"Le forme del Pensiero Musicale" Questo blog si occupa di Musicoterapia,di musica, dell'importanza del canto nella vita dell'uomo, e di tutte le forme di Arte ad essa correlate. In alto: "Picassiana" 2008
martedì 21 ottobre 2014
Ansia da separazione e disastri naturali
Davanti ad eventi traumatici quali ad esempio catastrofi naturali come terremoti e alluvioni, i bambini rispondono con ansia e paura: ansia nei confronti dell’evento a loro sconosciuto e rispetto alla propria e altrui incolumità associata ad una maggiore richiesta di vicinanza e attenzione da parte degli adulti in genere e nello specifico dei genitori. Queste paure nei bambini non vanno sottovalutate poiché potrebbero diventare maggiormente pervasive nel caso del disturbo di ansia da separazione, in alcuni casi ancora più intense fino a sostenere un’eventuale diagnosi di disturbo post- traumatico da stress.
I bambini che presentano questo disturbo presentano un’eccessiva difficoltà a separarsi dalle figure di attaccamento, evidente con sintomi fisici, comportamentali e cognitivi.
Essi manifestano ansia eccessiva ogni qualvolta devono separarsi dalle figure di attaccamento, evidente da sintomi quali nausea, vomito, senso di paura e aspettative di eventi catastrofici. Spesso le crisi d’ansia da separazione impediscono a questi bambini di frequentare la scuola e di addormentarsi in assenza del genitore. L’idea di staccarsi dal genitore crea panico in questi bambini.
Affinchè si possa parlare di Ansia da Separazione è necessario che siano presenti i seguenti sintomi:
ansia inappropriata ed eccessiva per la separazione dalle figure di attaccamento;
conseguenti difficoltà a stare in qualsiasi luogo lontani dai genitori (scuola, dormire nella propria camera);
preoccupazione irrealistica e persistente di perdita di uno o entrambi i genitori e/o paura che possa accader loro qualcosa di brutto;
Tali sintomi devono durare da almeno 4 settimane, devono provocare disagio familiare, sociale, scolastico e lavorativo. L’esordio deve essere collocabile prima dei 18 anni.
Studio
E’ stato condotto uno studio, promosso dall’Ordine dei Camilliani, con il coordinamento scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il sostegno della Caritas Italiana. Il campione era composto da 37 pediatri dell’Abruzzo, ognuno dei quali ha coinvolto 80 bambini tra i 3 ed i 14 anni, con l’obiettivo di stimare la prevalenza di sintomi psicopatologici dopo 1- 2 anni dal terremoto e di valutare l’influenza di fattori protettivi. A 12 mesi dal terremoto sono stati intervistati 1723 bambini, mentre a distanza di 24 mesi, i 305 bambini considerati maggiormente a rischio.
Risultati
A 12 mesi dal terremoto, i bambini aquilani mostravano un livello doppio di ansia, depressione e di disturbo post- traumatico da stress rispetto ai bambini residenti nelle altre province dell’Abruzzo. A 24 mesi, i sintomi psicopatologici si sono dimostrati più attenuati, rimanendo più significativi nella provincia de L’Aquila. Tra i diversi fattori di protezione sono stati rintracciati il livello di istruzione della madre (una mamma istruita ha più strumenti, può essere in grado di gestire gli eventi con una maggiore varietà di risorse) e pertanto le competenze socio-culturali dei genitori (contribuiscono a creare e a rinforzare nei bambini la resilienza ovvero la capacità di fronteggiamento, sopravvivenza o di adattamento ad una situazione problematica).
Come aiutare il bambino
E' importante compiere un percorso sia a livello individuale che collettivo aiutando i bambini a comprendere cosa è successo, incoraggiarli ad esprimere le proprie emozioni, evitare di infondere in loro ancora più ansia, verificare se abbiano maturato convinzioni erronee rispetto a quanto è accaduto, farli sentire partecipi stimolando la voglia di dare il proprio contributo in modo da alleviare il senso di impotenza e di disperazione di fronte alla catastrofe.
lunedì 20 ottobre 2014
Terremoto: le catastrofi sono sempre inaspettate. Stress & Traumi
http://www.stateofmind.it/2012/05/terremoto-stress-traumi/
Le catastrofi sono spesso inaspettate, improvvise e travolgenti. Di regola la catastrofe non è mai preannunciabile e prevedibile, per questo crea maggiori scompensi emotivi.
