venerdì 30 maggio 2014

DSA: Disgrafia e non solo

Relazione: I D.S.A Autore: Berninger, Virginia W. O'Malley May, Maggie Fonte: Journal of Learning Disabilities; 3/1/2011, Vol. 44 Issue 2, p167-183, 17p Tipo documento: Articolo L'università di Washington, Seattle, ha approfondito la ricerca sui disturbi specifici dell'apprendimento in chiave multidisciplinare e programmatica , indagando sulle convergenze genetiche e comportamentali, sia per quanto riguarda la Disgrafia e la Disortografia, la Dislessia e le difficoltà dell'apprendimento orale e scritto, in cui si riscontrano elementi della dislessia, più difficoltà legate a codifica e comprensione. Altre forme di D.S.A. sono la Discalculia o disturbo del calcolo. Secondo le attuali ricerche le cause hanno un origine neurobiologica e si presentano come un atipia dello sviluppo in cui con le dovute strategie è possibile sostenere e modificare positivamente il quadro clinico. I casi studiati hanno dimostrato che le diagnosi possono essere diverse, ogni persona può rispondere al trattamento se adatto e se risponde a esigenze specifiche. E' importante tenere in considerazione elementi genetici e fenotipici nel pianificare e valutare le strategie d'intervento soprattutto nel contesto scolastico quando uno studente non risponde. Riconoscere che l'insegnamento può essere personalizzato ad ogni livello scolastico e una opportunità per ogni studente, non bisogna sottovalutare che i ragazzi e i bambini con disturbi relativi all'apprendimento sono vulnerabili, e le loro difficoltà aumentano da un anno scolastico all'altro a causa della complessità della scuola da un grado a quello successivo. Caratteristiche generali: Prima di parlare dei D.S.A. bisogna sempre pensare che tali disturbi riguardano persone con differenze individuali, diversi livelli di competenza, ad esempio non tutti i dislessici sono uguali Spesso, nei bambini dislessici l'’acquisizione delle abilità connesse alle prime fasi dello sviluppo è stata più lenta rispetto alla media (ad esempio camminare, parlare etc…), si parla dunque della presenza di “Fattori di rischio (ritardo/disturbo di linguaggio, non gattona mento, ritardo motorio, mancinismo, ecc.). I bambini con D.S.A. hanno problemi con la memoria a breve termine mentre, generalmente, hanno un’eccellente memoria a lungo termine. Hanno problemi di memoria con l’informazione strutturata in sequenza come ad esempio imparare i giorni della settimana, i mesi dell’anno, le note musicali, le tabelline o l’alfabeto. Pensano principalmente per immagini. Spesso hanno difficoltà a ricordare la loro data di nascita, il Natale o le stagioni. Spesso confondono la destra con la sinistra e non hanno una buona percezione del tempo che scorre con la conseguente possibilità di avere difficoltà nell’organizzazione e nell’essere puntuale. La lettura dell’orologio può non essere acquisita o risultare difficile. Si possono riscontrare difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni; Il modo in cui tengono in mano la penna, solitamente ma non sempre, è inconsueto. Possono essere ambidestri. Appaiono non coordinati e goffi nei movimenti. Non amano molto disegnare e soprattutto non amano assolutamente colorare. Hanno notevoli difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione; durante le prove orali, nelle materie precedentemente studiate a casa, solitamente non hanno difficoltà (se non si presenta una difficoltà di linguaggio), ma ottengono scarsi risultati nelle prove scritte. Nelle rielaborazioni spontanee hanno notevoli difficoltà nello strutturare un discorso che abbia un senso e la giusta successione dei tempi. Difficoltà nella lettura e nei calcoli: I bambini dislessici apprendono rapidamente attraverso l’osservazione, la dimostrazione,la sperimentazione e gli stimoli visivi. Sono molto vivaci e tendono ad evidenziare ciò che sanno fare bene per sopperire alla mancanza di ciò che a loro risulta difficile ottenere. La lettura può apparire molto lenta e/o molto scorretta. Al contrario possono avere una ragionevole rapidità di lettura ma senza una buona comprensione. I bambini con D.S.A. non leggono in