La
Routines
In rottura
...soffermati
ad ammirare un tramonto, stupisciti davanti al volo di un colibrì…
Posso
confidarti un segreto? Non importa quanti anni vivrai, ma come li
vivrai.
Dai valore al tuo tempo.
Dai valore al tuo tempo.
Sergio
Barbarèn- tratto da da Lettera a mio figlio sulla felicità
La
parola Routines è un termine che può assumere cosi tanti
significati che non voglio attribuirne nemmeno uno. Mi piace pensare
come le quotidianità a volte ci sembrino cosi... banali, ma a volte
salvano la vita. Per i pazienti oncologici subito dopo la scoperta
della malattia, e la necessità di sottoporsi ai trattamenti
farmacologici, la routines è una parola che rappresenta la “rottura”
con tutto quello che non sia la sola malattia. Implica
l'impossibilità di seguire con continuità tutto ciò che il
paziente svolgeva prima, ad esempio il lavoro, lo sport, etc..
Mi ha colpito una frase di un ex paziente che continua a frequentare
il gruppo del martedi sera: “ Noi non saremo più come prima ma
siamo vivi”. Interrompere questa routine è uno tsunami che ci
investe quando meno ce lo aspettiamo.
Non
pensiamo mai a quanto possa far male non poter prendere parte
quotidianamente alle attività più ovvie, ed anche il fatto di
percepirsi malati e di dover essere ricoverati per alcuni periodi
possono essere motivo di grande turbamento per le persone.
Poiché
ogni situazione clinica è diversa dall'altra, ci saranno persone
che potranno continuare a svolgere persino la loro attività
lavorativa nel periodo della chemioterapia, mentre altri potranno
usufruire delle attività ricreative o di animazione organizzate
all'interno degli ospedali. È importante, in ogni caso, che ciascun
possa sentire accogliere le proprie preoccupazioni ed esprimere lo
sconforto, assicurandogli il proprio sostegno e la possibilità, una
volta terminato il ciclo di cura, di poter tornare alla vita, anche
se non più come prima.
Dott.ssa Giuliana Galante