegno/Musicoterapeuta, come componente attiva.
E. è un bambino abituato a stare assieme ad altre persone, con una buona capacità uditiva, ed è abituato ad ascoltare musica.
È stato importante per E. l'attività musicale come momento strutturato, di ascolto attivo, di esplorazione sensoriale, in maniera olistica, con l'aggiunta del movimento, la pratica strumentale, centrata sull'ascolto, sull'espressività, sull’associazione stimolo-risposta, dei suoni vocali e di quelli onomatopeici.
Gli incontri sono stati pensati e strutturati con un assetto triangolare-circolare, assieme all' insegnante di sezione, che è stata parte attiva nei momenti di canto d’insieme e in tutte le altre fasi del Progetto, con lo scopo di favorire la relazione tra E. con la classe e di armonizzarla.
Obiettivi
· Promuovere la Circolarità della relazione coi pari.
· Stimolare all’Orientamento Sonoro-Spaziale.
· Utilizzare lo strumento musicale associato all’aspetto motorio.
· Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività.
· Corpo - Giochi motori.
· Uso dello Strumento (Attivo-Passivo).
· Ampliare i canali di comunicazione attraverso esperienze globali.
Strumenti e Metodi
L’ambiente in cui si è svolto il PW è stato la palestra.
Si è proposto un setting statico, un tappeto morbido al centro, dove E. poteva esser sdraiato, e all’esterno dinamico, grazie agli altri bambini della sezione, aperto e flessibile, con una disposizione dello spazio-strumentario circolare, vicino E, mentre gli altri potevano muoversi liberamente, con movimenti lenti, relazionandosi con E. attraverso lo strumento, la Metodologia usata era direttiva/semi-direttiva.
Per integrare il campo di esperienza sono state proposte attività vocali, lavorato sulla percezione del corpo, sulla respirazione, modulazione vocale, reazione feedback alle proposte sonore, ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività musicali e proposte che consentono di sviluppare diversi linguaggi. Il ruolo dei compagni di classe è stato determinante perche i bambini hanno imparato ad avere con E. un contatto corporeo adeguato alla sua problematica, stabilendo con E. un rapporto solidale e una migliore collaborazione in sezione.
Materiali
· Chitarra.
· Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, … etc.).
· Stereo.
· Suoni onomatopeici.
· Palloncini, corde, stoffe.
· Tappeti morbidi-cuscini, percorsi guidati.
Documentazione
La documentazione si è svolta attraverso l'utilizzo di un Protocollo e una Scheda di Lettura Vocale da compilare a ogni seduta, integrata in momenti diversi degli incontri.
Si è proposto a metà percorso un questionario per documentare il punto di vista delle insegnanti.
Verifica
Gli incontri di verifica sono stati necessari per confrontarsi sulle nuove dinamiche messe in atto dal bambino.
E’ stata molto utile la collaborazione con le insegnanti di sezione, l’educatrice comunale, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti.
Projectwork
Utente: G. B.
Anni: 8
Diagnosi: Disturbo Pervasivo dello sviluppo- Disturbo Autistico
Neuropsichiatra: Dott.ssa B. NPI AUSL Modena
Organizzazione degli incontri: Martedi 9:00- 10.00
Luogo: Scuola Elementare M. P. - Modena
Durata: Dicembre ‘08 – Giugno ‘09
L'intervento di Musicoterapia è stato richiesto dalla famiglia.
Premessa
G. è un bambino affetto da Disturbo pervasivo dello Sviluppo, nella sua forma più grave, ovvero l'Autismo.
Frequenta la classe seconda elementare, ha il sostegno scolastico coperto per tutte le ore.
E' stato seguito dalla famiglia sin da piccolo, appena è stata realizzata la diagnosi. E’ seguito dall’Usl da quando aveva 2 anni, sono previsti due incontri annuali con la neuropsichiatra: la Dott.ssa B.
Dal mese di dicembre 2008 ha intrapreso con frequenza settimanale le seguenti attività riabilitative:
un incontro di ippoterapia il mercoledi mattina, il nuoto al venerdi mattina (gli piace molto stare nell’acqua), un incontro di Arteterapia il giovedi mattino dalle 9:30 alle 10:30, e uno di Musicoterapia il martedi mattina a scuola dalle ore 9:00 alle 10:00.
E' un bambino affettuoso, ama il contatto fisico, talvolta, soprattutto nei contesti che sono per lui nuovi si mostra agitato e iperattivo .
Una caratteristica di G. è il comportamento 'insistentemente ripetitivo' o 'insistentemente perseverante. Diventa estremamente insistente sulle routine; all’inizio del percorso (per i primi 2 incontri) portava con se una bottiglia di plastica vuota, ruotandola ininterrottamente, abitudine modificata negli incontri successivi.
Un aspetto del progetto su cui lavorare è stato modificare in itinere le abitudini, come il tempo di permanenza all’interno della sezione, per poi raggiungere a lungo termine l’obiettivo della socializzazione con gruppo classe.
G. trascorreva molto tempo fuori dalla sezione con l’insegnante di sostegno, in una sala mensa, posizionandosi alla finestra nell’angolo della stanza, non guardava fuori, teneva gli occhi chiusi ed emetteva dei vocalizzi lunghi, simili ad un lamento continuo, che iniziavano con un verso stridulo fino a diventare cupo e grave.
