Ecco l'articolo uscito oggi su Redattore Sociale.
DI: Francesca Bussi
“Ologramma”, l’orchestra che cura con la musica
È nata a Modena pochi mesi fa, ma ha già un’agenda fitta di concerti. È Ologramma, l’orchestra mista di bambini con disagio e non, creata dal Centro europeo di musicoterapia. Frison, direttrice del Cemu:“Il gruppo misto è ormai una sfida collaudata”
MODENA – C’è Leslie, che ha dodici anni, viene dall’Africa e ama suonare lo xilofono. C’è Lucia, che nelle pause tra una canzone e l’altra abbraccia le sue insegnanti chiamandole “principesse”. E c’è Federico, che suona la batteria con una forza inaspettata per la sua età. Sono alcuni dei componenti dell’orchestra Ologramma, nata a Modena nel gennaio scorso all’interno del Cemu, il Centro europeo di musicoterapia. Si tratta di un gruppo corale e strumentale “misto”, che unisce bambini e adolescenti con disabilità e disagi a studenti delle scuole, musicisti e musicoterapeuti. Tutti insieme, insegnanti e allievi, si ritrovano ogni martedì per provare le canzoni del loro repertorio. Il debutto c’è stato il mese scorso, e ora si preparano altri due concerti che si terranno questo mese a Modena. Chitarre, pianoforte, flauti e percussioni: quasi un’orchestra al completo che satura la stanza di note tra un “Oh happy day” e un “We are the world”. Ci sono cinque musicoterapeuti, tre ragazze e due ragazzi, che dirigono l’orchestra, suonano e cantano, aiutando i giovani musicisti a trovare il tempo, la tonalità e, soprattutto, la concentrazione. “La cosa più difficile è tenerli tutti ‘a bada’ – racconta Valentina – , perché l’entusiasmo è grande”. Far suonare per due ore bambini che magari hanno difficoltà a rimanere seduti al banco quando sono a scuola non è certo un’impresa semplice, eppure al Cemu sembrano aver trovato la chiave giusta. “Devi trovare qual è la motivazione che spinge ogni ragazzo a venire qui – spiega Luca –. Gli devi dare un riscontro, capire a cosa vuole aspirare”. E, soprattutto, come puntualizza Ingrid, “ognuno ha i suoi tempi”.
Attualmente l’orchestra Ologramma conta trentacinque membri, compresi anche quelli del gruppo teatrale che inframmezza i concerti con testi originali. All’ensemble partecipano ragazzi che usufruiscono del sostegno a scuola, alcuni che provengono dai servizi sociali o altri che semplicemente si sono rivolti direttamente al centro di musicoterapica. “Tengo a precisare che non è un gruppo ‘per’ disabili – spiega la dottoressa Roberta Frison, che dirige il Cemu –. Cerchiamo solo di fare musica, lavorando a tutto campo, soprattutto sulla socializzazione”. L’orchestra Ologramma raccoglie anche ragazzi che difficilmente troverebbero occasioni per imparare a suonare in scuole di musica “tradizionali”, ma si caratterizza come un gruppo musicale “normale”, che non vuole per forza fare leva sulla musicoterapia o sulla diversità che caratterizza i suoi partecipanti. L’obiettivo è cercare di avere ora anche un riconoscimento professionale, perché, come spiega ancora la dottoressa Frison, “le arti espressive vengono troppo spesso relegate al tempo libero. Perché un ragazzo disabile può fare solo il commesso e non il musicista?”. In futuro, invece, il Cemu si augura che l’esperienza di Ologramma possa aprire una prospettiva di vera e propria formazione. “La cosa più bella – conclude Francesca –, è vederli gioire per ogni nota, per ogni battito di mani”. L’appuntamento è fissato dunque per il 17 giugno alle 21 al Parco Divisione Acqui di Modena, e per il 30 giugno al teatro del Tempio, sempre alle 21. (fb)
"Le forme del Pensiero Musicale" Questo blog si occupa di Musicoterapia,di musica, dell'importanza del canto nella vita dell'uomo, e di tutte le forme di Arte ad essa correlate. In alto: "Picassiana" 2008
giovedì 10 giugno 2010
mercoledì 9 giugno 2010
La culla sonora: un caso di PCI
Scuola dell’Infanzia “A.” A. S. 2009/2010 Osservazioni relative al Progetto “La culla sonora”
Projectwork
La Culla Sonora
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
AMBITO DI INTERVENTO
Scuola dell’Infanzia “A.”,(MO)
Ambito di Gruppo: Il lavoro è svolto con i bambini della sezione ( Piccoli gruppi)
Luogo: aula polivalente della scuola
Utente: S.D
Anni: 4
Obiettivi
Favorire lo sviluppo di relazioni significative nel contesto scolastico
Utilizzare il canale musicale come un mezzo di espressione completo:
suono- corpo- voce
Favorire l’ascolto in chiave attiva con rispettivi feedback
Attivare i canali sinestesici come "contaminazione" dei sensi nella percezione.
