giovedì 11 marzo 2010

Cantoterapia: definizione e applicazioni


Gli antichi egizi 2.600 anni fa avevano già intuito il potere della musica, e del canto per combattere la sterilità e i dolori reumatici.
Nella Grecia classica il suono del flauto serviva a lenire il dolore, a curare la sciatica, la gotta, etc…
Gli antichi pedagogisti e filosofi, sostenevano che il dono del canto fosse una delle prime attività formative dell’ uomo, non solo della personalità ma anche del corpo. Il canto come attività psicofisica educava e regolava l’equilibrio generale della persona, dandole quel “senso generale di armonia”.
In tutte le culture dell’antichità, musica e medicina erano legate. E ancora oggi la Cantoterapia è utilizzata per curare malattie come la depressione, le crisi di panico, e la balbuzie, e per migliorare la qualità di vita in persone che sono affette da forme tumorali, e malattie neurovegetative.
Oggi grazie alle ricerche scientifiche sappiamo che la musica induce modificazioni fisiologiche, e ha effetti su respirazione, ritmo cardiaco, circolazione e pressione sanguigna.
Ecco perché l’American Academy of Neurology, già nel 2001 sosteneva l’importanza dell’uso della musica e del canto come facilitatore per liberare le emozioni e le risorse creative di ciascuno, nonostante il deterioramento della malattia.
La Cantoterapia predilige l’ apparato fonatorio, L’atto del cantare muove gli epicentri vibratori, rende il respiro più profondo, rilassa i muscoli.
Cantare vuol dire coinvolgere tutte le funzioni del nostro corpo. Pensiamo a quante implicazioni si attivano nel leggere un testo, seguirlo, porre attenzione al ritmo e al tempo, alla tonalità, al fraseggio….all’intonazione,
tutto ciò si attiva in frazioni si secondo, e durante il canto gli emisferi cerebrali si attivano in contemporanea.
In questo processo il diaframma ha un ruolo importantissimo.
Il movimento coordinato del diaframma ci “permette di sincronizzare la nostra respirazione, attivando impulsi che determinano l’ossigenazione di organi funzionali. …” tutto il corpo è coordinato intorno a questo centro di gravità, il movimento del diaframma si può paragonare a quello di un onda che sale e scende lungo il tronco, nasce dal centro del corpo nell’ inspirazione, raggiunge la sommità del petto per poi discendere nella fase dell’ espirazione.
Pensiamo alle persone ansiose…. di solito hanno il ventre molto tonico e duro, contratto e incapace di rilassarsi, ciò impedisce una corretta respirazione.
Nel 1973 Lauriel Elisabeth Keues pubblicava: The creative Powerof the voice, aveva già intuito come la produzione di vocalizzi potesse avere un effetto curativo, e scriveva: “Chiunque può usare il proprio vocalizzo, proprio come usiamo l’elettricità, ci sono canali naturali di energia nel nostro corpo, quando siamo in grado di riconoscerli possiamo imparare a fluire con loro, e solo cosi ci manteniamo sani”.
Attraverso i vocalizzi è possibile acquisire tecniche vocali, potenziare ed estendere la voce, pensiamo quanto questo può essere utile, per chi ha problemi di emissione vocale, pronuncia, intonazione e velocità dell’eloquio…il canto permette alla persone di entrare in contatto col proprio corpo, le note più gravi permettono di percepire le note nel petto e nel ventre, quelle acute nel palato e nella fronte…il canto dovrebbe essere una costante per chi è affetto da patologie di tipo neurovegetativo, quali Parkinson, Alzheimer, balbuzie, ma non solo.
La Cantoterapia ha molteplici effetti sia nel lavoro col singolo che con il gruppo, è possibile scorgere i miglioramenti già dai primi incontri, la voglia di mettersi in gioco, di proporre brani, il manifestarsi di eventi e ricordi legati alla giovinezza, ai primi amori.. sarebbe bello se anche le istituzioni si ricordassero del potere educativo del canto dal punto di vista scolastico nella formazione della persona.
Concludo con una frase di I. Calvino, tratta da Sotto il sole giaguaro:
“ Una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci. ….Ciò che ti attira è il piacere che questa voce mette nell’esistere come voce, ma questo piacere ti porta a immaginare il modo in cui la persona potrebbe essere diversa da ogni altra in quanto è diversa la voce”.

Giuliana Galante

Ludwig Mirak, 𝑬' 𝑸𝑼𝑨𝑺𝑰 𝑳'𝑨𝑳𝑩𝑨

In arrivo: LUDWIK MIRAK, E' quasi l'alba Lui è un cantautore di cui sentiremo parlare molto! Si chiama Paolo Karim Gozzo (in arte...