È comune tra le persone che hanno vissuto situazioni traumatiche
avere reazioni emotive molto forti. Esistono reazioni normali, o meglio non esagerate, a degli episodi così incontrollabili? Capire come poter rispondere al meglio a questi eventi anomali può essere d’aiuto ad affrontare in modo efficace i sentimenti, i pensieri e i comportamenti.
Cosa succede alle persone dopo un disastro o un evento traumatico?
Le reazioni tipiche agli eventi traumatici e alle calamità naturali sono quelle di shock e di negazione, incredulità, dell’accaduto. In particolare, subito dopo l’evento imprevisto, queste reazioni fungono da comportamenti protettivi per l’individuo.
Se reiterati nel tempo, per contro, provocano una cristallizzazione della sofferenza e problemi a largo spettro.
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2012/05/terremoto-stress-traumi/
Lo shock, in particolare, si presenta come un’alterazione, improvvisa e spesso intensa, dello stato emotivo che può lasciare storditi o frastornati. Il negare l’accaduto porta al non riconoscimento dell’evento, o al non vivere pienamente l’intensità dello stesso. Fondamentalmente si rimane increduli e basiti di fronte a un evento inaspettato. Spesse volte, si è portati a provare temporaneamente torpore o dissociazione
, che portano, come nel caso del terremoto, a non essere subito pronti a fuggire. In questo caso la risposta emotiva mette a repentaglio la vita.
Quindi, bisognerebbe essere pronti ad affrontare la propria emotività concentrandosi sull’ How, ovvero: come faccio per salvarmi? Una sorta di problem solving, perchè l’eccessiva emotività del momento non è pronta a cedere alla ragione.
Le reazioni provate, quando lo stato di shock iniziale si attenua, variano da persona a persona. Di seguito alcune reazioni che si possono riscontrare in risposta ad un evento traumatico:
◾I sentimenti diventano intensi e a volte imprevedibili. Si può diventare più irritabili del solito e l’umore può cambiare, anche in modo drammatico. Si potrebbe essere particolarmente ansiosi
o nervosi, o addirittura sperimentare un episodio depressivo
.
◾I pensieri e i comportamenti sono influenzati dal trauma. L’evento traumatico potrebbe essere rivissuto e ricordato in modo vivido. Questi flashback possono verificarsi senza un’apparente motivo e possono portare a reazioni fisiche quali, per esempio, sudorazione e battito cardiaco accelerato, difficoltà a concentrarsi, a prendere decisioni o diventare più facilmente confusi. Il sonno e l’alimentazione possono modificarsi.
◾Ricorrenti reazioni emotive comuni. Gli anniversari dell’evento traumatico, come a un mese o un anno dallo stesso, possono innescare ricordi sconvolgenti dell’esperienza dolorosa. Questi trigger possono essere accompagnati dal timore che l’evento stressante
si possa ripetere.
◾Le relazioni interpersonali spesso diventano tese. È comune tra chi ha subito un trauma sperimentare un maggiore conflitto interpersonale, come per esempio discussioni più frequenti con i familiari e colleghi. D’altra parte è possibile manifestare comportamenti di ritiro, di isolamento ed evitare le attività consuete.
◾I sintomi fisici possono accompagnare lo stress estremo. Ad esempio, possono essere presenti mal di testa
, nausea e dolore al torace fino al punto di dover richiedere cure mediche. Condizioni mediche pre-esistenti possono peggiorare a causa dello stress.
Come reagiscono le persone a distanza di tempo dall’evento traumatico
È importante sapere che non esiste una modalità standard con cui si reagisce a una esperienza traumatica. Alcune persone reagiscono immediatamente, altre con una reazione ritardata, a volte mesi o anche anni più tardi. Un parte di coloro che ha sofferto a causa del trauma inizialmente potrebbero essere stimolati dall’evento, diventando solo successivamente scoraggiati o depressi.
Un certo numero di fattori influenza il tempo necessario per il recupero, tra cui:
◾Il grado di intensità e di perdita. Spesso si risolvono in più tempo gli eventi con le seguenti caratteristiche: durata maggiore, minaccia più grave, decessi, perdita di proprietà.