Tecniche e materiali utilizzati
• Ascolto Passivo- attivo
• Lavoro in piccoli gruppi in momenti non didattici
Materiali:
• Culla sonora
• Cuscini
• Strumenti musicali( Orff)
• Carillon
• Teli morbidi
Modelli di riferimento
Il modello di riferimento è di tipo umanistico, dall’ascolto passivo all’esplorazione dei materiali, fino ad arrivare gradualmente all’accompagnamento, lavorando insieme al piccolo gruppo come facilitatore d’apprendimento. I momenti individuali sono stati importanti per stabilire un rapporto e la comunicazione con Sara in modo significativo.
Metodologia
La metodologia è centrata sul coinvolgimento attivo e diretto della persona, che attraverso il dialogo tonico ha la possibilità di sperimentare con l’esperienza del corpo, di cogliere i significati aperti alla pluralità dei linguaggi comunicativi ed espressivi: quelli della parola con quelli del movimento, del gesto, dello sguardo, dei sensi tutti. Il dialogo tonico è alla base della relazione primaria madre-bambino e della costruzione dell’alfabeto primario emotivo. Prima della comparsa dello scambio verbale, il tono rappresenta il principio informatore della relazione del soggetto con il mondo, ciò che trasforma una posizione in postura, un suono in un vocalizzo, un lamento in una richiesta.
Tempi
Novembre ‘09/ Giugno 2010
Sono previsti momenti di confronto tra le insegnanti della sezione e un incontro finale per verificare il raggiungimento degli obiettivi.
Riflessioni e conclusioni
Alla fine dell’anno scolastico sarà compilata una documentazione foto/ video come restituzione
alla famiglia del percorso svolto durante l’anno.
Relazione finale
Il lavoro svolto con S. all’interno della culla è stato inserito all’interno della programmazione di classe, e ha avuto un importanza rilevante in connessione con le altre attività proposte dalle insegnanti. Le osservazioni sono il risultato di un lavoro in itinere e hanno visto la partecipazione delle insegnanti di sezione e l’insegnante di sostegno.
Gli incontri hanno avuto inizio nel mese di novembre, S. era accompagnata da 2/3 bambini, due si posizionavano all’esterno e uno si sedeva dentro la culla con lei. All’inizio degli incontri le reazioni di S. erano controverse, si mostrava incuriosita ma di tanto si lamentava, ha avuto bisogno di tempo per abituarsi al nuovo contesto pur conoscendo l’ambiente all’interno della culla.
Si è osservato già dopo i primi 3 incontri che le reazioni al suono erano più coerenti nella seconda parte dell’attività, dopo circa 20 minuti.
