giovedì 10 giugno 2010

“Ologramma”, l’orchestra che cura con la musica

Ecco l'articolo uscito oggi su Redattore Sociale.


DI: Francesca Bussi
“Ologramma”, l’orchestra che cura con la musica

È nata a Modena pochi mesi fa, ma ha già un’agenda fitta di concerti. È Ologramma, l’orchestra mista di bambini con disagio e non, creata dal Centro europeo di musicoterapia. Frison, direttrice del Cemu:“Il gruppo misto è ormai una sfida collaudata”



MODENA – C’è Leslie, che ha dodici anni, viene dall’Africa e ama suonare lo xilofono. C’è Lucia, che nelle pause tra una canzone e l’altra abbraccia le sue insegnanti chiamandole “principesse”. E c’è Federico, che suona la batteria con una forza inaspettata per la sua età. Sono alcuni dei componenti dell’orchestra Ologramma, nata a Modena nel gennaio scorso all’interno del Cemu, il Centro europeo di musicoterapia. Si tratta di un gruppo corale e strumentale “misto”, che unisce bambini e adolescenti con disabilità e disagi a studenti delle scuole, musicisti e musicoterapeuti. Tutti insieme, insegnanti e allievi, si ritrovano ogni martedì per provare le canzoni del loro repertorio. Il debutto c’è stato il mese scorso, e ora si preparano altri due concerti che si terranno questo mese a Modena. Chitarre, pianoforte, flauti e percussioni: quasi un’orchestra al completo che satura la stanza di note tra un “Oh happy day” e un “We are the world”. Ci sono cinque musicoterapeuti, tre ragazze e due ragazzi, che dirigono l’orchestra, suonano e cantano, aiutando i giovani musicisti a trovare il tempo, la tonalità e, soprattutto, la concentrazione. “La cosa più difficile è tenerli tutti ‘a bada’ – racconta Valentina – , perché l’entusiasmo è grande”. Far suonare per due ore bambini che magari hanno difficoltà a rimanere seduti al banco quando sono a scuola non è certo un’impresa semplice, eppure al Cemu sembrano aver trovato la chiave giusta. “Devi trovare qual è la motivazione che spinge ogni ragazzo a venire qui – spiega Luca –. Gli devi dare un riscontro, capire a cosa vuole aspirare”. E, soprattutto, come puntualizza Ingrid, “ognuno ha i suoi tempi”.



Attualmente l’orchestra Ologramma conta trentacinque membri, compresi anche quelli del gruppo teatrale che inframmezza i concerti con testi originali. All’ensemble partecipano ragazzi che usufruiscono del sostegno a scuola, alcuni che provengono dai servizi sociali o altri che semplicemente si sono rivolti direttamente al centro di musicoterapica. “Tengo a precisare che non è un gruppo ‘per’ disabili – spiega la dottoressa Roberta Frison, che dirige il Cemu –. Cerchiamo solo di fare musica, lavorando a tutto campo, soprattutto sulla socializzazione”. L’orchestra Ologramma raccoglie anche ragazzi che difficilmente troverebbero occasioni per imparare a suonare in scuole di musica “tradizionali”, ma si caratterizza come un gruppo musicale “normale”, che non vuole per forza fare leva sulla musicoterapia o sulla diversità che caratterizza i suoi partecipanti. L’obiettivo è cercare di avere ora anche un riconoscimento professionale, perché, come spiega ancora la dottoressa Frison, “le arti espressive vengono troppo spesso relegate al tempo libero. Perché un ragazzo disabile può fare solo il commesso e non il musicista?”. In futuro, invece, il Cemu si augura che l’esperienza di Ologramma possa aprire una prospettiva di vera e propria formazione. “La cosa più bella – conclude Francesca –, è vederli gioire per ogni nota, per ogni battito di mani”. L’appuntamento è fissato dunque per il 17 giugno alle 21 al Parco Divisione Acqui di Modena, e per il 30 giugno al teatro del Tempio, sempre alle 21. (fb)

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