Alla scoperta di nuove sonorità
G. ha 8 anni, è un bambino affetto da Disturbo pervasivo dello Sviluppo, nella sua forma più grave, ovvero l'Autismo.
Frequenta la classe seconda elementare, ha il sostegno scolastico coperto per tutte le ore.
E' stato seguito dalla famiglia sin da piccolo, appena è stata realizzata la diagnosi.
Dal mese di dicembre 2008 ha intrapreso con frequenza settimanale l' attività abilitative di Musicoterapia il martedi mattina a scuola dalle ore 9:00 alle 10:00.
E' un bambino affettuoso, abituato a stare assieme ad altre persone, talvolta, soprattutto nei contesti che sono per lui nuovi si mostra agitato e iperattivo .
Una caratteristica di G. è il comportamento 'insistentemente ripetitivo' o 'insistentemente perseverante. Diventa estremamente insistente sulle routine; all’inizio del percorso (per i primi 2 incontri) portava con se una bottiglia di plastica vuota, abitudine modificata negli incontri successivi.
Se una routine viene cambiata velocemente , anche di poco, il bambino puo' essere sconvolto e collerico, fino a mordersi, sbattere la testa contro al muro o darsi degli schiaffi sulle orecchie, per questo sono previsti cambiamenti lenti e graduali.
G. trascorre molto tempo fuori dalla sezione con l’insegnante di sostegno, in una sala mensa, posizionandosi alla finestra nell’angolo della stanza, non guarda fuori, tiene gli occhi chiusi ed emette dei vocalizzi lunghi, simili ad un lamento continuo, che inizia con un verso stridulo fino a diventare cupo e grave.
E' importante per lui svolgere l'attività musicale come un momento di accoglienza e di libera espressione del suo mondo, in modo che si senta accettato durante gli incontri di Musicoterapia in maniera globale, con l'aggiunta graduale del movimento, la pratica strumentale centrata sull'ascolto.
Secondo incontro:
Oggi G. sembra propositivo, arrivo a scuola e lo trovo da solo nell’aula vuota, è seduto nel solito angolo, emette versi ripetitivi, ma non urla con me, né sbatte la testa , mi avvicino a lui, proponendo brani lenti in strofe con fiati, e strumenti a corda.
Durante la prima parte dell’incontro appoggio sul tavolo al centro della stanza le maracas, il triangolo, una collana bianca di perle, dei legnetti , l’insegnante di sostegno e seduta in disparte e non interviene.
Suono accompagnando il brano, G. si avvicina e inizia a toccare gli strumenti, porta alla bocca la colla bianca e dopo prende un legnetto, io batto un legno su quello che ha in mano, la collana è nelle sua mani, da li mi sposto lentamente muovendomi intorno al tavolo.
Il bambino sembra attratto dai legni, non li suona, inizia una breve osservazione dello strumentario, in quel momento mi avvicino verso la chitarra, lui si avvicina, tocca le corde, ma la batte, toc toc …
Nella seconda parte dell’incontro si rilassa sul pavimento, io canto e suono, imito i suoi versi intonandoli, lui si ferma e mi guarda, alla fine del canto si siede su una sedia posta in un angolo, canto la canzone del saluto e inizia a ridere, la proseguo, ciao ciao ciao…volume basso, alto, senza voce, che diventa lalala…..con intensità diverse, sembra divertito.
Questo momento deve essere per G. un momento non didattico, deve percepire che l'incontro con me non è uno degli obblighi da eseguire a scuola.
Terzo incontro:
Oggi arrivo a scuola e trovo G. con l’insegnante di sostegno, nella sala mensa, sono soli, lei sta compilando dei fogli, G. gira per la stanza, andiamo nella sala di musica al piano inferiore.
Il lavoro della prima parte della seduta è svolto nella sala musica, un luogo non esplorato da G., e’ una sala grande, ben illuminata, con un tappeto al centro, lo stereo su uno scaffale alto, e molti strumenti (legni, tamburi, maracas, nacchere, grattugia) posti su una parete.
