di Agnese Ferrara
Voci potenti o lievi, parole sussurrate o gridate, testi letti o cantati, silenzi, sospiri. Una quantità infinita di parole e musica legate fra loro in modo indissolubile.
Perché la musica, le parole ed il canto ci accompagnano durante tutta la vita, quella quotidiana e nei momenti più importanti. Servono da ponte fra il conscio e l¿inconscio, possiedono dunque profondi agganci con le emozioni ed i sentimenti, evocando sensazioni, stati d¿animo, ricordi indelebili. Canzoni conosciute in tutto il mondo, come Volare, o canticchiate sotto la doccia per qualche mese e poi dimenticate. Ma anche tiritere imparate nell¿infanzia e ripetute per tutta la vita. Melodie che trasmettono un insieme complesso di sensazioni, piacevoli o no, per chi le ascolta. Che le giudica fin dall¿inizio secondo il proprio gusto, promovendole o bocciandole categoricamente. Anche se, dicono gli psicologi e gli esperti in marketing, il gusto musicale è soggetto a cambiamenti, perché i motivi devono essere riascoltati più volte per essere davvero giudicati.
Ma, mentre cantare sembrare un¿azione liberatoria e rilassante, in realtà gli interpreti delle melodie fanno un notevole sforzo.
Durante il canto, il cantante esperto applica le cosiddette "tecniche vocali" che gli permettono emettere la voce, modulandone il suo suono, il tono, l¿intensità, il timbro, la frequenza, il ritmo e gli intervalli. Tecniche di regolazione della voce che, soprattutto nei cantanti che hanno raggiunto una buona maturità musicale, rientrano in un vero e proprio "schema corporeo vocale", dipendente dalla voce emessa, dalla sua intensità e dalla sua frequenza e che permette di far percepire all¿interprete stesso, in ogni istante, un insieme di sensazioni fisiche interne che provengono da tutte le zone e le regioni del corpo attivate dallo sforzo di emissione della voce. Perché nel canto partecipano la faccia, il palato, il naso, la gola, i polmoni, lo stomaco e l¿addome.
Ogni performance musicale implica l¿integrazione e la cooperazione dei due emisferi celebrali, il sinistro ed il destro. Così cantare o fischiettare divengono mezzi per comunicare con gli altri oppure metodi di auto rilassamento. Ma il gioco può anche ribaltarsi e, a loro volta, le regioni del corpo coinvolte nello sforzo vocale possono essere fortemente stimolate dal canto stesso ed essere perfino curate in presenza di patologie, psichiche o fisiche. Vediamo in quali casi.
MUSICOTERAPIA E TECNICHE VOCALI
All¿Istituto Geriatrico Radaelli di Vimodrone è stato appena concluso un progetto sperimentale interessante. Sono stati valutati i benefici sul comportamento e le capacità di relazione su oltre 50 pazienti anziani utilizzando la musica e l¿arte, confrontandoli ai trattamenti tradizionali effettuati con i sedativi. Spiega Emanuela Orsi, Geriatra e responsabile del progetto milanese: "Con l¿aiuto di alcuni esperti abbiamo ideato percorsi personalizzati sulla base delle varie disabilità, fisiche o mentali, basati su fisioterapia, animazione, musicoterapia, canto ed arte terapia. Lo studio pilota ha dato risultati inattesi e siamo riusciti a migliorare la qualità di vita dei pazienti coinvolti, soprattutto nel combattere le depressioni, il deterioramento e le agitazioni tipiche dei soggetti ricoverati e molto anziani. Abbiamo anche riscontrato una migliore adattabilità all¿ambiente".
La musica e la voce dunque possiedono grandi poteri curativi per il corpo e la mente. Diventando vere e proprie "terapie vocali e musicoterapiche", utilizzate da tempo dagli specialisti, psicologi, logopedisti, foniatri e musicoterapeuti.
Carla Savio è stata una delle fondatrici in Italia della musicoterapia negli anni ¿70 insieme al Sindacato Musicisti Italiani. Confrontandosi con le esperienze svolte in altri Paesi, come l¿Inghilterra, la Francia e l¿Austria dove la musicoterapica è riconosciuta da tempo, ha sperimentato per molti anni le tecniche terapeutiche musicali in ospedali e cliniche italiane, applicandole su malati disabili, fisici e psichici.
Racconta la professoressa Savio: "Grazie al potere liberatorio della voce si possono correggere alcuni disturbi mentali, che celano conflitti non risolti e recuperare le proprie attitudini, la propria identità personale e le capacità relazionali. Sia negli adulti che nei bambini è possibile curare la depressione, i conflitti di personalità, i rallentamenti psichici, anche in collaborazione con gli psicologi. Applicando alcune semplici regole, alla base della musica e del canto, come la ricerca del ritmo, che rappresenta la volontà e delle melodie, che stimolano l¿affettività, si migliorano notevolmente le capacità psichiche e fisiche, abbattendo alcuni handicap".
Nicoletta Porzano, è pianista, direttore di coro e musicoterapeuta. Ha partecipato allo studio svolto all¿Istituto Geriatrico Radaelli di Vimodrone, occupandosi della musicoterapia e del canto. Collabora anche con l¿ambulatorio neurovegetativo dell¿Ospedale Sacco di Milano per un progetto di ricerca sugli effetti terapeutici della musicoterapia su soggetti che presentano problemi di stress, ansia, ansia patologica, come gli attacchi di panico e sindromi ansiogene-depressive.
Afferma la professoressa Porzano: "Le attività creative sono la chiave dell¿equilibrio psichico, per lo sviluppo ed il benessere della sanità mentale. Cantare, suonare e danzare sono la strada per risolvere molti tipi di patologie. In particolare la musica è un mezzo di comunicazione anche là dove le parole divengono inaccessibili, ad esempio dopo una lesione celebrale, nei pazienti post-comatosi o nell¿autismo, ma anche per i bambini psicopatici e quelli con gravi lesioni al cervello. La musica ed il canto sono interventi riabilitativi sia nel bambino che nell¿adulto".
26 Febbraio 2001