◾La capacità generale di una persona di affrontare situazioni emotivamente difficili. Gli individui che in passato hanno gestito altre circostanze difficili, stressanti, possono trovare più facilmente modalità per far fronte al trauma.
◾Altri eventi stressanti che precedono l’esperienza traumatica. Gli individui che hanno dovuto far fronte ad altre situazioni emotivamente difficili, come gravi problemi di salute o difficoltà familiari, possono avere reazioni più intense al nuovo evento stressante e avere bisogno di più tempo per recuperare.
Come aiutare se stessi e la propria famiglia.
Esistono diversi modi per affrontare un evento simile, sia da punto di vista emozionale sia comportamentale, allo scopo di poter riprendere il controllo di se stessi. Di seguito una lista di step da seguire:
1-Darsi del tempo per adeguarsi all’evento. Bisogna cercare di concedersi del tempo per poter elaborare e far sedimentare quanto accaduto. La reazione ad una perdita materiale (cose o persone) va affrontata con estrema calma, senza avere fretta di superare o dimenticare, ma bisogna concedersi del tempo.
Chiedere aiuto
Alcune persone sono in grado di far fronte efficacemente alle esigenze fisiche ed emotive provocate dagli eventi traumatici, utilizzando le loro risorse cognitive. Non è raro, tuttavia, scoprire che problemi gravi persistono interferendo con la vita quotidiana. Ad esempio, alcuni possono provare nervosismo persistente o tristezza schiacciante che influiscono negativamente sulle attività lavorative e le relazioni interpersonali
. Gli individui con reazioni prolungate che interrompono il loro funzionamento quotidiano, dovrebbero consultare un professionista della salute mentale che li aiuti a comprendere quali siano le risposte che normalmente vengono utilizzate quando esposti a sollecitazioni di stress estremo. Questi professionisti lavorano con gli individui traumatizzati per aiutarli a trovare modalità costruttive nell’affrontare l’impatto emotivo.
Per quanto riguarda i bambini
, i segnali che manifestano la necessità di assistenza professionale sono i seguenti: esplosioni emotive continue e aggressive
, gravi problemi a scuola, la preoccupazione dell’evento traumatico, il ritiro costante ed estremo, e altri segni di intensa ansia o difficoltà emotive. Un professionista qualificato di salute mentale può aiutare questi bambini e i loro genitori a comprendere e trattare i pensieri, i sentimenti e i comportamenti che derivano dal trauma.
LEGGI ANCHE: Psicoterapia Sensomotoria: il Ruolo del Corpo nelle Esperienze Traumatiche.
BIBLIOGRAFIA:
◾Pietrantoni, L., Prati, G. (2009). Psicologia dell’emergenza. Il mulino, Bologna.
◾Caviglia, G., Nardiello, D. (2009). Le dinamiche psicologiche nell’emergenza. Editrice Idelson-Gnocchi, Napoli.
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2012/05/terremoto-stress-traumi/
giovedì 16 ottobre 2014
Effetti della musica sul cervello
Ecco quali effetti produce la musica sul cervello!
Nell’ultimo post abbiamo visto quali sono gli effetti sul nostro cervello provocati dall’assunzione di birra e di caffè. Oggi scopriremo invece in che modo la musica influisce sulle nostre capacità di apprendimento.
L’effetto emotivo provocato dalla musica già conosciuta attiva meccanismi di anticipazione di uno stimolo desiderabile, in quanto è possibile per l’ascoltatore prevedere quali saranno le parti della canzone che più preferisce.
Tuttavia recenti studi pubblicati su “Science Magazine” hanno dimostrato che queste stesse dinamiche si ripetono anche per i primi ascolti.
Il motivo risiede nell’interiorizzazione che si ha della musica di una determinata cultura e che porta inconsciamente a comprendere quelle che saranno le parti più godibili di una canzone, anche non conoscendola affatto.
Un secondo studio ha invece dimostrato che l’ascolto di musica classica stimola, a prescindere dal tipo di ascoltatore, un unico schema di aree neurali.
“Con il nostro studio abbiamo dimostrato per la prima volta che, nonostante le differenze individuali, la musica classica evoca in soggetti diversi un unico schema molto coerente di attività in varie strutture della corteccia fronto-parietale, comprese quelle coinvolte nella pianificazione del movimento, della memoria e dell’attenzione”, ha dichiarato uno degli studiosi.