Se i primi 20 minuti servivano per favorire l’orientamento sonoro, si è cercato di stimolare l’attenzione della bambina dal particolare al generale, introducendo uno strumento singolo come imput, ad esempio un carillon o un campanellino, e di seguito aggiungere strumenti più acuti con un volume e un intensità maggiore, come cembali, campanelle e metallofoni, questo serviva per attivare gli arti superiori, favorire il rilassamento corporeo e verificare i feedback visuo- spaziali, la direzione del viso e degli occhi verso il suono.
Per quanto riguarda la parte inferiore del corpo si è cercato di proporre suoni gravi, con strumenti di legno, come tamburi di diversi tipi (plastica, pelle), il bongo e le maracas, con lo scopo di verificare l’intenzionalità e la corrispondenza degli arti inferiori.
Durante il progetto si è rilevato che S. risponde bene ai suoni acuti, sia da destra che da sinistra, il movimento dei suoi occhi nel momento di ascolto e attenzione si può osservare da destra verso sinistra, ma la direzione del viso rimane verso lo strumento per qualche secondo.
Per quanto riguarda il movimento le braccia tendono a muoversi poco, con lievi movimenti dal basso verso l’alto, di certo sono molto morbide durante il dialogo sonoro e per qualche ora dopo l’incontro.
Le gambe si muovono dall’alto verso il basso con una flessione in su della gamba destra, meno la sinistra.
Durante gli esercizi in cui i bambini suonavano sul tamburo con le gambe di S. si osservava una reazione del viso con spostamenti laterali, soprattutto a destra, e la richiesta del suono viene espressa con vocalizzi. Alla domanda “ Vuoi ancora la musica?” risponde con sonorità vocali squillanti di richiesta al gioco in atto.
In base ai risultati ottenuti durante questi mesi si propone di continuare il percorso di Musicoterapia con modalità integrative per rispondere a bisogni di S. più specifici durante i successivi 2 anni della scuola dell’infanzia.
La Musicoterapeuta
Giuliana Galante
giulygala@tiscali.it
cell. 3476655657
giulygala.blogspot.com
Projectwork
La Culla Sonora
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
AMBITO DI INTERVENTO
Scuola dell’Infanzia “A.”,(MO)
Ambito di Gruppo: Il lavoro è svolto con i bambini della sezione ( Piccoli gruppi)
Luogo: aula polivalente della scuola
Utente: S.D
Anni: 4
Obiettivi
Favorire lo sviluppo di relazioni significative nel contesto scolastico
Utilizzare il canale musicale come un mezzo di espressione completo:
suono- corpo- voce
Favorire l’ascolto in chiave attiva con rispettivi feedback
Attivare i canali sinestesici come "contaminazione" dei sensi nella percezione.
Tecniche e materiali utilizzati
• Ascolto Passivo- attivo
• Lavoro in piccoli gruppi in momenti non didattici
Materiali:
• Culla sonora
• Cuscini
• Strumenti musicali( Orff)
• Carillon
• Teli morbidi
Modelli di riferimento
Il modello di riferimento è di tipo umanistico, dall’ascolto passivo all’esplorazione dei materiali, fino ad arrivare gradualmente all’accompagnamento, lavorando insieme al piccolo gruppo come facilitatore d’apprendimento. I momenti individuali sono stati importanti per stabilire un rapporto e la comunicazione con Sara in modo significativo.
Metodologia
La metodologia è centrata sul coinvolgimento attivo e diretto della persona, che attraverso il dialogo tonico ha la possibilità di sperimentare con l’esperienza del corpo, di cogliere i significati aperti alla pluralità dei linguaggi comunicativi ed espressivi: quelli della parola con quelli del movimento, del gesto, dello sguardo, dei sensi tutti. Il dialogo tonico è alla base della relazione primaria madre-bambino e della costruzione dell’alfabeto primario emotivo. Prima della comparsa dello scambio verbale, il tono rappresenta il principio informatore della relazione del soggetto con il mondo, ciò che trasforma una posizione in postura, un suono in un vocalizzo, un lamento in una richiesta.
