http://enzamondigiu.blogspot.com/
Ecco l'ultima opera della poetessa Enza Mondi, stizzosa pungente per la destra "calante", ma carina e melodica.
Silvio l’istrione
E un giorno in questa fossa di leoni
nacque un bambino di nome Belrusconi,
che crescendo capi che aveva tanto da dare
e in effetti fu un grande imprenditore.
E qua mi inchino e te ne do vanto:
hai dimostrato di avere un gran talento,
dal nulla a un impero e dall’impero al governo,
e poi la voglia di diventare un “Padre Eterno”.
Il potere è una droga
e se logora chi non c’è l’ha
tu sei l’esempio che questa non è la verità,
poiché la politica ti ha trasformato
e non sei più il grande capo che eri diventato;
perche qua vedi avvolte si vince, a volte si perde,
e a volte rischi che qualcuno ti faccia diventare “verde”.
E quindi, se vuoi, accetta il mio consiglio,
tornare indietro non vuol dire sempre essere un coniglio
anzi per dimostrare di avere un gran coraggio,
torna ad essere l’imprenditore stimato e saggio
che da lavoro a milioni di famiglie,
che a fine mese ti amano mariti, mogli, figli e figlie.
Forse non sarai mai un “Napoleone”
ma sarai sempre ricordato come il grande Belrusconi.
La poetessa
Enza Mondi
Blog: enzamondigiu.blogspot.com
"Le forme del Pensiero Musicale" Questo blog si occupa di Musicoterapia,di musica, dell'importanza del canto nella vita dell'uomo, e di tutte le forme di Arte ad essa correlate. In alto: "Picassiana" 2008
martedì 9 giugno 2009
Il concetto di "Trasformazione Terapeutica"
"Trasfomazione Terapeutica"
Nella Musicoterapia Umanistica uno tra i concetti più discussi che descrivono il processo d'intervento complesso è quello di "Trasformazione Terapeutica".
Pensando al sinificato di questi termini non riesco a togliermi dalla mente l'immagine di un tunnel, con un passaggio interno- esterno.....in realtà un'altra immagine che si potrebbe collegare è quella del bambino , che dalla prospettiva di feto a quella di neonato attraversa una "selezione psichica", e cioè è in grado di produrre un cambiamento evolutivo solo se l'ambiente , inteso come coppia genitoriale, presenta in un rapporto costante e continuo i vantaggi delle forme che man mano si sviluppano nel bambino.
Pensando al sinificato di questi termini non riesco a togliermi dalla mente l'immagine di un tunnel, con un passaggio interno- esterno.....in realtà un'altra immagine che si potrebbe collegare è quella del bambino , che dalla prospettiva di feto a quella di neonato attraversa una "selezione psichica", e cioè è in grado di produrre un cambiamento evolutivo solo se l'ambiente , inteso come coppia genitoriale, presenta in un rapporto costante e continuo i vantaggi delle forme che man mano si sviluppano nel bambino.
Prima di discutere sulla trasfomazione in sè, è importante osservare i punti del processo che determinano il raggiungmento di questo traguardo.
Il Ciclo di progettazione prevede degli step ben precisi, nella prima fase troviamo:
Step 1: Ricerca e nalisi
Step 2:Definizionedegli obiettivi
Step 3: Sviluppo del piano di lavoro
La seconda fase comprende la misurazione dei risultati:
Step 4: Definizione degli indicatori d performance
Ste 5: Verifica sul campo
La terza fase riguarda lo sviluppo dei sevizi/prodotti:
Step6: Realizzazione dl prodotto
Step 7: Miglioramento del prodotto
L'ultima fare si conclude con la restituzione e la conclusione del progetto:
Step 8: Diffusione e mainstreaming
Step 9:Valutazione e rapporto finale.