Posted by Nazareno Lopriore on lug 24, 2014
mercoledì 24 settembre 2014
Incontro con Irene Fornaciari
domenica 7 settembre 2014
Il coro delle Mondine di Novi

martedì 2 settembre 2014
Il Musical power Accademy del Maestro Antonino Pinizzotto
Fare della musica la propria vita........................
Vorrei condividere con voi l'esperienza di un collega e amico delle mie parti che si occupa da almeno due decenni di musica, canto, composizione e altre 1000 cose, e che svolge la sua attività professionale con grande passione. Tutti noi sappiamo quanto sia difficile vivere di musica e penso che le persone che si impegnano cosi tanto vadano riconosciute.
Dopo alcuni anni ho avuto modo di rincontrarlo e di conoscere il suo lavoro, scoprendo che seguiamo lo stesso tipo di formazione rispetto ai corsi di canto pop/jazz.
Mi ha colpito in particolar modo questa parte del suo lavoro. Dal 2006 ha fondato e dirige la Vocal Power Accademy & Accademia musicale Bach...per meglio promuovere le sue iniziative musicali.
Ho ascoltato alcune delle sue allieve in erba e sono davvero molto carine, ho sentito belle voci e penso che alcune di loro tra qualche anno possano crescere dal punto di vista professionale.
Attualmente il maestro oltre agli studi di canto jazz affianca l'attività di fisarmonicista e pianista per le più svariate formazioni dalla musica brasiliana al piano jazz; è laureando in canto jazz presso il Conservatorio Corelli di Messina.
Oltre all'attività di insegnamento che specialmente nel canto si fa sempre più ricca di grandi soddisfazioni grazie alle sua allieve.
Suonate con tutta la vostra anima e non come un uccello ben addestrato.
Johann Sebastian Bach
mercoledì 23 luglio 2014
Musicisti e curiosità
Tratto da: http://www.mariodaletta.com/1/aneddoti_e_curiosita_sui_compositori_del_passato_e_di_oggi_5154493.html
Quando sono stati eseguiti a Vienna nel 1935, i primi estratti da Lulù di Alban Berg, il compositore ricorda un gruppo di aspiranti critici in mezzo al pubblico, che gridavano: “Viva Ciajcovskij!” “Poveri ragazzi!” ha osservato Berg. “I loro nonni hanno agito nello stesso modo quando è stata eseguita in questa stessa sala quaranta anni fa, la quinta di Tchaikovksy. solo che allora alcuni hanno gridato per Schubert."
Nel mese di ottobre 1981, il pacifista compositore Luciano Berio ha dato uno speciale concerto all'aperto a Orvieto, per promuovere la pace. Nel condurre la sua ultima opera, Berio ha usato un colpo di cannone per simboleggiare la terribile distruttività della guerra. Purtroppo, l'esplosione è stata maggiore del previsto e, quando il fumo si è diradato, il signor Franco Ciampella è stato trovato ferito, sanguinante, e gravemente sconvolto, a una certa distanza dal suo posto di prima fila. Nella confusione che seguì, il via vai di ambulanze, venne occupato per diverse ore. "Questo doveva accadere", si lamentò Berio: "Quando stavo cercando di fermare la guerra con la mia musica!"
Bach - Il nostro eroe, una volta, entrò in una sala gremita di gente dove c'era anche il suo ospite che suonava il clavicembalo. Ovviamente nel vedere Bach il tizio si alzò subito, pasticciando così con le dita e creando un accordo parecchio dissonante. Bach allora si precipitò sui tasti, risolse al volo l'accordo in questione e concluse con una cadenza adatta, e soltanto dopo salutò il suo ospite!
Da ragazzino invece, quando ancora faticava a raggiungere i pedali dell'organo essendo ancora basso di statura, desiderando comunque almeno tenere qualche nota pare che premesse i pedali mediante una staffa che teneva in bocca (sarà vero???).
Il compositore d'avanguardia John Cage era famoso per la produzione di opere eclettiche con l'inclusione di elementi musicali come statica, rumori di tutti i giorni, borbottii, e il silenzio. Qualsiasi cosa nelle vicinanze di Cage sarebbe diventato uno strumento musicale. Infatti, in una occasione, Cage ha attaccato un microfono a un cactus ignaro e l'ha suonato.