Una possibilità da sfruttare è sta quella di lavorare assieme all’insegnante di sostegno a cui G. è molto affezionato.
Attraverso attività brevi, dall’esplorazione musicale all’ascolto passivo, alla produzione svolgere l'attività musicale è stato per il bambino un momento di accoglienza ed espressione del suo mondo.
L’obiettivo principale era far sentire G era senta accettato durante gli incontri di Musicoterapia in maniera globale, con l'aggiunta graduale del movimento, la pratica strumentale centrata sull'ascolto.
Obiettivi
l Osservazione dello strumentario
l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo
l Tradurre i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:
l Voce - stimoli Vocali
l Strumento
l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali
l Aumentare il tempo all’interno della sezione
l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali) fuori dalla sezione in momenti non didattici
l Favorire l’interesse del linguaggio sonoro-musicale
l Rafforzare i tempi e il livello di attenzione
l Favorire gli atteggiamenti emotivi e le capacità di socializzazione
Strumenti e Metodi
Gli incontri sono stati effettuati a scuola, in ambienti diversi, in classe, nella sala di musica, alternando gli spazi per rompere le routine, con momenti all’interno della stanza che la scuola ha riservato per il bambino, con tappeti morbidi e alcuni dei suoi giochi, tra cui un peluche di Winnie the Pooh, il suo orsetto preferito.
Si propone un setting strutturato ma dinamico, una disposizione circolare dello spazio- strumentario , in cui possa muoversi liberamente e riconoscerlo come familiare, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante e un Metodologia direttiva.
Per ottimizzare il lavoro si è proceduto dal generale al particolare, creando una situazione- gioco e poter avvicinarsi a G, al suo spazio senza violarlo.
L’ attivazione passivo- recettiva musicale, con strumenti melodici, e lo strumentario Orff, ha permesso il coivolgimento del bambino, fino a renderlo attiva, con momenti circolari in cui hanno partecipato i compagni di classe, e la sorella, Matilde, che frequenta la classe 5 elementare nella stessa scuola.
Per integrare il suo campo di esperienza sono proposte attività ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività ludico musicali e proposte che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. L’ approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi.
Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali non convenzionali con materiali di diverso tipo che favoriscono gli aspetti Sinestesici.
Materiali
l Chitarra,
l Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, etc.)
l Letture
l Stereo
l Materiali da disegno
l Collane- corde- lenzuola- palloncini
Documentazione
La documentazione è stata svolta utilizzando un Diario di bordo, attraverso l'utilizzo di un protocollo da compilare a ogni seduta, l’utilizzo di una Scheda di lettura vocale, un questionario compilato dai genitori in itinere, e integrata con foto in momenti diversi degli incontri.
Verifica
Il progetto si è svolto in parallelo ad un percorso di Arteterapia, per cui è stato utile poter confrontarsi con l’esperta sulle modifiche del comportamento di G, sia all’inizio dl percorso, dopo il primo colloquio con la madre del bambino, che in itinere.
Sono stati previsti momenti di verifica in itinere, con le insegnanti di sezione, l’insegnante di sostegno e la Preside della scuola, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti e del percorso seguito.
Dott.ssa Giuliana Galante
Specializzata in Musicoterapia
Cell 3476655657
Musicoterapeuta - Modena
Servizio di Musicoterapia “Le Forme del Pensiero Musicale”
Privato su appuntamento
Info: 3476655657
giulygala@tiscali.it
Blog: giulygala.blogspot.com
Projectwork
Utente: O. C. E.
Età: 3 Anni
Diagnosi: Tetraplegia Spastico-Distonica
Neuropsichiatra: Dott.ssa B, B.NPI AUSL M. (MO)
Organizzazione degli incontri: un incontro settimanale a scuola da 60’
Luogo: Scuola dell’Infanzia “Gianni Rodari”, F.(MO)
Durata: 10 incontri
L’intervento di musicoterapia è stato richiesto dalla scuola
Premessa
E. un bambino nigeriano di 3 anni, è affetto da Tetraplegia Spastico-Distonica con atteggiamento estensorio degli arti inferiori, ipertonico flessorio degli arti superiori, non ha ancora raggiunto il controllo del capo a causa di una marcata ipotonia assiale, e presenta epilessia sintomatica.
Il deficit di produzione di movimento è soprattutto sul lato destro, con disturbi della regolazione del tono muscolare (spasticità ipertonica), della coordinazione e del controllo posturale del capo.
È stato seguito dai Servizi sociali dal luglio del 2008, appena giunto in Italia. La famiglia, compresa la gravità della situazione, è intervenuta seguendo il bambino per operare su diversi fronti. Nel gennaio del 2008 E. ha iniziato un percorso di fisioterapia, con la frequenza di 2 incontri settimanali, in orario scolastico.
Il bambino non ha mai svolto attività espressive, per cui il lavoro che si è pensato di svolgere a scuola ha visto la partecipazione del gruppo classe, all’interno di un progetto Psico-motorio, con l’insegnante di classe, l’insegnante di sostegno/Musicoterapeuta, come componente attiva.
E. è un bambino abituato a stare assieme ad altre persone, con una buona capacità uditiva, ed è abituato ad ascoltare musica.
È stato importante per E. l'attività musicale come momento strutturato, di ascolto attivo, di esplorazione sensoriale, in maniera olistica, con l'aggiunta del movimento, la pratica strumentale, centrata sull'ascolto, sull'espressività, sull’associazione stimolo-risposta, dei suoni vocali e di quelli onomatopeici.