modo fluente. Sono lenti a scrivere, in modo particolare quando devono copiare dalla lavagna, commettono errori, saltano parole e righe, non utilizzano armoniosamente lo spazio del foglio. Molti scrivono con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli e preferiscono ( e devono!!) scrivere in stampato maiuscolo. Possono avere difficoltà ad utilizzare il vocabolario, a memorizzare termini difficili e specifici delle varie discipline, ricordare gli elementi geografici o collocare in modo corretto l’ordine temporale degli eventi storici. Il loro lessico spesso è povero, possono avere difficoltà nell’espressione verbale del pensiero; nel riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana. Tutti i bambini con D.S.A. hanno difficoltà nell’apprendere le lingue straniere e in particolare nella loro espressione scritta. La non corrispondenza dei grafemi rende molto difficile la memorizzazione dei termini. I maggiori problemi si evidenziano nell’apprendimento della lingua inglese a causa delle differenze tra la scrittura e la pronuncia delle lettere. Molti bambini con D.S.A hanno difficoltà a fare i calcoli in automatico, ad eseguire numerazioni regressive e le procedure delle operazioni aritmetiche (incolonnamento, riporto, ecc. a causa della difficoltà nella gestione dello spazio sul foglio). Nel disturbo del calcolo possono essere compromesse diverse capacità, incluse quelle “linguistiche” (per esempio comprendere o nominare i termini, le operazioni o i concetti matematici, decodificare i problemi scritti in simboli matematici), quelle “percettive” (per esempio riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici raggruppare oggetti in gruppi), quelle “attentive” (per esempio copiare correttamente i numeri o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali), “matematiche” (per esempio seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti e imparare le tabelline). I bambini D.S.A. possono presentare una sola caratteristica o più caratteristiche (o tutte) contemporaneamente, inoltre la “alterazione” delle abilità dipende molto anche dall’entità della caratteristica presentata. E’ importante che in presenza di molti aspetti come quelli sopraelencati si intervenga tempestivamente sul bambino cercando di far eseguire una diagnosi che potrebbe fugare ogni dubbio attuando la possibilità di mettere in atto immediatamente tutti gli accorgimenti necessari. Un bambino D.S.A. non riconosciuto può avere gravi problemi in termini di autostima. Non di rado, infatti, si giunge tardivamente ad una diagnosi di D.S.A. perché ci si sofferma a cercare la causa dei problemi psicologici riscontrati nel bambino. Il rifiuto per tutto ciò che riguarda la scuola, la mancanza di interesse, i frequenti “mal di pancia” mattutini, la chiusura in se stessi, l’aggressività o al contrario l’apatia, la sensazione di inadeguatezza, l’ansia esagerata, la frustrazione nell’incapacità continua di eseguire i compiti richiesti, sono i sintomi più evidenti che dovrebbero portare la famiglia ad interpellare uno psicologo, il quale, nella maggior parte dei casi riscontra l’origine proprio nel mancato riconoscimento di D.S.A. Dislessia e Disgrafia: Difficoltà comuni Informazioni: Autore: Mather, David S. Fonte: Journal of Learning Disabilities; Jul/Aug2003, Vol. 36 Issue 4, p307, 11p, 1 Diagram, 1 Graph Tipo documento: Articolo Pubblicazione: Sage Publications Inc. Dopo studi condotti da Mather, David S., pubblicati su Journal of Learning Disabilities ( Jul/Aug2003, Vol. 36 Issue 4, p307, 11p, 1 Diagram, 1 Graph) sono emersi aspetti comuni nel funzionamento cerebrale dei giovani adolescenti con Dislessia e Disgrafia, gli individui condividono una limitazione nei processi dell'emisfero sinistro che non compromette solo il linguaggio scritto. E' possibile che questa limitazione sia dovuta a un'alterazione del meccanismo di scanning relativo alle strutture spaziali-temporali, dunque i bambini in questione manifestano difficoltà nell'apprendere la lingua scritta a causa della dominanza dell'emisfero sinistro. Durante lo studio condotto, i gruppi indagati erano composti da buoni lettori/ basso livello di ortografia, basso livello di lettura / basso livello di ortografia, buoni lettori /buon livello di ortografia. Procedure Dual-task time-sharing sono state utilizzate per inferire lateralizzazione cerebrale durante attività verbali e non verbali. Di solito si utilizzano le procedure di tapping con una mano durante performance verbali o di tipo spaziale: lettura di un testo non familiare o risoluzione di un problema non verbale (disegni). La difficoltà del tapping indica che l’emisfero opposto è coinvolto in entrambi i compiti. In questo studio è stato utilizzato il paradigma dual task, i ragazzi con un livello basso di ortografia e lettura hanno raggiunto risultati inferiori e simili tra loro. Da questi risultati è emerso che le persone con dislessia e disgrafia mostrano una limitazione di elaborazione nell'emisfero sinistro, che non si limita alla lingua scritta; questa limitazione è dovuta alla mancanza di un meccanismo di scansione per la conversione di matrici spaziali (ad esempio , i modelli di ortografia ) a forma temporale. L’ipotesi è che i nostri due emisferi lavorino in maniera asimmetrica e che la mancanza di questa asimmetria sia alla base della dislessia. Dall’indagine è emerso come nei soggetti dislessici ci sia una maggiore prestazione nella visione laterale di campo destro rispetto a quello sinistro; un training di addestramento produce un miglioramento della lettura e nella scrittura con la riduzione di questa differenza tra destra e sinistra. Denckla ( 1985) ha osservato che bambini di 6 - 8 anni di età a rischio di dislessia hanno avuto difficoltà a svolgere un compito con la mano sinistra, in risposta a un comando verbale - una constatazione indicativa. Indagare sulla scansione laterale del cervello è importante perché fornisce una spiegazione del perché alcuni individui quando iniziano a leggere hanno grande difficoltà di apprendimento per acquisire in modo coerente la lettura ( McGuinness , 1997) da sinistra a destra . Anche se sembra che la direzionalità degli emisferi sia addestrabile (Clay , 1972 , 1985) , per i bambini RH- dominanti l'emisfero è in grado di imparare verso destra ( Aschoff , 1974 ) . Questa possibilità è compatibile con la prova che bambini dai 5 ai 7 anni, età in cui la lettura è normalmente appresa , manifestino già a questa età un ritardo di maturazione ( Fletcher & Satz , 1980; Jansky , 1978; Satz , Taylor , Friel , e Fletcher , 1978 ) . Prima di concludere , è importante prendere atto che lo sviluppo di una scansione o una funzione destra dominante và inserita in un contesto più ampio . Come potrebbe essere anticipato dall'analisi finora, la ricerca con gli scolari , ( non scolarizzati ) adulti , e le persone colte in età adulta, ha dimostrato che la funziona dominante non si sviluppa spontaneamente, ma piuttosto dipende dall'istruzione o dall'esperienza di solito acquisite nella scuola primaria ( Kolinsky , Morais , Contento , e Cary , 1987; . Kolinsky et al , 1990) . Tuttavia, ci sono alcune evidenze che suggeriscono che si sviluppa anche in individui non scolarizzati come i marinai. Lo studio in questione ha dimostrato che la dislessia la disgrafia sono disturbi specifici che differiscono dal controllo nel non essere abili a mantenere performance di tapping con la mano destra rispetto alla conoscenza dell’orientamento spaziale delle linee. Le difficoltà relative al tapping con la mano sinistra sono state osservate e riconosciute in quanto la differenza riguarda i processi LH , sono molti oggi gli studi relativi a mappatura cerebrale, meccanismi di codifica, scanning, ricerche visive, ipoteticamente dovuti all’introduzione prematura della lingua scritta di bambini non ancora maturi dal punto di vista della dominanza dei processi LH. Ciò presume che i bambini in questione avranno difficoltà nella lettura, a dispetto di un linguaggio parlato precoce. Per riassumere, questo studio ha dimostrato che le persone con dislessia e disgrafia hanno in comune la difficoltà di scansione da di controllo relativa all'emisfero sinistro. Articoli tratti dalla Biblioteca Online dell'Università degli studi di Parma