La Trasformazione non va letta alla luce dei risultati raggiunti al termine dell'intervento, è graduale e si riflette in ogni singola seduta, ogni icontro è una storia a sè, un nuovo capitolo che va letto nella relazione d'aiuto tra MT/PZ.
La trasformazione terapeutica ha un effetto sociale importante, che si estende oltre il setting, attiva nel paziente e nel contesto intorno il riconoscimeno del sè.
E' un iter dinamico di contenimento/apertura di emozioni, motivazione, regolazione siestesica.
Ciò si determina attraverso l'attivazione musicale, la relazione e l'osservazione partecipante condivisa.
Dott.ssa Giuliana Galante
lunedì 8 giugno 2009
Dalla Sicilia con Amore
Cultura zero, ma il cuore canta
esprime una passione mai spenta
non ci sono anni, non ci sono delusioni
quando si vogliono trasmettere grandi emozioni
non m'importa se non ho talento
voglio che si capisca quel che sento
e mi rivolgo a tutti gli italiani
guardate come amiamo noi siciliani
La Poetessa
Enza Mondi
esprime una passione mai spenta
non ci sono anni, non ci sono delusioni
quando si vogliono trasmettere grandi emozioni
non m'importa se non ho talento
voglio che si capisca quel che sento
e mi rivolgo a tutti gli italiani
guardate come amiamo noi siciliani
La Poetessa
Enza Mondi
Poesia Musicale
La poesia musicale
Poetessa Enza Mondi
Sito: www.scrivendo.it
Questa parte del blog è collegata a un sito di Poesia, credo che niente sia più musicale della poesia in rima baciata, un pò come la gran parte delle canzoni che ascoltiamo in generale.
A un Italia migliore
Mio caro stato, cosi proprio non và,
tu non puoi dare tutta questa libertà.
E chi ti parla è una mamma che adora sua figlia
che vede in lei tutta la luce della sua famiglia.
Eppure chi uccide va sempre punito.
Ancor di più se è un familiare avvicinato,
non può uno togliere la vita
a chi con gran travaglio te l’ha data.
E non c’è fobia, non c’è raptus che tenga
a chi sostituisce Dio e a costituirsi venga.
È facile dire poi: non è pericoloso
Ma che c’è di più atroce di un omicidio colposo?
Quando il sangue del tuo sangue va versato
e forse ancor peggio, era pure premeditato;
io, non ti parlo di lavori forzati,
non ti parlo di ergastoli a dieci vite
ma un paio di anni li devono fare
se non altro per fargli capire
che quel gesto non andava fatto,
che si devono pentire di quell’atto,
perchè nel mondo chiuso di una prigione
almeno pensano all’orrore di quell’azione.
Ma fuori saranno presi dagli impegni
e dimenticheranno che dovevano pagare quei pegni
perché il sapore dell’amata libertà
era ciò che volevano ed ora eccolo qua.
Si, tu mi dirai che quel marchio resta a vita
che non si dimentica una parentesi cosi efferata,
ma per un ora, magari facendo l’amore
cosa vuoi che ricordino di quanto dolore
hanno causato e quale pentimento
avranno di una cosa risolta in un momento…
E all’emulazione ci hai mai pensato?
Quanti ragazzi diranno: tanto non è poi cosi proibito
E noi genitori possiamo ancora dormire o sempre con gli occhi aperti dobbiamo stare?
Perché non c’è età che tenga con questo stato,
grande o piccolo va subito liberato;
quindi tu cosi fai apparire leggero
il gesto più orrido, l’atto più impuro,
non ti accorgi che non ci puoi tutelare
liberando subito chi ci vuole ammazzare.
Ti prego prendi una decisione, modifica questa legge che crea tensione,
lo so, nessun genitore vuole vedere un figlio in prigione
anche se ha ucciso senza una vera ragione;
ma un castigo glielo devi dare
se non altro per farli pensare e ripensare
che nella vita c’è anche il rispetto e il dovere
e che ti devo dire: per me il solo posto sono le patrie galere.