Gli incontri sono stati pensati e strutturati con un assetto triangolare-circolare, assieme all' insegnante di sezione, che è stata parte attiva nei momenti di canto d’insieme e in tutte le altre fasi del Progetto, con lo scopo di favorire la relazione tra E. con la classe e di armonizzarla.
Obiettivi
· Promuovere la Circolarità della relazione coi pari.
· Stimolare all’Orientamento Sonoro-Spaziale.
· Utilizzare lo strumento musicale associato all’aspetto motorio.
· Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività.
· Corpo - Giochi motori.
· Uso dello Strumento (Attivo-Passivo).
· Ampliare i canali di comunicazione attraverso esperienze globali.
Strumenti e Metodi
L’ambiente in cui si è svolto il PW è stato la palestra.
Si è proposto un setting statico, un tappeto morbido al centro, dove E. poteva esser sdraiato, e all’esterno dinamico, grazie agli altri bambini della sezione, aperto e flessibile, con una disposizione dello spazio-strumentario circolare, vicino E, mentre gli altri potevano muoversi liberamente, con movimenti lenti, relazionandosi con E. attraverso lo strumento, la Metodologia usata era direttiva/semi-direttiva.
Per integrare il campo di esperienza sono state proposte attività vocali, lavorato sulla percezione del corpo, sulla respirazione, modulazione vocale, reazione feedback alle proposte sonore, ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività musicali e proposte che consentono di sviluppare diversi linguaggi. Il ruolo dei compagni di classe è stato determinante perche i bambini hanno imparato ad avere con E. un contatto corporeo adeguato alla sua problematica, stabilendo con E. un rapporto solidale e una migliore collaborazione in sezione.
Materiali
· Chitarra.
· Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, … etc.).
· Stereo.
· Suoni onomatopeici.
· Palloncini, corde, stoffe.
· Tappeti morbidi-cuscini, percorsi guidati.
Documentazione
La documentazione si è svolta attraverso l'utilizzo di un Protocollo e una Scheda di Lettura Vocale da compilare a ogni seduta, integrata in momenti diversi degli incontri.
Si è proposto a metà percorso un questionario per documentare il punto di vista delle insegnanti.
Verifica
Gli incontri di verifica sono stati necessari per confrontarsi sulle nuove dinamiche messe in atto dal bambino.
E’ stata molto utile la collaborazione con le insegnanti di sezione, l’educatrice comunale, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti.
Projectwork
Utente: G. B.
Anni: 8
Diagnosi: Disturbo Pervasivo dello sviluppo- Disturbo Autistico
Neuropsichiatra: Dott.ssa B. NPI AUSL Modena
Organizzazione degli incontri: Martedi 9:00- 10.00
Luogo: Scuola Elementare M. P. - Modena
Durata: Dicembre ‘08 – Giugno ‘09
L'intervento di Musicoterapia è stato richiesto dalla famiglia.
Premessa
G. è un bambino affetto da Disturbo pervasivo dello Sviluppo, nella sua forma più grave, ovvero l'Autismo.
Frequenta la classe seconda elementare, ha il sostegno scolastico coperto per tutte le ore.
E' stato seguito dalla famiglia sin da piccolo, appena è stata realizzata la diagnosi. E’ seguito dall’Usl da quando aveva 2 anni, sono previsti due incontri annuali con la neuropsichiatra: la Dott.ssa B.
Dal mese di dicembre 2008 ha intrapreso con frequenza settimanale le seguenti attività riabilitative:
un incontro di ippoterapia il mercoledi mattina, il nuoto al venerdi mattina (gli piace molto stare nell’acqua), un incontro di Arteterapia il giovedi mattino dalle 9:30 alle 10:30, e uno di Musicoterapia il martedi mattina a scuola dalle ore 9:00 alle 10:00.
E' un bambino affettuoso, ama il contatto fisico, talvolta, soprattutto nei contesti che sono per lui nuovi si mostra agitato e iperattivo .
Una caratteristica di G. è il comportamento 'insistentemente ripetitivo' o 'insistentemente perseverante. Diventa estremamente insistente sulle routine; all’inizio del percorso (per i primi 2 incontri) portava con se una bottiglia di plastica vuota, ruotandola ininterrottamente, abitudine modificata negli incontri successivi.
Un aspetto del progetto su cui lavorare è stato modificare in itinere le abitudini, come il tempo di permanenza all’interno della sezione, per poi raggiungere a lungo termine l’obiettivo della socializzazione con gruppo classe.
G. trascorreva molto tempo fuori dalla sezione con l’insegnante di sostegno, in una sala mensa, posizionandosi alla finestra nell’angolo della stanza, non guardava fuori, teneva gli occhi chiusi ed emetteva dei vocalizzi lunghi, simili ad un lamento continuo, che iniziavano con un verso stridulo fino a diventare cupo e grave.
Una possibilità da sfruttare è sta quella di lavorare assieme all’insegnante di sostegno a cui G. è molto affezionato.
Attraverso attività brevi, dall’esplorazione musicale all’ascolto passivo, alla produzione svolgere l'attività musicale è stato per il bambino un momento di accoglienza ed espressione del suo mondo.
L’obiettivo principale era far sentire G era senta accettato durante gli incontri di Musicoterapia in maniera globale, con l'aggiunta graduale del movimento, la pratica strumentale centrata sull'ascolto.