Tempi
Novembre ‘09/ Giugno 2010
Verifica
Sono previsti momenti di confronto tra le insegnanti della sezione e un incontro finale per verificare il raggiungimento degli obiettivi.
Riflessioni e conclusioni
Alla fine dell’anno scolastico sarà compilata una documentazione foto/ video come restituzione
alla famiglia del percorso svolto durante l’anno.
Relazione finale
Il lavoro svolto con S. all’interno della culla è stato inserito all’interno della programmazione di classe, e ha avuto un importanza rilevante in connessione con le altre attività proposte dalle insegnanti. Le osservazioni sono il risultato di un lavoro in itinere e hanno visto la partecipazione delle insegnanti di sezione e l’insegnante di sostegno.
Gli incontri hanno avuto inizio nel mese di novembre, S. era accompagnata da 2/3 bambini, due si posizionavano all’esterno e uno si sedeva dentro la culla con lei. All’inizio degli incontri le reazioni di S. erano controverse, si mostrava incuriosita ma di tanto si lamentava, ha avuto bisogno di tempo per abituarsi al nuovo contesto pur conoscendo l’ambiente all’interno della culla.
Si è osservato già dopo i primi 3 incontri che le reazioni al suono erano più coerenti nella seconda parte dell’attività, dopo circa 20 minuti.
Se i primi 20 minuti servivano per favorire l’orientamento sonoro, si è cercato di stimolare l’attenzione della bambina dal particolare al generale, introducendo uno strumento singolo come imput, ad esempio un carillon o un campanellino, e di seguito aggiungere strumenti più acuti con un volume e un intensità maggiore, come cembali, campanelle e metallofoni, questo serviva per attivare gli arti superiori, favorire il rilassamento corporeo e verificare i feedback visuo- spaziali, la direzione del viso e degli occhi verso il suono.
Per quanto riguarda la parte inferiore del corpo si è cercato di proporre suoni gravi, con strumenti di legno, come tamburi di diversi tipi (plastica, pelle), il bongo e le maracas, con lo scopo di verificare l’intenzionalità e la corrispondenza degli arti inferiori.
Durante il progetto si è rilevato che S. risponde bene ai suoni acuti, sia da destra che da sinistra, il movimento dei suoi occhi nel momento di ascolto e attenzione si può osservare da destra verso sinistra, ma la direzione del viso rimane verso lo strumento per qualche secondo.
Per quanto riguarda il movimento le braccia tendono a muoversi poco, con lievi movimenti dal basso verso l’alto, di certo sono molto morbide durante il dialogo sonoro e per qualche ora dopo l’incontro.
Le gambe si muovono dall’alto verso il basso con una flessione in su della gamba destra, meno la sinistra.
Durante gli esercizi in cui i bambini suonavano sul tamburo con le gambe di S. si osservava una reazione del viso con spostamenti laterali, soprattutto a destra, e la richiesta del suono viene espressa con vocalizzi. Alla domanda “ Vuoi ancora la musica?” risponde con sonorità vocali squillanti di richiesta al gioco in atto.
In base ai risultati ottenuti durante questi mesi si propone di continuare il percorso di Musicoterapia con modalità integrative per rispondere a bisogni di S. più specifici durante i successivi 2 anni della scuola dell’infanzia.
La Musicoterapeuta
Giuliana Galante
giulygala@tiscali.it
cell. 3476655657
giulygala.blogspot.com
domenica 30 maggio 2010
venerdì 28 maggio 2010
Concerti Ologramma Tour
Gruppo Corale e Orchestrale:
OLOGRAMMA
Direttore Istituto Meme: Dott.ssa Roberta Frison
Associazione CEMU, via Elia Rainusso 144, 41100 – Modena
E-mail: istituto-meme@fastwebnet.it
Tel. 347-3785609.