domenica 9 marzo 2014

Il manicomio di Reggio Emilia: una storia per tutti

Il manicomio di Sant'Orsola Visitando quel luogo si sente tanta solitudine, le stanze sembrano della celle di un carcere, tutto circondato da sbarre, uno spazio minimo con un letto di ferro...nessun angolo ai muri, nulla di personale che appartenga al paziente, e tanto freddo, un freddo che non è solo fuori, ma ti entra dentro ancora adesso, nonostante quel luogo sia ormai inesistente. Gli strumenti di tortura che sembra siano li per essere ancora usati contro le persone, è come se avessero ancora voglia di far male. Gli spazi angusti dei bagni, con cosi poca dignità...questa sembra una parola grossa in un posto del genere, ma se ne è restata un po': a chi? Per non parlare degli esperimenti condotti su persone che forse, ma dico forse, non è detto che fossero pazze...non è credibile che avessero voglia di esprimersi in modo diverso, di correre, urlare, scappare, sentirsi in pace con se stessi senza far male a nessuno? "Mi hanno rinchiuso perché ero innamorata della persona che non piaceva a mio padre... Mi hanno rinchiusa perché avevo voglia di studiare, scoprire il mondo e viaggiare Mi hanno rinchiuso perché volevo essere un artista Mi hanno rinchiuso perché ero un uomo che amava creare abiti da donna Mi hanno rinchiuso perché mi ero innamorato di qualcuno come me Mi hanno rinchiusa perché avevo della idee Mi hanno rinchiuso perché non volevo farmi sottomettere dagli altri" Giuliana Galante

lunedì 17 febbraio 2014

La regolazione interfasica: L' Arte di Pintapiuma

Le forme del Pensiero Musicale- Musicoterapeuta Dott.ssa Giuliana Galante Diario di una blogger... L'ascolto interfasico e la Regolazione Emotiva L'interfase è il periodo di tempo del ciclo di divisione cellulare delle cellule eucariotiche che intercorre tra una mitosi e la successiva. In tale periodo avviene il processo di duplicazione del materiale genetico (DNA), e di alcuni organelli cellulari, quali i centrioli ed i mitocondri ed in generale l'aumento di massa e di dimensioni della cellula, in modo tale da permettere la formazione di due cellule figlie a partire dalla cellula madre... (Tratto da un qualsiasi libro di biologia....) 27 ottobre 2012 Riparto da qui per una breve analisi su un pittore italiano straordinario riconosciuto per il suo talento in tutto il mondo. Riparto dall'interfase, un tema a me ormai caro non solo per la sua attinenza bio - psico - sociale, ma anche dal punto di vista dell'opera d'arte in Sé. Mi riferisco a Claudio Ruggieri, meglio noto come Pintapiuma.-http://www.pintapiuma.it/
Nell'opera d'arte ritroviamo emozioni, parti del sé e parti del testo, ciò che vorremmo dire a noi stessi prima che agli altri. Dal punto di vista biologico ,secondoAntonio R. Damasio, docente di Neuroscienze, Neurologia e Psicologia presso la University of Southern California, gli esseri umani hanno emozioni e trasmettono emozioni primarie e secondarie; le emozioni secondarie, nonostante siano acquisite, ci permettono di esprimere sentimenti, di vivere l'esperienza come il passaggio corporeo riflesso delle immagini mentali. Nell'arte è fondamentale la razionalità, ma da sola non basta. Sono le emozioni apprese che ci consentono di rispondere al mondo, che si manifestano “come- se”, al di là della nostra consapevolezza, nell'accoglienza di nuovi scenari legati al piacere o al dolore. Ogni creazione per l'artista pone le basi per una nuova relazione tra le emozioni e il sé omeostatico: una regolazione omeostatica che integra presente, passato e futuro. Da un punto di vista psicoanalitico il termine regolazione comporta una lotta continua tra l'Io e il sé. Una volta acquisita la regolazione non è automatica, viene perduta, poi riguadagnata, proprio come l'ispirazione dell'artista, essa dipende dal vissuto soggettivo e dalle esperienze affettive, di cui non sempre siamo consapevoli. Le opere di Pintapiuma rappresentano tutto ciò, lo scorrere e il divenire, il dinamismo e l'evoluzione delle immagini vive. Ogni opera è dinamica e continua a svilupparsi al di là della tela. Una rete concettuale complessa e aperta a una visione globale. Giuliana Galante