Obiettivi
l Osservazione dello strumentario
l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo
l Tradurre i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:
l Voce - stimoli Vocali
l Strumento
l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali
l Aumentare il tempo all’interno della sezione
l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali) fuori dalla sezione in momenti non didattici
l Favorire l’interesse del linguaggio sonoro-musicale
l Rafforzare i tempi e il livello di attenzione
l Favorire gli atteggiamenti emotivi e le capacità di socializzazione
Strumenti e Metodi
Gli incontri sono stati effettuati a scuola, in ambienti diversi, in classe, nella sala di musica, alternando gli spazi per rompere le routine, con momenti all’interno della stanza che la scuola ha riservato per il bambino, con tappeti morbidi e alcuni dei suoi giochi, tra cui un peluche di Winnie the Pooh, il suo orsetto preferito.
Si propone un setting strutturato ma dinamico, una disposizione circolare dello spazio- strumentario , in cui possa muoversi liberamente e riconoscerlo come familiare, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante e un Metodologia direttiva.
Per ottimizzare il lavoro si è proceduto dal generale al particolare, creando una situazione- gioco e poter avvicinarsi a G, al suo spazio senza violarlo.
L’ attivazione passivo- recettiva musicale, con strumenti melodici, e lo strumentario Orff, ha permesso il coivolgimento del bambino, fino a renderlo attiva, con momenti circolari in cui hanno partecipato i compagni di classe, e la sorella, Matilde, che frequenta la classe 5 elementare nella stessa scuola.
Per integrare il suo campo di esperienza sono proposte attività ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività ludico musicali e proposte che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. L’ approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi.
Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali non convenzionali con materiali di diverso tipo che favoriscono gli aspetti Sinestesici.
Materiali
l Chitarra,
l Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, etc.)
l Letture
l Stereo
l Materiali da disegno
l Collane- corde- lenzuola- palloncini
Documentazione
La documentazione è stata svolta utilizzando un Diario di bordo, attraverso l'utilizzo di un protocollo da compilare a ogni seduta, l’utilizzo di una Scheda di lettura vocale, un questionario compilato dai genitori in itinere, e integrata con foto in momenti diversi degli incontri.
Verifica
Il progetto si è svolto in parallelo ad un percorso di Arteterapia, per cui è stato utile poter confrontarsi con l’esperta sulle modifiche del comportamento di G, sia all’inizio dl percorso, dopo il primo colloquio con la madre del bambino, che in itinere.
Sono stati previsti momenti di verifica in itinere, con le insegnanti di sezione, l’insegnante di sostegno e la Preside della scuola, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti e del percorso seguito.
Dott.ssa Giuliana Galante
Specializzata in Musicoterapia
Cell 3476655657
giovedì 2 luglio 2009
In memoria di Manfredini Aldo
In questo articolo voglio citare una persona, che non c'è più, il suo nome era Manfredini Aldo.
Ecco un poeta
che nessuno conosce, ma dalla carica tipica di chi scrive ciò che sente,
ed esprime le sue emozioni legate al mondo del ballo, della musica, con passione. Sono poche le sue opere in giro, per lo più auguri di compleanno, ma ho trovato quattro poesie in rima baciata, scritte da lui, su un semplice foglio bianco, con il bordo ornato, una calligrafia elegante, una sensibilità stilistica non comune.
Parlano della vita, di come poterla affrontare con pazienza e umiltà temi attuali più che mai oggi.
Del sorriso, dato e ricevuto, senza alcun costo.
Del ballo, che accende tutte le passioni, e rende vivi.
Dell'Amore, per il ballo e per il partner, che non segue regole.

Ecco un poeta

ed esprime le sue emozioni legate al mondo del ballo, della musica, con passione. Sono poche le sue opere in giro, per lo più auguri di compleanno, ma ho trovato quattro poesie in rima baciata, scritte da lui, su un semplice foglio bianco, con il bordo ornato, una calligrafia elegante, una sensibilità stilistica non comune.
Parlano della vita, di come poterla affrontare con pazienza e umiltà temi attuali più che mai oggi.
Del sorriso, dato e ricevuto, senza alcun costo.
Del ballo, che accende tutte le passioni, e rende vivi.
Dell'Amore, per il ballo e per il partner, che non segue regole.

mercoledì 1 luglio 2009
Giuliana Galante
CELL: 3476655657
E - mail: giulygala@tiscali.it
Basta alle frodi autorizzate!
Gruppi studenteschi - Privati- Club e Associazioni
Ma perche dopo laurea, corsi, concorsi, specializzazione triennale, si deve continuare a pagare per una formarzione di soli seminari e aggiornamenti presso enti privati per poter far parte di un registro professionale?
E' UNA VERGOGNA!
Non solo come Musicoterapeuta non siamo riconosciuti, ma dopo anni di lezioni, esami, aggiornamenti, formazione continua, non esiete una sola Associazione di Musicoterapia in Italia che non chieda dei soldi per poter scrivere il tuo nome su una lista e avere un pò di visibilità.
Io dico che nessuno dovrebbe spendere migliaia di euro per questo, capisco la formazione, perchè è fondamentale per poter operare e avere delle buone basi, ma questo è troppo.
E una scelta personale aggiornarsi e partecipare a seminari, e nessuno deve sentirsi obbligato a farlo.