Vedi: www.istituto-meme.it/pdf/LocandinaOlogramma.pdf - Simili
Concerti Ologramma
Domenica 30 maggio- Parco Amendola Sud- Modena 18:30
Giovedi 17 giugno- Parco Divisione Acqui- Modena 21:00
Mercoledi 30 giugno- Parco Enzo Ferrari- Modena 21:00
Sabato 2 ottobre- Teatro del Tempio- Modena 21:00
domenica 23 maggio 2010
Tesi 3 anno di Counseling scolastico
La tesi di quest’anno è stata svolta su un caso di paralisi cerebrale infantile, è stata realizzata nella scuola dell’Infanzia Arcobaleno di Carpi (MO), dove lavoro anche come insegnante di Sostegno.
E’ il risultato di un lavoro in itinere che ha coinvolto diverse risorse e che si può definire complesso nel suo genere.
Riprendendo un termine del Milan Approach è stato un lavoro “polifonico”.
Il termine complessità è ormai una costante all’interno del mondo della scuola, a causa:
- dell’affermarsi dei modelli socioculturali che si evolvono rapidamente;
- il processo di cambiamento della scuola non ha avuto uno sviluppo costante.
La scuola riprendendo una frase citata da Don Zeno può essere definita “vivente”,
perché al suo interno è presente un centro di invarianza
e la sua natura è evolutiva.
Questa connessione di opposti è tipica degli sistemi viventi.
DA questo presupposto è possibile affermarne la natura Sistemica.
Scuola: sistema in evoluzione che risponde alle esigenze della società, che si trasforma in maniera complessa e discontinua.
La scuola si connette al territorio come un macrocosmo al cui interno si trovano un insieme di micro mondi: alunni, insegnanti, famiglie e il territorio.
Oggi non è più solo centro di istruzione, ma ambiente di crescita personale degli allievi, luogo di ascolto e ambiente esperienziale.
Anche l’insegnante deve rispondere ponendo attenzione ai processi e alle dinamiche degli alunni.
L’epistemologia di riferimento si è basata sul modello sistemico relazionale, ponendo molta attenzione i processi, al contesto di riferimento, ai rapporti con la famiglia e i servizi.
Ridefinendo la famiglia al di la del concetto di omeostasi, come sistema dinamico, e discontinuo.
In questo caso di paralisi cerebrale infantile (grave), si è lavorato secondo un impostazione di “rete” (Definizione del Milan Approach).
Gli incontri e gli interventi sono stati realizzati secondo un approccio polifonico tra le parti, creando una polifonia di voci e narrazioni che hanno permesso di conoscere a fondo la storia di S, della famiglia e ricostruire la storia degli ultimi 2 anni di nido. Continua...vedi "La culla sonora", int. blog
Dott.ssa Giuliana Galante
E’ il risultato di un lavoro in itinere che ha coinvolto diverse risorse e che si può definire complesso nel suo genere.
Riprendendo un termine del Milan Approach è stato un lavoro “polifonico”.
Il termine complessità è ormai una costante all’interno del mondo della scuola, a causa:
- dell’affermarsi dei modelli socioculturali che si evolvono rapidamente;
- il processo di cambiamento della scuola non ha avuto uno sviluppo costante.
La scuola riprendendo una frase citata da Don Zeno può essere definita “vivente”,
perché al suo interno è presente un centro di invarianza
e la sua natura è evolutiva.
Questa connessione di opposti è tipica degli sistemi viventi.
DA questo presupposto è possibile affermarne la natura Sistemica.
Scuola: sistema in evoluzione che risponde alle esigenze della società, che si trasforma in maniera complessa e discontinua.
La scuola si connette al territorio come un macrocosmo al cui interno si trovano un insieme di micro mondi: alunni, insegnanti, famiglie e il territorio.
Oggi non è più solo centro di istruzione, ma ambiente di crescita personale degli allievi, luogo di ascolto e ambiente esperienziale.
Anche l’insegnante deve rispondere ponendo attenzione ai processi e alle dinamiche degli alunni.
