"Le forme del Pensiero Musicale" Questo blog si occupa di Musicoterapia,di musica, dell'importanza del canto nella vita dell'uomo, e di tutte le forme di Arte ad essa correlate. In alto: "Picassiana" 2008
giovedì 7 giugno 2018
Pet Therapy con Alice Fava
https://www.seidicarpise.it/crescere-insieme-ai-gatti-con-alice-fava
CRESCERE INSIEME I GATTI
con Alice Fava
Dal mese di Maggio 2018 sono ripresi gli incontri organizzati dalla Dott.ssa Alice Fava, Educatrice, Operatrice degli interventi assistiti con animali presso il Gattile di San Marino di Carpi, il progetto prevede incontri per bambini dai 6 ai 12 anni. Alice Fava offre la sua collaborazione a enti e associazioni come ArteVita che è un associazione con cui collabora da alcuni mesi in diversi progetti, e Aliaperte, la sua pagina facebook a cui è possibile collegarsi per partecipare a eventi o visionare foto delle sue attività. Si occupa anche di seguire utenti a livello privato/ domiciliare e individuale.
Con grande entusiasmo Alice ci anticipa che partira a breve un progetto chiamato “A battito di emozioni”, rivolto a bambini e adulti, con un maestro di batteria e percussioni che si chiama Roberto Cucchi:
“ sono molto contenta di questo progetto perchè penso che le emozioni siano collegate al ritmo del nostro cuore dalla nascita, la cosa bella è che sono coinvolte le famiglie coi bambini”.
Sei prima di tutto un'educatrice. Come definiresti questa figura?
“L'educatore è una figura che la gente conosce poco, varia da regione a regione. Io lavoro in molti modi diversi, dipende molto dal tipo di progetto, l'educatore ha lo scopo di mirare all'autonomia dell'utente che varia in base all'età, che và dal bambino all'anziano”.
Quando hai iniziato ad occuparti di Pet Therapy coi gatti?
“Ho iniziato lo scorso anno in primavera, durante la bella stagione ed è piaciuto parecchio, quest'anno ho iniziatro a ricevere le richieste delle mamme dello scorso anno; di norma lavoro al massimo con 8 bimbi, con me c'è Monia, una ragazza che mi aiuta spesso, è una volontaria del gattile, mi da una grande mano.
L'idea era nata al contrario, non riuscivo a farla partire perchè la proponevo alle scuole, pensando a un gruppo già formato, poi l'ho proposta direttamente al gattile, parlando con la presidentessa e abbiamo iniziato”.
Come si sviluppa l'incontro?
“Si va subito a contatto coi gatti, il gattile è diviso in zone, noi abbiamo una nostra oasi, che il gattile ha scelto per noi, in base al temperamento dei gatti; le attività sono diverse ogni volta e lo scopo è educativo”.
Come ci si approccia al gatto.
“Io guido i bambini su come avvicinarsi , per esempio spiego loro quali sono le zone fredde, le zone calde, dove a loro piace essere toccati. Il contatto fisico si crea con i gatti che si avvicinano a noi. Sono molto importanti le regole, sopo poche ma vanno rispettate: non si urla, si parla a bassa voce, si cammina e si toccano i gatti che vengono verso di noi in modo spontaneo. Noi siamo ospiti.
Quali attività proponi?
“Le attività sono sempre diverse: li abbiamo spazzolati, abbiamo costruito i giochi per loro, abbiamo costruito una piantina della loro casa; una nuova attività sarà osservare le varie razze”.
Quanto incide ciò sulla sensibilità di bambini 2.0 abituati a giochi virtuali o all'uso dei tablet da piccolissimi?
“Penso non solo a entrare in contatto con l'animale, c'è molto altro: accettare tempi e modi degli altri. I bambini non si conoscono, ogni volta si crea un gruppo nuovo, l'interazione tra loro è molto funzionale, fin ora ho visto atteggiamenti positivi e tra di loro cerco di stimolare una cooperazione.
Si lavora insieme in gruppo ognuno coi suoi tempi.
Ho lavorato con una bimba con problemi motori, un bambino con problemi all'udito, ma al di là delle differenze bisogna stimolare la creatività e giochi di tipo cooperativo, giochi sulla fiducia, il rispetto, il non avere fretta.