Ecco un gruppo su facebook contro questa frode, chiunque può iscriversi, per poter anche raccontare se avete avuto esperienze del genere.
http://www.facebook.com/home.php?#/group.php?gid=98762787653&ref=mf
Basta alle frodi autorizzate!Globale
Informazioni di base
Tipo:
Gruppi studenteschi - Club e associazioni
Una associazione molto famosa e conosciuta in Italia mi ha chiesto dei soldi per partecipare ai loro corsi, iscrivermi cosi al loro registro e avere visibilità come musicoterapeuta su un sito internet.
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Giuliana Galante
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Dott.ssa Giuliana Galante
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Ma perche dopo laurea, corsi, concorsi, specializzazione triennale, si deve continuare a pagare per una formarzione di soli seminari e aggiornamenti presso enti privati per poter far parte di un registro professionale?
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Non solo come Musicoterapeuta non siamo riconosciuti, ma dopo anni di lezioni, esami, aggiornamenti, formazione continua, non esiete una sola Associazione di Musicoterapia in Italia che non chieda dei soldi per poter scrivere il tuo nome su una lista e avere un pò di visibilità.
Io dico che nessuno dovrebbe spendere migliaia di euro per questo, capisco la formazione, perchè è fondamentale per poter operare e avere delle buone basi, ma questo è troppo.
E una scelta personale aggiornarsi e partecipare a seminari, e nessuno deve sentirsi obbligato a farlo.
Ecco un gruppo su facebook contro questa frode, chiunque può iscriversi, per poter anche raccontare se avete avuto esperienze del genere.
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Dott.ssa Giuliana Galante
lunedì 29 giugno 2009

Studi sull’acqua calda e sul ghiaccio come Analgesico in Terapia
L’uomo ha cercato di alleviare la sofferenza fin dai tempi più remoti e con ogni mezzo, anche se spesso si riteneva che il dolore fosse mandato dagli dei e che, dunque, chi tentava di combatterlo in qualche modo ostacolasse la loro volontà (Opus dei sedare dolorem, «alleviare il male è compito divino», recitava un detto latino). La guerra è stata lunga e la nascita ufficiale dell’anestesia risale a poco più di 160 anni fa. Ancora nel XIX secolo, dunque, le operazioni chirurgiche procuravano sofferenze indicibili:
«Quando lo stiletto venne introdotto nel torace - penetrando attraverso vene, carne, nervi – non potei fermare la mie lacrime. Cominciai a gridare e continuai a urlare durante tutta l’incisione, e sento ancora le mie grida nelle orecchie come fossero di un altro. Pensai che questa era l’agonia prima della morte. Tutto questo mentre il chirurgo grattava dentro il mio torace. E io non riuscii a pronunciare parola, ma solo urla durante tutta la tortura. Poi svenni»
(Lettera di Frances Fanny Burney, scrittrice inglese, 1752-1840).
Le tecniche usate prima dell’introduzione dell’anestesia erano diverse: dalla somministrazione di sostanze più o meno efficaci (es. cicuta, mandragora, hashish, alcool, oppio, coca) all’agopuntura, dagli impacchi di ghiaccio per bloccare la circolazione sanguigna, rendendo ischemico l’arto interessato, fino allo strangolamento “parziale”, che rendeva il paziente incosciente per mancanza di ossigeno al cervello. Naturalmente i risultati non erano molto soddisfacenti e la mortalità era elevata, non solo per l’assenza di tecniche e farmaci adeguati contro il dolore, ma anche per la mancanza di protezioni dall'aggressione chirurgica (infezioni, emorragie, stress...). In genere, dunque, si procedeva agli interventi solo in caso d'urgenza, quando cioè il rischio di morte era elevato (es. drenaggio di ascessi, amputazioni di arti in cancrena, tumori...).
Già nel 1564 Ambrosio Parè amputava una gamba dopo aver applicato sopra di essa del ghiaccio.
L’uso dell’acqua ghiacciata era frequente nei tempi antichi, ma gli uomini facevano il bagno anche nell’acqua calda per alleviare alcuni dolori e le nostre nonne da sempre consigliano la borsa dell’acqua calda da premere contro la pancia (mettendo un panno per non ustionarsi) per curare mal di stomaco, indigestione, dolori mestruali o di varia natura. Era un rimedio quasi in disuso perché lo si credeva più un palliativo piuttosto che una verità, ma ora gli inglesi lo hanno rispolverato scoprendo, ricerche alla mano, che l’acqua calda agisce quasi come un farmaco antidolorifico.
L’uomo ha cercato di alleviare la sofferenza fin dai tempi più remoti e con ogni mezzo, anche se spesso si riteneva che il dolore fosse mandato dagli dei e che, dunque, chi tentava di combatterlo in qualche modo ostacolasse la loro volontà (Opus dei sedare dolorem, «alleviare il male è compito divino», recitava un detto latino). La guerra è stata lunga e la nascita ufficiale dell’anestesia risale a poco più di 160 anni fa. Ancora nel XIX secolo, dunque, le operazioni chirurgiche procuravano sofferenze indicibili:
«Quando lo stiletto venne introdotto nel torace - penetrando attraverso vene, carne, nervi – non potei fermare la mie lacrime. Cominciai a gridare e continuai a urlare durante tutta l’incisione, e sento ancora le mie grida nelle orecchie come fossero di un altro. Pensai che questa era l’agonia prima della morte. Tutto questo mentre il chirurgo grattava dentro il mio torace. E io non riuscii a pronunciare parola, ma solo urla durante tutta la tortura. Poi svenni»
(Lettera di Frances Fanny Burney, scrittrice inglese, 1752-1840).