Iniziamo ad ascoltare un brano con suoni dolci, flauti, clarino, come sottofondo.
Il b. è in una fase esplorativa, si muove, gira continuamente, emette i soliti suoni gutturali a volume basso; dopo qualche minuto inizio a intonare il brano, utilizzando una semplice lallazione, stessa tonalità, G. va verso la parete e prende uno strumento di legno, una grattugia, da questo momento cambia il vocalizzo, il suono stridulo di prima diventa una cantilena ahhhhhhaaaaaaaaaa………….con volumi più alti, e sbalzi intensi, io a quel punto continuo a cantare , introduco legnetti dalla borsa, inizio a suonarli.
G. si avvicina e mi prende un legnetto, lo muove, non lo suona, ha sempre la grattugia in una mano, io di tanto mi avvicino e batto il tempo, a questo punto introduco la collana di perle, lui la prende e la lancia sul tappeto, è un oggetto che ormai conosce.
Utilizzando la grattugia introduco altri strumenti: i triangoli(Uno grande e uno piccolo), il telo,corde morbide, le nacchere, ponendoli al centro della stanza.
Cambio genere musicale dopo 10 minuti circa, passiamo a brani per bambini più dinamici, ma sempre melodici.
Intono la terza sopra su qualche brano più conosciuto, è recettivo al suono , ma non accetta il cambiamento vocale, si allontana e prende il triangolo, lo suona poco e lo ripone sul tappeto, torna alla grattugia, e si sdraia in terra. Da questo momento inizia un gioco: mi siedo sul pavimento, lancio la corda morbida con un campanellino, G. la prende e la tira a se, nel gesto si sente il campanello, dopo qualche minuto sembra irritato. Cerca di abbandonare la stanza.
Questo è il momento in cui cambiamo aula, torniamo al piano superiore, in cui si trova la sua aula, mi siedo di fronte a lui, canto lentamente con un volume basso, fino a terminare con la canzone del saluto.
Frequenta la classe seconda elementare, ha il sostegno scolastico coperto per tutte le ore.
E' stato seguito dalla famiglia sin da piccolo, appena è stata realizzata la diagnosi.
Dal mese di dicembre 2008 ha intrapreso con frequenza settimanale l' attività abilitative di Musicoterapia il martedi mattina a scuola dalle ore 9:00 alle 10:00.
E' un bambino affettuoso, abituato a stare assieme ad altre persone, talvolta, soprattutto nei contesti che sono per lui nuovi si mostra agitato e iperattivo .
Una caratteristica di G. è il comportamento 'insistentemente ripetitivo' o 'insistentemente perseverante. Diventa estremamente insistente sulle routine; all’inizio del percorso (per i primi 2 incontri) portava con se una bottiglia di plastica vuota, abitudine modificata negli incontri successivi.
Se una routine viene cambiata velocemente , anche di poco, il bambino puo' essere sconvolto e collerico, fino a mordersi, sbattere la testa contro al muro o darsi degli schiaffi sulle orecchie, per questo sono previsti cambiamenti lenti e graduali.
G. trascorre molto tempo fuori dalla sezione con l’insegnante di sostegno, in una sala mensa, posizionandosi alla finestra nell’angolo della stanza, non guarda fuori, tiene gli occhi chiusi ed emette dei vocalizzi lunghi, simili ad un lamento continuo, che inizia con un verso stridulo fino a diventare cupo e grave.
E' importante per lui svolgere l'attività musicale come un momento di accoglienza e di libera espressione del suo mondo, in modo che si senta accettato durante gli incontri di Musicoterapia in maniera globale, con l'aggiunta graduale del movimento, la pratica strumentale centrata sull'ascolto.
Secondo incontro:
Oggi G. sembra propositivo, arrivo a scuola e lo trovo da solo nell’aula vuota, è seduto nel solito angolo, emette versi ripetitivi, ma non urla con me, né sbatte la testa , mi avvicino a lui, proponendo brani lenti in strofe con fiati, e strumenti a corda.