Per molti anni Aaron Copland aveva guadagnato molto poco dalle sue composizioni. Un amico di Aaron osservò il giorno dopo che egli acquistò una nuova vettura molto appariscente "non sembra un'auto di un compositore". "infatti non lo è" rispose Copland, "E l'auto del direttore d'orchestra!"
Handel - A quanto dicevano, era di carattere assai burbero e impulsivo. Però possedeva talora un sarcasmo non indifferente: Alle prove per il Flavio, sedeva al clavicembalo ad accompagnare e un tenore, non gradendo il suo modo di tenere il tempo, si arrabbiò e minacciò di saltare sul clavicembalo e sfasciarlo. Handel rispose: "Beh, fai pure, ma lasciami pubblicizzare un po' la cosa, verrebbe molta più gente a vederti saltare piuttosto che a sentirti cantare...".
Pare anche che gli piacesse mangiare. Una volta, a quanto si racconta, andò in una taverna e ordinò pranzo per due. L'oste gli portò le doppie porzioni e, con fare complice, gli disse: "Beh... vedo che aspettate compagnia...". E Handel, scontroso: "Sono io Ia compagnia!". E si mangiò pranzo per due...
Brahms - Altro caratteraccio se nella serata sbagliata! Raccontano che una volta fece commenti offensivi su molti dei presenti, dopodiché si rivestì e fece per uscire. Sulla porta si fermò e disse: "Se è rimasto qui qualcuno che ho tralasciato di insultare... beh, gli chiedo scusa!"
Ogni tanto era decisamente maleducato... e lo salvava solo la battuta pronta. Si trovava attorniato da molte e ciarliere ammiratrici, cui non riusciva a sfuggire in alcun modo. Allora si accese un sigaro. Le ragazze furono alquanto scandalizzate che si permettesse di fumare loro praticamente in faccia. Qualcuna di loro gli fece presente: "Beh, insomma! Un gentiluomo non fuma alla presenza di gentili signore!". E lui, in mezzo al proprio fumo: "Care signore, dovreste saperlo, dove vi sono gli angeli, vi sono anche le nuvole!".
A una festa dovette ascoltarsi una mediocre cantante che storpiava alcuni suoi Lieder; dopo la performance, la signora andò a chiedere un commento al compositore, ovviamente aspettandosi un complimento. Bramhs disse: "Beh, che dire, cantare è difficile. Ma alle volte ascoltare è pure più difficile.”.
Brahms potrebbe essere incredibilmente scortese, anche con i suoi amici. Durante la riproduzione di una sonata di Beethoven con un amico violoncellista, un giorno, questi gli ha chiesto di azionare i pedali del suo pianoforte con meno entusiasmo. Più "morbido", si è lamentato, "non riesco a sentire il mio violoncello.”. "Sei fortunato," rispose Brahms.
Durante le vacanze estive, Johannes Brahms cominciò a farsi crescere la barba. Qualche tempo dopo, Eduard Hanslick scrisse una colonna di giornale in cui egli osservò che il volto originale di Brahms “era difficile da riconoscere come il tema in molte delle sue variazioni”.
Il compositore austriaco Gustav Mahler, una volta visitate le cascate del Niagara emise Il suo verdetto: "Fortissimo, finalmente!"
Il critico musicale Ludwig Karpath una volta trovò Gustav Mahler seduto, avvilito e meditabondo, in un caffè viennese. Mahler spiegò che aveva appena saputo che suo padre era malato. Il giorno successivo, Karpath vide un uomo piangere che attraversa la strada. Ben presto si rese conto che era ancora Mahler e gli chiese se era successo qualcosa a suo padre. «Peggio, peggio, molto peggio», gridò Mahler. "Il peggio è successo, il Maestro è morto!" La notizia della morte di Wagner aveva raggiunto Vienna.
Rossini - Un gruppo di suoi ammiratori voleva onorarlo con una statua e stava facendo una colletta per raggiungere la ragguardevole somma necessaria, 20.000 franchi. Quando Rossini lo seppe, disse: "Dannazione! Date a me i 20.000 franchi e ci starò io in persona in piedi sul piedistallo!"
Su Wagner era alquanto dubbioso. Gli chiesero che ne pensasse del Lohengrin. "Mah, " rispose "non si può giudicare un'opera al primo ascolto. Ma di certo non ho intenzione di ascoltarla un'altra volta!"