L’epistemologia di riferimento si è basata sul modello sistemico relazionale, ponendo molta attenzione i processi, al contesto di riferimento, ai rapporti con la famiglia e i servizi.
Ridefinendo la famiglia al di la del concetto di omeostasi, come sistema dinamico, e discontinuo.
In questo caso di paralisi cerebrale infantile (grave), si è lavorato secondo un impostazione di “rete” (Definizione del Milan Approach).
Gli incontri e gli interventi sono stati realizzati secondo un approccio polifonico tra le parti, creando una polifonia di voci e narrazioni che hanno permesso di conoscere a fondo la storia di S, della famiglia e ricostruire la storia degli ultimi 2 anni di nido. Continua...vedi "La culla sonora", int. blog
Dott.ssa Giuliana Galante
venerdì 21 maggio 2010
Anchise Bolchi
ANCHISE BOLCHI e la "Next Stop Band"
Anchise Bolchi
Mantovano, uno dei più noti e richiesti artisti country in Italia.
Appassionato di musica popolare americana, con particolare apprezzamento per la moderna countrymusic,
ha imbracciato la sua prima chitarra a nove anni e da allora, da autodidatta,
ha allargato i suoi interessi a molti altri strumenti.
Oggi il suo strumento principale è il violino, ma suona indifferentemente ogni tipo di strumento a corde.
Nel 1990 la decisione di intraprendere una carriera da professionista nella musica lo porta ad abbandonare
il lavoro, e a entrare nel gruppo country rock "Arizona".
Ben presto si fa apprezzare dagli addetti ai lavori per la qualità sopraffina delle sue tecniche di "picking",
a tal punto che Ligabue lo vuole con sé nel 1992 per un album, "Lambrusco, Coltelli e Popcorn" e per una tournée nella quale suona violino, steel guitar, dobro e banjo.
Seguiranno altre collaborazioni di studio con Ornella Vanoni per l'album "Stella Nascente",
dove suona steel guitar e dobro, con Fausto Leali per"Saranno Promossi" (steel guitar)
e con Mario Lavezzi (dobro e steel guitar).
La passione lo porta anche a collaborare con noti artisti stranieri, come nel concerto di Torino del 1992
dove suona con il famoso songwriter texano Guy Clark, o l'improvvisata jam session del 1993
con Alvin Crow ad Austin, Texas. Ha avuto la possibilità di duettare con Steve Young, nel 1996 all'"El Paso Saloon" di Milano.
Dal 1991 Anchise Bolchi si esibisce come solista, girando l'Italia senza sosta per fare fronte alle numerose richieste provenienti da ogni tipo di locale notturno.
Per meglio sperimentare il suo repertorio ha deciso, nel 1992, di accettare l'offerta dei responsabili del parco di divertimenti Gardaland, dove cercavano un'artista country per la loro "città western".
All'inizio del 1997 è stato finalmente stampato il suo primo lavoro su CD, intitolato "The Last Track",
che contiene la massima espressione delle sue abilità suonato e cantato interamente da lui,
contiene rifacimenti di popolari brani country e pop, rielaborati in chiave moderna e stilisticamente impeccabile.
Nel 1998 si esibisce a Verona con il leggendario chitarrista Albert Lee e nell'Ottobre dello stesso anno,
parte per un tour in America con il gruppo New Country Kitchen.
Alla fine del 1999 esce l'ultimo album "The Space Fiddler", (NDR) album della maturità tecnica e stilistica.
Nel 2000 durante un tour in America si cimenta nell'annuale "Fiddle Contest" (gara di Violino)
in Colorado piazzandosi al secondo posto.
Nel 2003 la CMA Country Music Award di Nashville da una nomination come miglior artista Country non Americano.
Nel 2005 Anchise e amici danno origine a un gruppo chiamandolo "Next Stop Band".
La band propone brani che spaziano dalla musica Rock Irlandese alla nuova generazione di Country-Rock,
nei quali si apprezza l'energia delle strutture vocali e sonorità elettro-acustiche.