La Poetessa
Enza Mondi
Pubblicato sul blog di:Giuliana Galante
Poetessa Enza Mondi
Sito: www.scrivendo.it
Questa parte del blog è collegata a un sito di Poesia, credo che niente sia più musicale della poesia in rima baciata, un pò come la gran parte delle canzoni che ascoltiamo in generale.
A un Italia migliore
Mio caro stato, cosi proprio non và,
tu non puoi dare tutta questa libertà.
E chi ti parla è una mamma che adora sua figlia
che vede in lei tutta la luce della sua famiglia.
Eppure chi uccide va sempre punito.
Ancor di più se è un familiare avvicinato,
non può uno togliere la vita
a chi con gran travaglio te l’ha data.
E non c’è fobia, non c’è raptus che tenga
a chi sostituisce Dio e a costituirsi venga.
È facile dire poi: non è pericoloso
Ma che c’è di più atroce di un omicidio colposo?
Quando il sangue del tuo sangue va versato
e forse ancor peggio, era pure premeditato;
io, non ti parlo di lavori forzati,
non ti parlo di ergastoli a dieci vite
ma un paio di anni li devono fare
se non altro per fargli capire
che quel gesto non andava fatto,
che si devono pentire di quell’atto,
perchè nel mondo chiuso di una prigione
almeno pensano all’orrore di quell’azione.
Ma fuori saranno presi dagli impegni
e dimenticheranno che dovevano pagare quei pegni
perché il sapore dell’amata libertà
era ciò che volevano ed ora eccolo qua.
Si, tu mi dirai che quel marchio resta a vita
che non si dimentica una parentesi cosi efferata,
ma per un ora, magari facendo l’amore
cosa vuoi che ricordino di quanto dolore
hanno causato e quale pentimento
avranno di una cosa risolta in un momento…
E all’emulazione ci hai mai pensato?
Quanti ragazzi diranno: tanto non è poi cosi proibito
E noi genitori possiamo ancora dormire o sempre con gli occhi aperti dobbiamo stare?
Perché non c’è età che tenga con questo stato,
grande o piccolo va subito liberato;
quindi tu cosi fai apparire leggero
il gesto più orrido, l’atto più impuro,
non ti accorgi che non ci puoi tutelare
liberando subito chi ci vuole ammazzare.
Ti prego prendi una decisione, modifica questa legge che crea tensione,
lo so, nessun genitore vuole vedere un figlio in prigione
anche se ha ucciso senza una vera ragione;
ma un castigo glielo devi dare
se non altro per farli pensare e ripensare
che nella vita c’è anche il rispetto e il dovere
e che ti devo dire: per me il solo posto sono le patrie galere.
La Poetessa
Enza Mondi
Pubblicato sul blog di:Giuliana Galante
giovedì 4 giugno 2009
Dott.ssa Giuliana Galante Musicoterapeuta Mail: giulygala@tiscali.it Cell. 3476655657 Blog: giulygala@blogspot.com
Paziente: S. V.
Anni: 4
Diagnosi: Sindrome di Down
Referente Neuropsichiatra: Dott. M. G. – NPI AUSL Modena
Organizzazione degli incontri: Mercoledi – Istituto Meme s.r.l.- 17/18:00
La Relazione del programma di musicoterapia svolto è stata richiesta dalla famiglia.
Di seguito si elencano gli obiettivi relativi al Progetto:
l Osservazione dello strumentario
l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo
l Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:
l Corpo
l Voce - stimoli Vocali
l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali
l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali)
l Stimolare il linguaggio verbale
l Rafforzare i tempi e il livello di attenzione - Favorire gli atteggiamenti emotivi e le capacità di socializzazione,
Si propone un setting strutturato come “permissivo”, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante e una Metodologia non direttiva.
Per integrare il campo di esperienza sono proposte attività vocali e di movimento, attività ludico musicali che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. L’ approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi.
Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali non convenzionali con materiali di diverso tipo in momenti individuali.
La metodologia utilizzata è stata “centrata” sul paziente, dall’ascolto passivo all’esplorazione degli strumenti, fino ad arrivare all’accompagnamento graduale sonoro, lavorando solo nell’ultima parte delle sedute sul canto e la coordinazione motoria.
I momenti individuali sono stati importanti per stabilire il rapporto e la comunicazione in modo non verbale tra PZ/MT, dove il linguaggio per comunicare era quello dei suoni nelle diverse manifestazioni: suono/ritmo, vocalità/ movimento.
Dalla fase di “ascolto/accoglienza” è stato possibile osservare le analogie e i vari modi di vivere l’esperienza musicale, con una presenza continua, costante, che si è espressa musicalmente con le sua emozioni e sentimenti.
Osservazione Partecipante:
Il bambino ha iniziato gli incontri di Musicoterapia su richiesta del servizio di Logopedia nel mese di ottobre del 2008.
Mostrava già in precedenza un interesse verso la batteria , strumento presente anche in casa.
Il lavoro svolto è stato realizzato seguendo lo schema seguente:
produzione (attiva- compulsiva)
rallentamento graduale del flusso di intensità crescente
fase di conclusione della seduta con ascolto e riproduzione vocale ( canzoncine ritmiche con una pulsazione media).
Questa modalità organizzativa della seduta si è necessaria per regolare lo stato emotivo del bambino, e ha permesso a quest’ultimo di raggiungere un livello più alto di attenzione/concentrazione. La pulsazione del bambino si manifestava sin dai primi incontri in crescendo, ad un volume alto, in modo compulsivo, incontrollato fino a renderlo contratto a livello muscolare, la reazione era evidente soprattutto nella mimica facciale che si presentava con le mandibole in avanti, lo sbattere dei denti in modo incontrollato.
V. ha compreso attraverso l’ascolto musicale nella dinamica Lento/veloce lo scorrere delle sequenze musicali regolando l’intensità
Il bambino ha iniziato l’esplorazione musicale dopo le prime 4 sedute, scoprendo strumenti lui sconosciuti, manipolandoli nei modi più diversi, ma il bisogno di “suonare” continuamente non gli permetteva di cogliere il nesso causa effetto dello strumento, per cui l’uso delle bacchette non era finalizzato alla batteria, ma era un suono caotico che continuava all’infinito.
Per questo è stato utile procedere inserendo corde, teli morbidi, campanellini, e spezzare le routine, per associare ogni movimento ad un fine.
Da quel momento l’uso delle bacchette è diventato sempre meno invasivo, le bacchette hanno iniziato ad esser contestualizzate e associate ad un altro strumento,
Dopo questa fase in poi è stato possibile integrare attività motorie per sbloccare la dimensione prossemica, iniziando con passeggiate a tempo di musica, girotondi, corsette e salti, nell’arco degli incontri il bambino si è abituato a spostarsi in ambienti diversi, anche in più ambienti nella stessa seduta.
Durante l’esecuzione è solare dal punto di vista dell’espressione del viso, mostra meno tensione (a livello mandibolare, non stringe più i denti) e si mostra interattivo dal punto di vista verbale.
Ha iniziative personali e propone cd e strumenti di suo gradimento. Si è abituato alle routines spezzate, ha acquisito fluidità nei movimenti (giochi motori- momenti di ballo) e ha abbandonato le posizioni statiche o sul tappeto morbido. Attraverso il lavoro musicale e il canto ha sviluppato nuove competenze linguistiche, segue i brani e intona le strofe. Ha mostrato una buona attivazione dal punto di vita della memoria musicale, utile soprattutto per lo sviluppo delle competenze cognitive (attenzione/ concentrazione/ linguaggio verbale).