Le tecniche usate prima dell’introduzione dell’anestesia erano diverse: dalla somministrazione di sostanze più o meno efficaci (es. cicuta, mandragora, hashish, alcool, oppio, coca) all’agopuntura, dagli impacchi di ghiaccio per bloccare la circolazione sanguigna, rendendo ischemico l’arto interessato, fino allo strangolamento “parziale”, che rendeva il paziente incosciente per mancanza di ossigeno al cervello. Naturalmente i risultati non erano molto soddisfacenti e la mortalità era elevata, non solo per l’assenza di tecniche e farmaci adeguati contro il dolore, ma anche per la mancanza di protezioni dall'aggressione chirurgica (infezioni, emorragie, stress...). In genere, dunque, si procedeva agli interventi solo in caso d'urgenza, quando cioè il rischio di morte era elevato (es. drenaggio di ascessi, amputazioni di arti in cancrena, tumori...).
Già nel 1564 Ambrosio Parè amputava una gamba dopo aver applicato sopra di essa del ghiaccio.
L’uso dell’acqua ghiacciata era frequente nei tempi antichi, ma gli uomini facevano il bagno anche nell’acqua calda per alleviare alcuni dolori e le nostre nonne da sempre consigliano la borsa dell’acqua calda da premere contro la pancia (mettendo un panno per non ustionarsi) per curare mal di stomaco, indigestione, dolori mestruali o di varia natura. Era un rimedio quasi in disuso perché lo si credeva più un palliativo piuttosto che una verità, ma ora gli inglesi lo hanno rispolverato scoprendo, ricerche alla mano, che l’acqua calda agisce quasi come un farmaco antidolorifico.
L’azione del calore è quella della vasodilatazione. Il calore genera un afflusso di sangue nel punto prescelto che induce una riduzione della contrazione dell’organo agendo, così, con un’azione di tipo antalgico. In pratica, il calore fa rilasciare la muscolatura e questo meccanismo d’azione è noto da tempo. La ricerca condotta dallo University College di Londra sotto la guida del ricercatore dottor Brian King e presentata durante il congresso annuale della Physiological Society voleva, inoltre, osservare se la borsa dell’acqua calda, agendo su alcune molecole, poteva funzionare proprio come un medicinale antidolorifico.
Con l’utilizzo di tecniche nuove gli inglesi hanno messo in evidenza che il calore (che deve essere di almeno 40°C) agisce a livello delle molecole (come un farmaco) disattivando i messaggi dolorifici che l’organismo invia al cervello. In pratica le proteine del recettore del calore in una cellula bloccano quelle del recettore del dolore. Una dimostrazione in più, insomma, dell’efficacia già conosciuta del calore. Il dolore ha diverse genesi ed è un meccanismo articolato che interessa il sistema nervoso periferico il quale attiva, attraverso i recettori, il sistema nervoso centrale. Se il dolore è provocato da un trauma, per esempio, la borsa dell’acqua calda è dannosa, anzi, al contrario, in questi casi si utilizza il ghiaccio per cercare di bloccare lo sviluppo dell’ematoma. Un altro esempio è quello del mal di testa: se ci mettiamo del calore, il dolore aumenta. La borsa dell’acqua calda è, invece, utile per alleviare il dolore nei casi dovuti a contratture come il mal di schiena, in cui il muscolo ha bisogno di decontrarsi, oppure a crampi come i dolori mestruali, il dolore addominale o le coliche renali. Il principio che sta alla base di questo meccanismo d’azione è quello del contrasto tra le temperature. In pratica se la temperatura è alta, quindi c’è calore, lì servirà il freddo per far passare il dolore come nel caso citato in precedenza dell’ematoma. Se, invece, non c’è riscaldamento, allora è meglio il caldo.
Il contrasto tra le due temperature agisce come antidolorifico.
Oltre ai farmaci, esistono anche altri metodi, oltre all’esercizio fisico e al controllo del peso, per alleviare il dolore alle articolazioni.
Le proprietà dell’acqua possono trovare riscontro su pazienti affetti da malattie come Artrosi, Artrite reumatoide e Gotta, secondo gli scienziati dell’Università di Edimburgo
E’ possibile provare sollievo applicando una borsa dell’acqua calda o del ghiaccio, facendo un bagno caldo o nuotando in una piscina riscaldata.
Di solito si consiglia l’intervento chirurgico quando il danno alle articolazioni diventa invalidante o quando le altre terapie non sono efficaci per ridurre il dolore, gli interventi chirurgici più frequenti sono quelli a carico del femore e delle ginocchia.
Molte persone affette da artrite sperimentano alcuni rimedi la cui efficacia per ora non è ancora stata documentata: alcuni di essi, come ad esempio il veleno di serpente, sono pericolosi, altri come ad esempio i braccialetti di rame non sono dannosi, ma la loro efficacia è ancora tutta da dimostrare.
L’uso del ghiaccio nelle contusioni riduce il gonfiore provocato dall’accumulo di liquidi nei tessuti colpiti e lenisce il dolore causato dalla stimolazione dei nervi al loro passaggio.