Ci metto tutto l'impegno per rendere la pet therapy fruibile a più persone”.
Il ruolo di coadiutore porta con sé un amore profondo per il mondo animale, unitamente ad una grande formazione e studio che c'è dietro.
Occuparsi del bene del prossimo, bambino adulto o anziano che sia, è davvero una grande risorsa. Un’energia che va valorizzata e accompagnata ove possibile per focalizzare ed esprimere al massimo questo enorme potenziale. Complimenti !
Giuliana Galante
martedì 5 giugno 2018
venerdì 1 giugno 2018
Arizona Sky in arrivo per i Blackadillacks
Finalmente a distanza di ben 5 anni è arrivato il nuovo album dei Blackadillacs, duo acustico carpigiano in giro dal 2004. I protagonisti sono Mattia Suppi Superbi, chitarra acustica e lead voice e Steve Ganzerla alla chitarra e cori, presenti alla Carpeat Street Food a Carpi il 20 Maggio.
Mattia come hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica?
“Nasce tutto da un concerto dei Nomadi nel 1987, ho iniziato a studiare chitarra da Gian Paolo Lancellotti, ma poco dopo ho scoperto che mi sentivo più un cantante che un chitarrista. A differenza di amici che si divertivano a provare in un garage io avevo voglia di esibirmi, Gian Paolo ha avuto un ruolo importante perchè ha contribuito a mettere insieme le prime band, ci faceva conoscere. A 16 anni ho iniziato a cantare e da li una lunga gavetta”.
Parliamo degli anni '90.
”La prima metà è stata un'esperienza musicale con band in cui ho anche composto diversi brani di mio pugno in italiano, arrangiati poi insieme agli altri componenti; la seconda metà, che coincide con la fine del servizio civile, è stata fortemente caratterizzata dall'opportunità di suonare nei locali sia in acustico, insieme a Gianluca dei Flexus, allora in trio, ed anche in elettrico “
Arriviamo ai Blackadillacs. Quando vi siete formati?
“L'idea è nata nel 2004. Per allargare la platea di chi ci veniva ad ascoltare abbiamo introdotto brani rock angloamericani; in realtà siamo nati come buskers, abbiamo partecipato a diversi Festival a Ferrara, per tre anni consecutivi e abbiamo partecipato al Festival “Strada facendo” a Concordia; poi abbiamo cambiato lo standard perchè io e Steve abbiamo iniziato a lavorare ai nostri brani, infatto il primo album è nato a cavallo del terremoto, poi uscito nel 2013, il titolo è “ROAD AND ROLL”, all'interno ci sono sei nostri brani”.
E finalmente Arizona Sky! Parlami del testo...
“La canzone che dà il titolo all'album è di Steve e parla di un cane che viene abbandonato nel deserto, legato a una pianta, in realtà il cane cerca di liberarsi ad ogni costo e ci riesce cercando di trovare la sua strada, parla delle sfide dell'uomo con le sue sfaccettature. In tutto nel CD ci sono 8 pezzi”.
Da cosa inizi per creare i tuoi testi?
“Inizio da un giro di accordi, poi arriva la melodia e infine cerco di associarla a un argomento. In questo album ho scritto 4 pezzi, ho cercato collaborazioni esterne, tanti musicisti che hanno partecipato alla registrazione dei nostri brani originali. Più ascolto questo album e più sono soddisfatto del risultato, penso che sia perfetto cosi come è venuto”.
E il brano sulla nutria?
“E' un mio brano nato dai miei viaggi da cicloturista nella bassa mantovana. In quelle zone spesso le nutrie vengono uccise dalle auto, e c'è un numero di nutrie davvero alto.
Quindi ho pensato alla precarietà della vita e al bisogno quotidiano di provare emozioni non sempre belle. La nutria siamo noi e il mondo profondo”.
Concludiamo cosi questa chiacchierata, in attesa dei prossimi concerti, e complimenti ai Blackadillacs. Intanto ci gustiamo il vostro album. Sempre rock alla vecchia maniera.
Giuliana Galante
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