Si propone di proseguire il lavoro terapeutico in termini espressivi e di stimolazioni dal punto di vista sensoriale.
Paziente: S. V.
Anni: 4
Diagnosi: Sindrome di Down
Referente Neuropsichiatra: Dott. M. G. – NPI AUSL Modena
Organizzazione degli incontri: Mercoledi – Istituto Meme s.r.l.- 17/18:00
La Relazione del programma di musicoterapia svolto è stata richiesta dalla famiglia.
Di seguito si elencano gli obiettivi relativi al Progetto:
l Osservazione dello strumentario
l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo
l Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:
l Corpo
l Voce - stimoli Vocali
l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali
l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali)
l Stimolare il linguaggio verbale
l Rafforzare i tempi e il livello di attenzione - Favorire gli atteggiamenti emotivi e le capacità di socializzazione,
Si propone un setting strutturato come “permissivo”, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante e una Metodologia non direttiva.
Per integrare il campo di esperienza sono proposte attività vocali e di movimento, attività ludico musicali che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. L’ approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi.
Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali non convenzionali con materiali di diverso tipo in momenti individuali.
La metodologia utilizzata è stata “centrata” sul paziente, dall’ascolto passivo all’esplorazione degli strumenti, fino ad arrivare all’accompagnamento graduale sonoro, lavorando solo nell’ultima parte delle sedute sul canto e la coordinazione motoria.
I momenti individuali sono stati importanti per stabilire il rapporto e la comunicazione in modo non verbale tra PZ/MT, dove il linguaggio per comunicare era quello dei suoni nelle diverse manifestazioni: suono/ritmo, vocalità/ movimento.
Dalla fase di “ascolto/accoglienza” è stato possibile osservare le analogie e i vari modi di vivere l’esperienza musicale, con una presenza continua, costante, che si è espressa musicalmente con le sua emozioni e sentimenti.
Osservazione Partecipante:
Il bambino ha iniziato gli incontri di Musicoterapia su richiesta del servizio di Logopedia nel mese di ottobre del 2008.
Mostrava già in precedenza un interesse verso la batteria , strumento presente anche in casa.
Il lavoro svolto è stato realizzato seguendo lo schema seguente:
produzione (attiva- compulsiva)
rallentamento graduale del flusso di intensità crescente
fase di conclusione della seduta con ascolto e riproduzione vocale ( canzoncine ritmiche con una pulsazione media).
Questa modalità organizzativa della seduta si è necessaria per regolare lo stato emotivo del bambino, e ha permesso a quest’ultimo di raggiungere un livello più alto di attenzione/concentrazione. La pulsazione del bambino si manifestava sin dai primi incontri in crescendo, ad un volume alto, in modo compulsivo, incontrollato fino a renderlo contratto a livello muscolare, la reazione era evidente soprattutto nella mimica facciale che si presentava con le mandibole in avanti, lo sbattere dei denti in modo incontrollato.
V. ha compreso attraverso l’ascolto musicale nella dinamica Lento/veloce lo scorrere delle sequenze musicali regolando l’intensità
Il bambino ha iniziato l’esplorazione musicale dopo le prime 4 sedute, scoprendo strumenti lui sconosciuti, manipolandoli nei modi più diversi, ma il bisogno di “suonare” continuamente non gli permetteva di cogliere il nesso causa effetto dello strumento, per cui l’uso delle bacchette non era finalizzato alla batteria, ma era un suono caotico che continuava all’infinito.
Per questo è stato utile procedere inserendo corde, teli morbidi, campanellini, e spezzare le routine, per associare ogni movimento ad un fine.
Da quel momento l’uso delle bacchette è diventato sempre meno invasivo, le bacchette hanno iniziato ad esser contestualizzate e associate ad un altro strumento,
Dopo questa fase in poi è stato possibile integrare attività motorie per sbloccare la dimensione prossemica, iniziando con passeggiate a tempo di musica, girotondi, corsette e salti, nell’arco degli incontri il bambino si è abituato a spostarsi in ambienti diversi, anche in più ambienti nella stessa seduta.