Sempre sul collega tedesco: "Wagner? Regala bellissimi momenti. Ma anche terribili quarti d'ora."
Ancora su Wagner: un amico andò a trovare Rossini e gli trovò sul piano la partitura del Tannhauser capovolta. Gli chiese spiegazioni e il nostro disse: "Boh! Ho provato a suonarla da dritta, ma non ci si poteva fare nulla; l'ho girata, e va parecchio meglio!".
La più divertente è però questa. Di solito i compositori terminavano le composizioni classiche con un explicit del tipo "Soli Deo gloria", "Amen" e simili. Il manoscritto di una Messa di Rossini termina con una formula del tipo: "Buon Dio, questa è la mia povera Messa. Tu sai, o Signore, come lo so io, che sono nato per scrivere opere comiche e che il mio patrimonio consiste in un poco di cuore e di ancor meno scienza. Abbi perciò compassione e lasciami entrare in Paradiso"!
Schoenberg - Ha detto che non sarebbe mai in grado di comporre, come il compositore d’avanguardia John Cage. Una volta ha ricordato, "perché non avevo orecchio per la musica, ed è vero che io non sento i rapporti di tonalità e di armonia. Ha detto: “Tu vai sempre contro un muro e non sarai in grado di passargli attraverso”. Cage ha detto, allora, “battevo la testa contro il muro e ho cominciato letteralmente a colpire le cose, e ho sviluppato una musica di percussione che coinvolge i rumori. "
Beethoven - La maledizione della Nona - notoriamente difficile, l’innovativa Nona (una volta si chiamava "il martello che infine ha ucciso il classicismo") è stata la sua prima sinfonia che è durata più di un decennio. E 'stata anche l'ultima. Incredibilmente, Schubert, Dvorak, sono morti dopo la composizione della loro nona sinfonia. Infatti, i musicologi hanno coniato il termine “sindrome della nona sinfonia”: Mahler, superstizioso della sua nona, ha prontamente cercato di completarne una decima - e subito morì. Anche Bruckner, nonostante la numerazione, le sue prime due sinfonie 00 e 0, è morto, mentre componeva il suo nono lavoro. E Sibelius? Si è saggiamente fermato dopo la sua ottava – ed è vissuto per altri 33 anni.
Federico Stark invitò Beethoven, una mattina fu sorpreso di trovarlo nella sua camera da letto ancora vestito e con il volto coperto da uno spesso strato di sapone secco. Beethoven aveva pianificato di farsi la barba, si era insaponato la faccia la sera prima e, incredibilmente, aveva dimenticato di finire il lavoro.
Moonlight Sonata - Una sera, mentre (il giovane Beethoven) era a passeggio, in prossimità della casa di un ciabattino, ha sentito qualcuno all'interno che suonava una delle sue composizioni. Fermandosi ad ascoltare ha sentito una ragazza che diceva di volere udire un vero musicista interpretarla nel modo adeguato. Beethoven entrò in casa e, notando che la giovane donna al pianoforte era cieca, si offrì di suonare il pezzo per lei. Lo ha fatto per più di un'ora e mentre lo faceva, la candela si spense lasciandolo al buio solitario della stanza. "Fuori, il cielo di notte illuminato dalla luna inviò i suoi radiosi raggi scintillanti nella stanza dove sedeva Beethoven. Lui era così ispirato dall'apprezzamento della sua musica con la giovane donna e la bellezza del clima nella stanza che compose la sua famosa “Moonlight Sonata".
Beethoven, ha spesso eseguito un rituale curioso prima di comporre: immergeva la testa in acqua fredda.
Anton Webern - Tale era la stranezza del compositore d’avanguardia, che durante l'esecuzione del suo trio a Londra, una sera, un violoncellista improvvisamente perse la testa: "Non ce la faccio più!" esclamò l'uomo, balzando dal suo posto – questo ispirò un’accesa discussione sulla stampa circa lo stato della musica moderna.
Durante l’esecuzione di un brano orchestrale di Webern, un bambino di 11 anni si strinse addosso al padre dicendo: papà, ho paura! Segno evidente che la comunicazione era scattata. Sta a vedere se tra gli scopi della musica c’è anche quello di far paura ai bravi bambini.
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