Serve poi per frenare il sanguinamento: fa contrarre i vasi danneggiati. In un secondo tempo però può invece essere utile il calore: favorisce circolazione e riassorbimento dei fluidi.
Quando si mette il ghiaccio su una parte contusa, si sente subito una fantastica sensazione di sollievo. Che il ghiaccio fosse un rimedio contro il dolore lo sapevano anche le nostre nonne ma adesso è la ricerca scientifica a confermare e spiegare l’azione analgesica delle basse temperature.
Ora gli esperti ci confermano che non si tratta di sola suggestione.
Con l’utilizzo di tecniche nuove gli inglesi hanno messo in evidenza che il calore (che deve essere di almeno 40°C) agisce a livello delle molecole (come un farmaco) disattivando i messaggi dolorifici che l’organismo invia al cervello. In pratica le proteine del recettore del calore in una cellula bloccano quelle del recettore del dolore. Una dimostrazione in più, insomma, dell’efficacia già conosciuta del calore. Il dolore ha diverse genesi ed è un meccanismo articolato che interessa il sistema nervoso periferico il quale attiva, attraverso i recettori, il sistema nervoso centrale. Se il dolore è provocato da un trauma, per esempio, la borsa dell’acqua calda è dannosa, anzi, al contrario, in questi casi si utilizza il ghiaccio per cercare di bloccare lo sviluppo dell’ematoma. Un altro esempio è quello del mal di testa: se ci mettiamo del calore, il dolore aumenta. La borsa dell’acqua calda è, invece, utile per alleviare il dolore nei casi dovuti a contratture come il mal di schiena, in cui il muscolo ha bisogno di decontrarsi, oppure a crampi come i dolori mestruali, il dolore addominale o le coliche renali. Il principio che sta alla base di questo meccanismo d’azione è quello del contrasto tra le temperature. In pratica se la temperatura è alta, quindi c’è calore, lì servirà il freddo per far passare il dolore come nel caso citato in precedenza dell’ematoma. Se, invece, non c’è riscaldamento, allora è meglio il caldo.
Il contrasto tra le due temperature agisce come antidolorifico.
Oltre ai farmaci, esistono anche altri metodi, oltre all’esercizio fisico e al controllo del peso, per alleviare il dolore alle articolazioni.
Le proprietà dell’acqua possono trovare riscontro su pazienti affetti da malattie come Artrosi, Artrite reumatoide e Gotta, secondo gli scienziati dell’Università di Edimburgo
E’ possibile provare sollievo applicando una borsa dell’acqua calda o del ghiaccio, facendo un bagno caldo o nuotando in una piscina riscaldata.
Di solito si consiglia l’intervento chirurgico quando il danno alle articolazioni diventa invalidante o quando le altre terapie non sono efficaci per ridurre il dolore, gli interventi chirurgici più frequenti sono quelli a carico del femore e delle ginocchia.
Molte persone affette da artrite sperimentano alcuni rimedi la cui efficacia per ora non è ancora stata documentata: alcuni di essi, come ad esempio il veleno di serpente, sono pericolosi, altri come ad esempio i braccialetti di rame non sono dannosi, ma la loro efficacia è ancora tutta da dimostrare.
L’uso del ghiaccio nelle contusioni riduce il gonfiore provocato dall’accumulo di liquidi nei tessuti colpiti e lenisce il dolore causato dalla stimolazione dei nervi al loro passaggio.
Serve poi per frenare il sanguinamento: fa contrarre i vasi danneggiati. In un secondo tempo però può invece essere utile il calore: favorisce circolazione e riassorbimento dei fluidi.
Quando si mette il ghiaccio su una parte contusa, si sente subito una fantastica sensazione di sollievo. Che il ghiaccio fosse un rimedio contro il dolore lo sapevano anche le nostre nonne ma adesso è la ricerca scientifica a confermare e spiegare l’azione analgesica delle basse temperature.
Ora gli esperti ci confermano che non si tratta di sola suggestione.
I ricercatori dell’Universita’ di Edimbugro, dopo aver studiato alcuni ratti, si sono accorti che attivando attraverso la pelle, i recettori del freddo (ad esempio il TRPM8), riuscivano a bloccare i segnali del dolore.
Altri studi sono in corso e se la scoperta fosse confermata anche sugli umani, l’uso di refrigeranti come il mentolo (magari in gel o in crema) oppure l’utilizzo di vestiti “refrigerati” alla corretta temperatura, potrebbe diminuire il malessere in chi soffre di dolori cronici, come gli artritici o i neuropatici, senza dover far uso di antidolorifici.Il Ghiaccio ha effetti contro l’emicrania, su una contusione o una bruciatura.
I ricercatori dell’università di Edimburgo lo chiamano sistema blocca dolore, con una semplice “somministrazione” di sostanza fredda si attivano i recensori sensibili alla variazione di temperatura che inviano a loro volta un segnale nervoso al midollo spinale disattivando i recettori che segnalano la sensazione di dolore.
Crioterapia
La crioterapia parte dal principio che il freddo lenisce i dolori. Relegata per anni a terapia localizzata, adesso la crioterapia è diventata «total body» e, dopo le prime cliniche specializzate in Giappone, nate negli anni Ottanta, si sono moltiplicate anche nel Nord Europa le «camere del freddo»: in Polonia, in Germania, in Finlandia, in Russia, in Francia, Gran Bretagna e Austria.