Durante l’esecuzione è solare dal punto di vista dell’espressione del viso, mostra meno tensione (a livello mandibolare, non stringe più i denti) e si mostra interattivo dal punto di vista verbale.
Ha iniziative personali e propone cd e strumenti di suo gradimento. Si è abituato alle routines spezzate, ha acquisito fluidità nei movimenti (giochi motori- momenti di ballo) e ha abbandonato le posizioni statiche o sul tappeto morbido. Attraverso il lavoro musicale e il canto ha sviluppato nuove competenze linguistiche, segue i brani e intona le strofe. Ha mostrato una buona attivazione dal punto di vita della memoria musicale, utile soprattutto per lo sviluppo delle competenze cognitive (attenzione/ concentrazione/ linguaggio verbale).
Si propone di proseguire il lavoro terapeutico in termini espressivi e di stimolazioni dal punto di vista sensoriale.
Data: Mercoledi 3 Giugno 2009
Dott.ssa Giuliana Galante
SpecializzatainMusicoterapia
SpecializzatainMusicoterapia

Dott.ssa Giuliana Galante Musicoterapeuta E-Mail: giulygala@tiscali.it Cell. 3476655657 Blog: giulygala@blogspot.com
Paziente: O. E.
Anni: 3
Diagnosi: Tetraplegia Spastica
Neuropsichiatra: Dott.ssa B– NPA (MO)
Organizzazione degli incontri: Venerdi mattino presso la Scuola dell’Infanzia G. R. (MO)
Orario: 9.00 - 10.00
La Relazione del programma di musicoterapia svolto è stata richiesta dalla scuola.
Di seguito si elencano gli obiettivi relativi al Progetto:
l Osservazione dello strumentario
l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo
l Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:
l Corpo
l Voce - stimoli Vocali
l Strumento
l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali
l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali) fuori dalla sezione in momenti non didattici
Relazione di verifica finale:
Le premesse epistemologiche del progetto individuavano dei punti chiave di seguito elencati:
l Il percorso centrato sulla persona e sulla valorizzazione di tutte le sue potenzialità (il paziente è parte attiva della terapia);
l la centralità del rapporto di fiducia e l’accettazione incondizionata rispetto al paziente;
l l’adattamento e la personalizzazione della seduta;
l l’accoglimento delle proposte della persona che vengono ampliate ed arricchite in uno scambio reciproco tra paziente e terapeuta.
L’aspetto centrale per il funzionamento dell’intervento terapeutico è stato rappresentato dall’accoglienza dell’utente fino alla presa in carico con la consegna della diagnosi, così da poter definire il percorso successivo.
Dall’analisi della domanda e della richiesta si sono osservati dei cambiamenti importanti che hanno riguardato l’aspetto sociale, la prossemica e lo sviluppo di tutta l'area musicale/vocale.
Il bambino ha partecipato a 10 incontri di gruppo, con la partecipazione di almeno un insegnante di classe, quest’ultima figura si è mostrata propositiva e collaborativa, all’inizio del percorso era necessaria per agevolare le esperienze musicali di E.
La metodologia utilizzata è stata “centrata” sul paziente, dall’ascolto passivo all’esplorazione degli strumenti, fino ad arrivare gradualmente all’accompagnamento sonoro, lavorando nell’ultima parte delle sedute sul canto d’insieme.
I momenti individuali sono stati importanti per stabilire il rapporto e la comunicazione in modo non verbale tra PZ/MT, dove il linguaggio per comunicare era quello dei suoni nelle diverse manifestazioni: suono/ritmo, vocalità/movimento.
Dalla fase di “ascolto/accoglienza” è stato possibile osservare i vari modi di vivere l’esperienza del bambino e la transizione dallo spazio armonico interiore, dal non-dicibile, non ascolto, verso la manifestazione delle sue emozioni e dei suoi sentimenti attraverso l'espressione musicale.