lunedì 3 febbraio 2014

Quadro Sporco

Tratto da: http://pintapiuma.it/ Claudio Ruggieri nasce a Genova nel 1961 e nel 1980 si trasferisce a Torino. Oltre alla trentennale attività internazionale come pittore (Studio Lucio Pozzi, New York, U.S.A.; Bacca 1010, San Francisco, U.S.A.), ha un considerevole trascorso come gallerista e talent scout (storiche le gallerie “Pinta” in Genova, ”Piuma” e “Pintapiuma” in Milano). Ruggieri espone a New York e San Francisco nel 2001 alla Bacca 1010 Gallery insieme all’artista Lucio Spinozzi e nello stesso anno a Genova con Giovanni Rizzoli nella mostra “Fotografia Trovata”; ha esposto – tra le sue innumerevoli mostre – al Padiglione delle Marginalità alla 52esima Biennale di Venezia nel 2007 curata dal noto africanista Giuliano Arnaldi. L’iter creativo di Claudio Ruggieri, che lo ha visto, di volta in volta, nelle vesti di artista e gallerista, può indubbiamente definirsi come un percorso ciclico e aperto al tempo stesso, punteggiato di corsi e ricorsi sempre simili e mai uguali, di momenti e di ritorni che sono, contemporaneamente tasselli di una profonda evoluzione interiore. Al culmine di una ricerca iniziata anni prima, produce il primo famoso “quadro sporco”. Il viaggio che ha condotto Claudio Ruggieri al "quadro sporco" è stato una ricerca metafisica svoltasi nell’arco di oltre trent’anni di meditazione sull’arte dei nostri giorni e di interazione con essa. La ricerca del colore assoluto di Ruggieri è una via decisamente “umida”: l’autore mischia, scava nella terra (e nel cielo e nel mare …) e fonde il tutto, non ha paura di sporcarsi, di manipolare la materia per raggiungere un risultato, sempre vicino, sempre lontanissimo e sempre stimolante per la creazione. Un colore puro e contaminato al tempo stesso, innocente e complesso come quello dei bambini che mischiano le tempere per ricreare tutti i colori del mondo, sporco e cristallino come le profondità dell’anima …. Il quadro sporco di Claudio Ruggieri, sospeso in una mancanza di memoria narrativa, raggiunge un equilibrio fuori dal tempo. IL “QUADRO SPORCO” di CLAUDIO RUGGIERI detto PINTAPIUMA Alan Jones Perdre, mais perdre vraiment, pour laisser place à la trouvaille. Guillaume Apollinaire “Il mondo porta l’impronta dell’amore” scrisse William Carlos Williams, poeta ma ancor prima pittore, e questa rimane la cifra immutevole del pittore e il punto di partenza dell’opera di Claudio Ruggieri. Fu Blaise Cendrars ad affermare che la misura del successo della vita di un uomo sta nell’aver vissuto appassionatamente e compiutamente, restande innamorato del mondo malgrado le disillusioni. La forza di volontà messa in campo da Claudio Ruggieri per conquistare il segno trascendente del Quadro Sporco ha fatto appello a questa forma di supremo ottimismo e di visione trasformatrice, ovvero ad uno stato d’animo che va ben oltre il ricorso ormai abituale alla facile ironia e alla banalità. “Non è facile fare un buon quadro” disse un giorno Frank Stella alla radio. Solo un maestro è in grado di esprimere una verità talmente semplice. Il pittore Claudio Ruggieri ha scelto di definire il culmine della sua profonda ricerca pittorica con un termine particolarmente enigmatico: Quadro Sporco (in inglese si direbbe “defiled painting”). Sporcare, tradire, chiazzare, insudiciare, insozzare, imbrattare, inzaccherare, macchiare, sgorbiare. Elegie all’inevitabile perdita dell’innocenza o riti di passaggio, sporcare ció che è immacolato per acquisire una visione sciamanica, purezza riconquistata attraverso un procedimento impuro? La mendacità esige parole vere per proferire le proprie menzogne, lasciando la perduta immagine bucolica di felicità sanguinare così come le reliquie dei santi sanguinano nei giorni prestabiliti, come gli occhi feriti spargono lacrime, come l’immagine diletta svanisce dallo specchio appannato della memoria. Ma i pittori lavorano senza parole, combattono l’oblio in altri termini, annaspano al disopra di quelle visioni esattamente definite che compongono la sfera della nostra consapevolezza, rari istanti carpiti dallo sguardo prima che il magnifico spettacolo del mondo si perda nell’incuranza, amnesia imposta, assenza forzata, contaminazione dei sentimenti, cacciata. Così l’artista si sforza di lottare contro l’indifferenza del tempo disvelando la perduta leggiadria. Il vero artista disvela verità recondite (Bruce Nauman)