Durante la prima parte dell’incontro appoggio sul tavolo al centro della stanza le maracas, il triangolo, una collana bianca di perle, dei legnetti , l’insegnante di sostegno e seduta in disparte e non interviene.
Suono accompagnando il brano, G. si avvicina e inizia a toccare gli strumenti, porta alla bocca la colla bianca e dopo prende un legnetto, io batto un legno su quello che ha in mano, la collana è nelle sua mani, da li mi sposto lentamente muovendomi intorno al tavolo.
Il bambino sembra attratto dai legni, non li suona, inizia una breve osservazione dello strumentario, in quel momento mi avvicino verso la chitarra, lui si avvicina, tocca le corde, ma la batte, toc toc …
Nella seconda parte dell’incontro si rilassa sul pavimento, io canto e suono, imito i suoi versi intonandoli, lui si ferma e mi guarda, alla fine del canto si siede su una sedia posta in un angolo, canto la canzone del saluto e inizia a ridere, la proseguo, ciao ciao ciao…volume basso, alto, senza voce, che diventa lalala…..con intensità diverse, sembra divertito.
Questo momento deve essere per G. un momento non didattico, deve percepire che l'incontro con me non è uno degli obblighi da eseguire a scuola.
Terzo incontro:
Oggi arrivo a scuola e trovo G. con l’insegnante di sostegno, nella sala mensa, sono soli, lei sta compilando dei fogli, G. gira per la stanza, andiamo nella sala di musica al piano inferiore.
Il lavoro della prima parte della seduta è svolto nella sala musica, un luogo non esplorato da G., e’ una sala grande, ben illuminata, con un tappeto al centro, lo stereo su uno scaffale alto, e molti strumenti (legni, tamburi, maracas, nacchere, grattugia) posti su una parete.
Iniziamo ad ascoltare un brano con suoni dolci, flauti, clarino, come sottofondo.
Il b. è in una fase esplorativa, si muove, gira continuamente, emette i soliti suoni gutturali a volume basso; dopo qualche minuto inizio a intonare il brano, utilizzando una semplice lallazione, stessa tonalità, G. va verso la parete e prende uno strumento di legno, una grattugia, da questo momento cambia il vocalizzo, il suono stridulo di prima diventa una cantilena ahhhhhhaaaaaaaaaa………….con volumi più alti, e sbalzi intensi, io a quel punto continuo a cantare , introduco legnetti dalla borsa, inizio a suonarli.
G. si avvicina e mi prende un legnetto, lo muove, non lo suona, ha sempre la grattugia in una mano, io di tanto mi avvicino e batto il tempo, a questo punto introduco la collana di perle, lui la prende e la lancia sul tappeto, è un oggetto che ormai conosce.
Utilizzando la grattugia introduco altri strumenti: i triangoli(Uno grande e uno piccolo), il telo,corde morbide, le nacchere, ponendoli al centro della stanza.
Cambio genere musicale dopo 10 minuti circa, passiamo a brani per bambini più dinamici, ma sempre melodici.
Intono la terza sopra su qualche brano più conosciuto, è recettivo al suono , ma non accetta il cambiamento vocale, si allontana e prende il triangolo, lo suona poco e lo ripone sul tappeto, torna alla grattugia, e si sdraia in terra. Da questo momento inizia un gioco: mi siedo sul pavimento, lancio la corda morbida con un campanellino, G. la prende e la tira a se, nel gesto si sente il campanello, dopo qualche minuto sembra irritato. Cerca di abbandonare la stanza.
Questo è il momento in cui cambiamo aula, torniamo al piano superiore, in cui si trova la sua aula, mi siedo di fronte a lui, canto lentamente con un volume basso, fino a terminare con la canzone del saluto.
Giuliana GalanteSpecializzanda in Musicoterapia Scuola di specializzazione triennale Istituto MEME ModenaProject Work c/o CEMU Centro Europeo di Musicoterapia Modena