Osservazioni Partecipanti:
Il bambino ha manifestato un interesse maggiore verso strumenti di legno, e un'attrazione particolare per il tamburo di pelle, posizionato sulla pancia e suonato dai compagni della sezione, mostrando un'attivazione emotiva evidente a livello degli arti superiori. Durante le sedute ha espresso la voglia di comunicare attraverso il contatto fisico e la ricerca dello sguardo.
Si è mostrato interattivo col gruppo classe e nei momenti di musicoterapia d’insieme. E’ stato partecipativo nei momenti di piccolo gruppo e ha iniziato a imporsi sulle attività proposte, accettandole o rifiutandole in modo chiaro. I livelli di frustrazione sono migliorati già dopo i primi incontri in cui ha iniziato a contestualizzare il setting e a capirne le dinamiche.
Dal punto di vista della prossemica è dinamico rispetto allo sguardo, rimane bloccato dal punto di vista della prensione e nel movimento delle gambe, il braccio meno compromesso rimane il sinistro. Si è abituato allo spostamento in aule diverse, anche in più ambienti nella stessa mattina.
Attraverso il lavoro musicale e il canto durante i momenti della sezione ha sviluppato nuove lallazioni come ghe, maaaaaaa e bau, nei momenti di ascolto musicale si abbassa il livello di tensione corporea e ciò si nota soprattutto nei lineamenti del viso e negli arti superiori.
Si propone di proseguire il lavoro terapeutico in termini espressivi e di stimolazione dal punto di vista sensoriale.
Modena, 30 Maggio 2009
Dott.ssa Giuliana Galante
Specializzata in Musicoterapia
Paziente: O. E.
Anni: 3
Diagnosi: Tetraplegia Spastica
Neuropsichiatra: Dott.ssa B– NPA (MO)
Organizzazione degli incontri: Venerdi mattino presso la Scuola dell’Infanzia G. R. (MO)
Orario: 9.00 - 10.00
La Relazione del programma di musicoterapia svolto è stata richiesta dalla scuola.
Di seguito si elencano gli obiettivi relativi al Progetto:
l Osservazione dello strumentario
l Scoperta dello strumento musicale come mezzo espressivo
l Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività:
l Corpo
l Voce - stimoli Vocali
l Strumento
l Ampliare i canali di comunicazione/ socializzazione coi pari attraverso esperienze sonoro- vocali
l Creare un gruppo coi pari per brevi momenti di incontro (giochi sonoro- musicali) fuori dalla sezione in momenti non didattici
Relazione di verifica finale:
Le premesse epistemologiche del progetto individuavano dei punti chiave di seguito elencati:
l Il percorso centrato sulla persona e sulla valorizzazione di tutte le sue potenzialità (il paziente è parte attiva della terapia);
l la centralità del rapporto di fiducia e l’accettazione incondizionata rispetto al paziente;
l l’adattamento e la personalizzazione della seduta;
l l’accoglimento delle proposte della persona che vengono ampliate ed arricchite in uno scambio reciproco tra paziente e terapeuta.
L’aspetto centrale per il funzionamento dell’intervento terapeutico è stato rappresentato dall’accoglienza dell’utente fino alla presa in carico con la consegna della diagnosi, così da poter definire il percorso successivo.
Dall’analisi della domanda e della richiesta si sono osservati dei cambiamenti importanti che hanno riguardato l’aspetto sociale, la prossemica e lo sviluppo di tutta l'area musicale/vocale.
Il bambino ha partecipato a 10 incontri di gruppo, con la partecipazione di almeno un insegnante di classe, quest’ultima figura si è mostrata propositiva e collaborativa, all’inizio del percorso era necessaria per agevolare le esperienze musicali di E.