Altri studi sono in corso e se la scoperta fosse confermata anche sugli umani, l’uso di refrigeranti come il mentolo (magari in gel o in crema) oppure l’utilizzo di vestiti “refrigerati” alla corretta temperatura, potrebbe diminuire il malessere in chi soffre di dolori cronici, come gli artritici o i neuropatici, senza dover far uso di antidolorifici.Il Ghiaccio ha effetti contro l’emicrania, su una contusione o una bruciatura.
I ricercatori dell’università di Edimburgo lo chiamano sistema blocca dolore, con una semplice “somministrazione” di sostanza fredda si attivano i recensori sensibili alla variazione di temperatura che inviano a loro volta un segnale nervoso al midollo spinale disattivando i recettori che segnalano la sensazione di dolore.
Crioterapia
La crioterapia parte dal principio che il freddo lenisce i dolori. Relegata per anni a terapia localizzata, adesso la crioterapia è diventata «total body» e, dopo le prime cliniche specializzate in Giappone, nate negli anni Ottanta, si sono moltiplicate anche nel Nord Europa le «camere del freddo»: in Polonia, in Germania, in Finlandia, in Russia, in Francia, Gran Bretagna e Austria.
In Italia la crioterapia ancora non esiste, ma alcuni centri termali si stanno organizzando per proporre la nuova tecnica.
Si usa in ambito sportivo, come tecnica che combina l'azione del ghiaccio al movimento.
Ha lo scopo di addormentare la parte dolorante in quanto produce un effetto analgesico.Con l’impiego del freddo si intende l’applicazione del ghiaccio, sorgente naturale che va associata ad altre componenti esistenti in natura. Oggi oltre a questi si sfruttano gli spray e le medicazioni che sono formate su basi chimiche.Già nell’antichità il ghiaccio e la neve erano usati ai fini anestetici, oggi è molto usato nella traumatologia sportiva come coadiuvante dei traumi o trattamenti di ginnastica medica. L’applicazione della crioterapia ad intermittenza dopo un trauma, riduce di moltissimo le conseguenze legate ad una fase infiammatoria o di rottura. Questo trattamento è utile dal primo giorno a due settimane.
Dal punto di vista fisiologico l’organismo con l’applicazione della crioterapia risponde ad una riduzione e quindi una vasocostrizione, seguita in modo riflesso da una vasodilatazione come iperemia e quindi si riduce il dolore. Il freddo come agente terapeutico è classificato come una radiazione a raggi infrarossi, un oggetto freddo applicato su di uno caldo estrae il calore. Maggiore è il tempo di applicazione più in profondità esso agisce, è il caso dell’applicazione sul muscolo dove la sua temperatura può essere ridotta fino a quattro centimetri in profondità. Ed essendo il muscolo un tessuto che contiene acqua diventa un eccellente conduttore di freddo, al contrario non lo è il grasso.Quando si applica il ghiaccio sulla pelle per 15 minuti si ottiene la vasocostrizione nella zona interessata, questa è causata dalla contrazione riflessa della muscolatura liscia vascolare. Se l’applicazione viene prolungata si ottiene un periodo di vasodilatazione che dura pochi minuti, ma è una reazione contro il danno tessutale provocato da una prolungata esposizione al freddo.
Ha lo scopo di addormentare la parte dolorante in quanto produce un effetto analgesico.Con l’impiego del freddo si intende l’applicazione del ghiaccio, sorgente naturale che va associata ad altre componenti esistenti in natura. Oggi oltre a questi si sfruttano gli spray e le medicazioni che sono formate su basi chimiche.Già nell’antichità il ghiaccio e la neve erano usati ai fini anestetici, oggi è molto usato nella traumatologia sportiva come coadiuvante dei traumi o trattamenti di ginnastica medica. L’applicazione della crioterapia ad intermittenza dopo un trauma, riduce di moltissimo le conseguenze legate ad una fase infiammatoria o di rottura. Questo trattamento è utile dal primo giorno a due settimane.
Dal punto di vista fisiologico l’organismo con l’applicazione della crioterapia risponde ad una riduzione e quindi una vasocostrizione, seguita in modo riflesso da una vasodilatazione come iperemia e quindi si riduce il dolore. Il freddo come agente terapeutico è classificato come una radiazione a raggi infrarossi, un oggetto freddo applicato su di uno caldo estrae il calore. Maggiore è il tempo di applicazione più in profondità esso agisce, è il caso dell’applicazione sul muscolo dove la sua temperatura può essere ridotta fino a quattro centimetri in profondità. Ed essendo il muscolo un tessuto che contiene acqua diventa un eccellente conduttore di freddo, al contrario non lo è il grasso.Quando si applica il ghiaccio sulla pelle per 15 minuti si ottiene la vasocostrizione nella zona interessata, questa è causata dalla contrazione riflessa della muscolatura liscia vascolare. Se l’applicazione viene prolungata si ottiene un periodo di vasodilatazione che dura pochi minuti, ma è una reazione contro il danno tessutale provocato da una prolungata esposizione al freddo.
Con l’applicazione del ghiaccio e del calore si potrebbe ridurre la somministrazione di molti farmaci e analgesici, oggi in commercio, che fruttano milioni alle case produttrici, sia per la cura di malattie croniche degenerative, per i distrurbi nevralgici e per le varie forme di artriti.
Dott.ssa Giuliana Galante
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