domenica 22 dicembre 2013

Voci Libere

Concerto a Campogalliano: Voci Libere

IL Coro nasce all'interno del Centro di Psiconcologia dell'Ospedale di Carpi, nel Maggio 2013, è coordinato dalla Dott.ssa Maria Grazia Russomanno. Oltre a molte altre attività tra cui Teatro, Danza del Ventre, Comunicazione, Decoupage, Cucito, Ricamo,Gioielli, Piscina etc.... Tutte le attività hanno finalità terapeutiche che si svolgono con l'obbiettivo di stare bene insieme facendo comunità migliorando la qualità di vita delle persone. Il coro è molto cresciuto dall'inizio e tutti i coristi si sono impegnati per creare un clima sereno, accogliente verso i nuovi arrivati in modo empatico, con la voglia di coinvolgere tutti i gruppi, in modo da far incrociare i percorsi di chi ha abilità diverse e competenze che arricchiscono l'insieme. Grazie al comune di Campogalliano che ci ha ospitato per questo concerto di Natale, durante la settimana dedicata a Telethon! Bellissimo!!! Un ringraziamento a tutte le coriste e i coristi che permettono questo!!! Sono orgogliosa di voi tutti!!! Giuliana Galante

giovedì 12 dicembre 2013

Il coro: posizione semicircolare

Il coro: posizione semicircolare Ilteatro greco, in quanto edificio, si definisce strutturalmente solo in età ellenistica.Il teatro, creazione della civiltà greca, a partire dal V secolo a.C. si diffuse dalla Grecia vera e propria alla Sicilia e alla Magna Grecia, ma soprattutto in Asia Minore. L'edificio era composto da tre parti fondamentali: la cavea, l'orchestra e la scena. L'architettura era a gradinata, generalmente a semicerchio abbondante intorno all'orchestra; era divisa in diverse sedute per i diversi ceti sociali, era possibile si trovassero spazi ornati da statue, semi colonne e grandi vasi di bronzo per la risonanza. La cavea del t. greco doveva avere la forma di un semicerchio abbondante. La προεδρία è la fila dei sedili d'onore che esisteva anche prima degli edifici, una profonda trasformazione della tragedia avvenne con l'ingresso del coro: i vasi bronzei di risonanza aiutavano gli attori cantanti nella diffusione della voce; accanto agli attori c'era il coro, i cui componenti si definivano "coreuti"; prima 12, poi 15; l' Orchestra (ορχήστρα, orchéstra), in architettura, è il termine usato per indicare quella parte del teatro antico, di forma circolare (o, nel teatro romano, semicircolare) dedicata ad ospitare l'esibizione del coro (χόρος, kóros). Il coro in posizione circolare (punto 2 della figura) creava un clima di continuità, di risonanza emotiva, "Il coro è una comunità nella quale si deve tendere al massimo controllo della personalità per la maggiore omogeneità possibile di suono e di colore". "All’interno del creato, l’uomo non è solo individuo che pensa e parla. È anche creatura che canta. È questo lo scopo della sua conformazione fisico-psichica, tanto che cantare è per lui gesto naturale. Si potrebbe addirittura dire che il corpo umano può essere considerato un vero e proprio 'strumento musicale': bocca, corde vocali, polmoni, respiro… Ancor più che per suonare e danzare, l’uomo è fisiologicamente strutturato per cantare. L’uomo, dunque, pensa, parla e canta. Ma il gesto del canto esige un coinvolgimento molto più pieno del corpo che non l’esercizio del pensare e del parlare". (da: Roberto Goitre, Validità del canto corale)

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...