La metodologia utilizzata è stata “centrata” sul paziente, dall’ascolto passivo all’esplorazione degli strumenti, fino ad arrivare gradualmente all’accompagnamento sonoro, lavorando nell’ultima parte delle sedute sul canto d’insieme.
I momenti individuali sono stati importanti per stabilire il rapporto e la comunicazione in modo non verbale tra PZ/MT, dove il linguaggio per comunicare era quello dei suoni nelle diverse manifestazioni: suono/ritmo, vocalità/movimento.
Dalla fase di “ascolto/accoglienza” è stato possibile osservare i vari modi di vivere l’esperienza del bambino e la transizione dallo spazio armonico interiore, dal non-dicibile, non ascolto, verso la manifestazione delle sue emozioni e dei suoi sentimenti attraverso l'espressione musicale.
Osservazioni Partecipanti:
Il bambino ha manifestato un interesse maggiore verso strumenti di legno, e un'attrazione particolare per il tamburo di pelle, posizionato sulla pancia e suonato dai compagni della sezione, mostrando un'attivazione emotiva evidente a livello degli arti superiori. Durante le sedute ha espresso la voglia di comunicare attraverso il contatto fisico e la ricerca dello sguardo.
Si è mostrato interattivo col gruppo classe e nei momenti di musicoterapia d’insieme. E’ stato partecipativo nei momenti di piccolo gruppo e ha iniziato a imporsi sulle attività proposte, accettandole o rifiutandole in modo chiaro. I livelli di frustrazione sono migliorati già dopo i primi incontri in cui ha iniziato a contestualizzare il setting e a capirne le dinamiche.
Dal punto di vista della prossemica è dinamico rispetto allo sguardo, rimane bloccato dal punto di vista della prensione e nel movimento delle gambe, il braccio meno compromesso rimane il sinistro. Si è abituato allo spostamento in aule diverse, anche in più ambienti nella stessa mattina.
Attraverso il lavoro musicale e il canto durante i momenti della sezione ha sviluppato nuove lallazioni come ghe, maaaaaaa e bau, nei momenti di ascolto musicale si abbassa il livello di tensione corporea e ciò si nota soprattutto nei lineamenti del viso e negli arti superiori.
Si propone di proseguire il lavoro terapeutico in termini espressivi e di stimolazione dal punto di vista sensoriale.
Modena, 30 Maggio 2009
Dott.ssa Giuliana Galante
Specializzata in Musicoterapia
mercoledì 27 maggio 2009
Limiti e pregiudizi del setting
Quando si parla di setting in termini teorici non sempre si ha un riscontro diretto con la realtà in cui il professionista si troverà nel contesto lavorativo.Ho scelto di proposito le foto in questione , perche si collegano ad un articolo pubblicato il lunedì 12 gennaio 2009, dal titolo:
Il Setting: Matrice di Significati
Il setting nel contesto e nella matrice delle relazioni.
Il Setting: Matrice di Significati
Il setting nel contesto e nella matrice delle relazioni.
Le immagini mostrano una realtà scolastica in cui bisogna analizzare e osservare l'ambiente per trarne tutte le risorse positive e valorizzarle.
Siamo ben lontani nelle scuole italiane delle sale attrezzate e gli spazi terapeutici descritti nei manuali, o quelli descritti dai grandi professionisti.
Per quanto ciò possa sembrare un paradosso in realtà non è un limite.
La consapevolezza del setting deve diventare un pregiudizio per potergli dare una connotazione positiva e tenere alto il livello dell'intervento.
Un approccio e un iter terapeutico deve andare oltre le mura e le cianfrusaglie di un aula. E' possibile agire in terapia andando oltre tutte le barriere architettoniche, verso una dimensione mentale , un fare musica che tende alla relazione d 'aiuto attraverso lo "strumento" della centralità del paziente. Come direbbe Bateson bisogna tenere sempre "alto"il contesto.
Giuliana Galante
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