"Le forme del Pensiero Musicale" Questo blog si occupa di Musicoterapia,di musica, dell'importanza del canto nella vita dell'uomo, e di tutte le forme di Arte ad essa correlate. In alto: "Picassiana" 2008
venerdì 1 giugno 2018
Arizona Sky in arrivo per i Blackadillacks
Finalmente a distanza di ben 5 anni è arrivato il nuovo album dei Blackadillacs, duo acustico carpigiano in giro dal 2004. I protagonisti sono Mattia Suppi Superbi, chitarra acustica e lead voice e Steve Ganzerla alla chitarra e cori, presenti alla Carpeat Street Food a Carpi il 20 Maggio.
Mattia come hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica?
“Nasce tutto da un concerto dei Nomadi nel 1987, ho iniziato a studiare chitarra da Gian Paolo Lancellotti, ma poco dopo ho scoperto che mi sentivo più un cantante che un chitarrista. A differenza di amici che si divertivano a provare in un garage io avevo voglia di esibirmi, Gian Paolo ha avuto un ruolo importante perchè ha contribuito a mettere insieme le prime band, ci faceva conoscere. A 16 anni ho iniziato a cantare e da li una lunga gavetta”.
Parliamo degli anni '90.
”La prima metà è stata un'esperienza musicale con band in cui ho anche composto diversi brani di mio pugno in italiano, arrangiati poi insieme agli altri componenti; la seconda metà, che coincide con la fine del servizio civile, è stata fortemente caratterizzata dall'opportunità di suonare nei locali sia in acustico, insieme a Gianluca dei Flexus, allora in trio, ed anche in elettrico “
Arriviamo ai Blackadillacs. Quando vi siete formati?
“L'idea è nata nel 2004. Per allargare la platea di chi ci veniva ad ascoltare abbiamo introdotto brani rock angloamericani; in realtà siamo nati come buskers, abbiamo partecipato a diversi Festival a Ferrara, per tre anni consecutivi e abbiamo partecipato al Festival “Strada facendo” a Concordia; poi abbiamo cambiato lo standard perchè io e Steve abbiamo iniziato a lavorare ai nostri brani, infatto il primo album è nato a cavallo del terremoto, poi uscito nel 2013, il titolo è “ROAD AND ROLL”, all'interno ci sono sei nostri brani”.
E finalmente Arizona Sky! Parlami del testo...
“La canzone che dà il titolo all'album è di Steve e parla di un cane che viene abbandonato nel deserto, legato a una pianta, in realtà il cane cerca di liberarsi ad ogni costo e ci riesce cercando di trovare la sua strada, parla delle sfide dell'uomo con le sue sfaccettature. In tutto nel CD ci sono 8 pezzi”.
Da cosa inizi per creare i tuoi testi?
“Inizio da un giro di accordi, poi arriva la melodia e infine cerco di associarla a un argomento. In questo album ho scritto 4 pezzi, ho cercato collaborazioni esterne, tanti musicisti che hanno partecipato alla registrazione dei nostri brani originali. Più ascolto questo album e più sono soddisfatto del risultato, penso che sia perfetto cosi come è venuto”.
E il brano sulla nutria?
“E' un mio brano nato dai miei viaggi da cicloturista nella bassa mantovana. In quelle zone spesso le nutrie vengono uccise dalle auto, e c'è un numero di nutrie davvero alto.
Quindi ho pensato alla precarietà della vita e al bisogno quotidiano di provare emozioni non sempre belle. La nutria siamo noi e il mondo profondo”.
Concludiamo cosi questa chiacchierata, in attesa dei prossimi concerti, e complimenti ai Blackadillacs. Intanto ci gustiamo il vostro album. Sempre rock alla vecchia maniera.
Giuliana Galante
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