Nel 2009 il cantante/compositore di Nashville Michael Peterson sceglie lui e la "Next Stop Band"come sua band di supporto Europea.
Giuliana Galante
giovedì 20 maggio 2010
In ricordo di Edoardo Sanguinetti
Il professore Maestro, giacca e cravatta, il volto magro. Dal 1951, anno in cui in una rivista fiorentina di arti figurative apparivano le sue prime poesie, di tempo ne è passato. Edoardo Sanguineti aveva vent’anni. Il suo uditorio si è allargato come egli stesso dice nella dichiarazione di poetica I santi anarchicici.
« La poesia non è una cosa morta, ma vive una vita clandestina. »
(Edoardo Sanguineti )
« In cinquant'anni molte cose sono profondamente cambiate, la poesia è cambiata, ma non è cambiato il compito dei poeti, quello di disegnare il profilo ideologico di un'epoca »
(Edoardo Sanguineti )
Il poeta e critico Edoardo Sanguineti ad una conferenza a Genova su lessico e pubblicazioni Open Source
Edoardo Sanguineti (Genova, 9 dicembre 1930 – Genova, 18 maggio 2010) è stato un poeta e scrittore italiano, che ha fatto parte del Gruppo 63.
Nel 1951 Sanguineti inizia a scrivere l'opera che si chiamerà "Laborintus" e, come egli stesso dice nei Santi Anarchici, scrive per una piccola comunità di lettori: "Eravamo in cinque. E i miei quattro lettori erano una ragazza, un aspirante filologo classico e due altri studenti, uno di farmacia e l'altro di medicina".
Conosce intanto Enrico Baj che crea il manifesto della pittura nucleare e da vita al Nuclearismo.
La prima pubblicazione di Laborintus, nel 1956, nella collezione "Oggetto e simbolo" diretta da Luciano Anceschi per la casa editrice Magenta, passa quasi inosservata. Le sue poesie, così difficili e illeggibili, sarebbero divenute, solo un decennio dopo, norma per le sperimentazioni linguistiche-poetiche che avrebbero imperversato negli anni sessanta.
Pasolini in un articolo su "Il Punto" definisce la raccolta Laborintus "un tipico prodotto del neo-realismo post-ermetico" al quale Sanguineti replica sul n. 11 di "Officina" nel novembre del 1957 con un articolo intitolato Una polemica in prosa ironizzando su le giuste distanze che Pasolini metteva tra il proprio "sperimentalismo" e quello "non puro sperimentalismo sanguinetiano".
Sanguineti prosegue, dopo Laborintus, con lo stesso stile ipercolto e sovraccarico e scrive, tra il 1956 e il 1959 le poesie di tema erotico che vanno sotto il nome Erotopaegnia, poi, tra il 1960 e il 1963, Purgatorio de l'Inferno e nel 1964 raccoglie, sotto il titolo di Triperuno, le precedenti sequenze precedute da Laborintus.
Ma in queste poesie già si possono notare dei movimenti verso una scrittura che si sposta dall'intellettualismo dei primi esordi alla concretezza delle cose quotidiane e che, in alcuni punti, si aprono al diarismo dei successivi libri.
In ricordo di u uomo che ha dato un grande contrbuto ala letteratura italiana.
"In cinquant'anni molte cose sono profondamente cambiate, la poesia è cambiata, ma non è cambiato il compito dei poeti, quello di disegnare il profilo ideologico di un'epoca. L'ideologia non è una professione di fede, è una visione del mondo che, con il mondo, quindi cambia. Prendiamo ad esempio il concetto di bello: il suo valore è tra i più instabili della storia dell'umanità."
Tratto da: da "Intervista", nella rivista NewYorkCityVenezia (gennaio 2007).
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Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨
In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...

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Dal mese di gennaio ho iniziato a lavorare a un progetto di Mt in una scuola dell'infanzia della provincia di MO, per un totale di ...